Razzi di Hamas contro la Giordania per sabotare i negoziati

Giulia Pompili

Ai primi segnali di una ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi, l'estremismo islamico ha lanciato la sua offensiva. Ieri mattina a finire nel mirino è stata la città di Eilat, il paradiso turistico d'Israele sul Mar Rosso, solitamente ai margini del conflitto. La pioggia di missili diretta su Eilat di prima mattina ha quasi completamente mancato il bersaglio, e uno dei razzi è esploso nella zona alberghiera della vicina città giordana di Aqaba, uccidendo un tassista e ferendo altre quattro persone.

    Ai primi segnali di una ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi, l'estremismo islamico ha lanciato la sua offensiva. Ieri mattina a finire nel mirino è stata la città di Eilat, il paradiso turistico d'Israele sul Mar Rosso, solitamente ai margini del conflitto. La pioggia di missili diretta su Eilat di prima mattina ha quasi completamente mancato il bersaglio, e uno dei razzi è esploso nella zona alberghiera della vicina città giordana di Aqaba, uccidendo un tassista e ferendo altre quattro persone. Soltanto uno dei missili ha colpito Israele, senza provocare danni, e altri tre sono finiti in mare.

    Le autorità israeliane e giordane ritengono che l'attacco sia partito dalla penisola del Sinai, territorio egiziano dove pullulano gruppi legati ad al Qaida e trafficanti d'armi. Il Cairo ha smentito, ma non è la prima volta che il golfo che ospita Aqaba ed Eilat viene colpito dal Sinai: ad aprile due razzi avevano raggiunto la zona. L'episodio di ieri segna un allargamento dell'escalation di violenza iniziata la settimana scorsa più a nord, nella Striscia di Gaza, con il lancio di un razzo Grad, lo stesso tipo utilizzato nell'attacco su Eilat, sulla città israeliana di Ashkelon. E' probabile che dietro il lancio non ci fosse Hamas, ma uno degli altri movimenti attivi nella Striscia, come i Comitati di resistenza popolare, legati all'Hezbollah libanese, o gruppi d'ispirazione qaidista.

    Israele ha risposto duramente, bombardando obiettivi di Hamas nella notte tra venerdì e sabato per lanciare un segnale: chi controlla la Striscia sarà ritenuto responsabile di ogni attacco da essa proveniente. Durante il raid degli aerei israeliani è rimasto ucciso Issa Batran, uno dei comandanti dell'ala militare di Hamas, fra i principali responsabili della fabbricazione di missili. Hamas ha promesso vendetta, mentre la Jihad islamica minacciava di riprendere gli attentati suicidi provenienti dalla Cisgiordania, seppure ammettendo che questo tipo di attacco viene ostacolato dalla collaborazione tra gli israeliani e l'Autorità nazionale palestinese. Il fine settimana ha poi visto un susseguirsi di altri lanci di razzi palestinesi da Gaza e raid dell'esercito israeliano sui tunnel al confine con l'Egitto usati per contrabbandare armi dal Sinai. Un altro comandante di Hamas è rimasto coinvolto in un'esplosione nella sua casa, anche se su questo Gerusalemme nega ogni coinvolgimento.

    L'improvvisa accelerazione di violenza dopo settimane di calma è iniziata dopo il via libera della Lega araba ai colloqui di pace diretti tra israeliani e palestinesi. Finora Hamas aveva rispettato il cessate il fuoco stabilito dopo l'offensiva israeliana a Gaza del 2008 e aveva anche cercato di limitare l'azione degli altri gruppi terroristici. Ma la coordinazione di attacchi provenienti da Gaza e dal Sinai lascia pensare che Hamas stia sempre più lasciando mano libera alle cellule di al Qaida presenti nell'area per tentare di bloccare le trattative sul nascere. “C'è una vera lotta in medio oriente tra il campo della pace dei paesi moderati e il campo degli estremisti che cerca di distruggere ogni possibilità di pace”, ha detto il presidente israeliano Shimon Peres dopo il bombardamento di Eilat e Aqaba.

    Secondo Haaretz,
    qualunque progresso nei negoziati di pace tra il governo del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente dell'Anp, Abu Mazen, porterebbe a un ulteriore aumento degli attacchi contro Israele. “Dando corda ai gruppi della jihad globale a Gaza, Hamas sta mandando un messaggio a Israele, all'Anp e soprattutto agli stati arabi: non ignorateci”, scrive il quotidiano israeliano. Intanto, ieri Israele ha annunciato che parteciperà all'inchiesta dell'Onu sul raid contro la flottiglia che cercava di rompere l'embargo su Gaza. Netanyahu, che ha dato il suo assenso dopo forti pressioni internazionali, ha detto che Israele “non ha nulla da nascondere” sugli scontri costati la vita a nove attivisti turchi.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.