Al via il voto sulla mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo

Patto sulla giustizia tra il Cav. e Fini, ultima chance prima della crisi

Salvatore Merlo

“Il crinale è stretto, ma si può tentare di andare d'accordo con Fini per chiudere la legislatura. La premessa è fare chiarezza sui temi della giustizia e della legalità. Trovare un punto di intesa. Ma se permane una divaricazione profonda su questi aspetti, l'accordo diventa impossibile. Con un unico epilogo.

    “Il crinale è stretto, ma si può tentare di andare d'accordo con Fini per chiudere la legislatura. La premessa è fare chiarezza sui temi della giustizia e della legalità. Trovare un punto di intesa. Ma se permane una divaricazione profonda su questi aspetti, l'accordo diventa impossibile. Con un unico epilogo: le elezioni anticipate”. Dice così al Foglio Gaetano Quagliariello alla vigilia dell'atteso – per oggi – voto di sfiducia contro il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. Il gruppo dei finiani si asterrà e il sottosegretario resterà al suo posto sebbene sia probabile che, fatti alcuni facili calcoli, qualcuno (nel Pdl) cominci a dire che alla Camera non c'è più una maggioranza codificata.

    “La situazione è di stallo”, dice Quagliariello. “Forse è vero che la maggioranza di governo, per come la si conosceva prima, non è più autosufficiente a Montecitorio ma al Senato è ancora l'unica maggioranza possibile”. Vero. Ma il governo rischia di ballare comunque sui numeri, a cominciare da settembre. Che farete? “Non ci sono molte alternative. O le forze che hanno fin qui sostenuto il governo ritrovano armonia e concordia di azione oppure si verificheranno degli incidenti, si aprirà una crisi e si andrà a votare”. Ammesso che non si trovi una maggioranza alternativa nel Palazzo; eventualità, questa, che il senatore Quagliariello però esclude rivelando una sicurezza quasi fideistica nei confronti del “patto d'acciaio” che unisce Umberto Bossi a Silvio Berlusconi. Ma chissà.

    Intanto però, l'ipotesi di accordo con Fini,
    avallata dallo stesso Cav. qualche giorno fa, sembra sempre più evanescente considerati i parler tra il presidente della Camera, l'Udc e Francesco Rutelli che oggi si asterranno tutti – in accordo – dalla sfiducia a Caliendo. “Dal punto di vista di Fini, il terzo polo è una mossa difensiva”, sostiene Quagliariello. “E' l'opzione di emergenza. Serve in caso di elezioni anticipate che precipitino in tempi rapidissimi. Per adesso Fini vota con il governo. Allora la domanda è semplice: si può stabilizzare questo rapporto e chiudere la legislatura nel 2013? Forse sì”.

    “Nei giorni di più intenso tramestio nel Pdl, mentre si consumava il divorzio traumatico tra Berlusconi e Fini, la maggioranza ha incassato la manovra, la riforma dell'Università, è stato eletto Vietti con il plauso di tutti e oggi sarà respinta la mozione di sfiducia a Caliendo. Non sembra una situazione che prelude alla crisi”, dice Gaetano Quagliariello. “Senza partigianeria e senza tifare troppo per nessuna delle soluzioni possibili, adesso bisogna soltanto chiedersi, con pragmatismo, se questo rapporto tra Pdl-Lega e finiani si può costituzionalizzare. Stabilizzare”. Il vero test sarà alla ripresa quando il governo dovrebbe presentare la riforma della Giustizia penale, discutere di processo breve e forse, poi, affrontare la questione del legittimo impedimento su cui grava ancora il giudizio della Corte costituzionale.

    “Da settembre in poi ci sono delle importanti scadenze
    parlamentari, ma il problema è prima di tutto politico. I numeri sono relativi. Se con Fini si trova un accordo sulla legalità allora la legislatura si può anche salvare”. Si dice che il Pdl abbia in cantiere un'offensiva contro “l'uso politico della giustizia” fatta di seminari, manifestazioni e, a seguire, leggi e riforme. “A settembre si terrà un convegno organizzato dalle fondazioni della ex FI sulla Giustizia. Si parte da lì”. Perché non invitate FareFuturo? “E' possibile che vi siano tra i relatori esponenti di altre fondazioni. Sul programma ci stiamo lavorando, potrebbe essere l'occasione per cominciare a chiarire con i finiani cosa sia la legalità in un paese dove si è fatto un uso politico della giustizia”.

    Ma è possibile cancellare i dissidi anche personali dei mesi passati? “C'è stato uno strappo doloroso che a un certo punto è diventato inevitabile perché la prospettiva sarebbe stata una lenta consunzione. Cercare responsabilità e rimpallarsi accuse è inutile. Adesso bisogna guardare con freddezza ai fatti. Se Fini vota con il governo c'è una possibilità di stabilire un nuovo equilibrio. Siamo in surplace tra questa ipotesi e le elezioni anticipate”. Tuttavia tra Berlusconi e Fini è saltato ogni contatto anche indiretto; l'uno sospetta dell'altro e persino le palindrome offerte di pace di queste ore, in assenza di diplomazia, vengono archiviate come “tattica del temporeggiare”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.