Le canzoni dell'estate/ 4

Fame un spritz di Sir Oliver Skardy & Fahrenheit 451

Camillo Langone

Elitista come mi ritrovo non voglio certo polemizzare con un Sir ma dire che alcuni versi sembrano scritti da un laudator temporis acti non credo sia un'offesa. “Costava poco un spritz ai nostri tempi / desso xe un lusso par fighetti dementi”. Davvero? Secondo me Oliver Skardy esce raramente dal Veneto, oggi se esiste una forma di alcolismo economico è proprio quello che gira intorno allo spritz.

    Elitista come mi ritrovo non voglio certo polemizzare con un Sir ma dire che alcuni versi sembrano scritti da un laudator temporis acti non credo sia un'offesa. “Costava poco un spritz ai nostri tempi / desso xe un lusso par fighetti dementi”. Davvero? Secondo me Oliver Skardy esce raramente dal Veneto, oggi se esiste una forma di alcolismo economico è proprio quello che gira intorno allo spritz, specie a Venezia in zona Campo Santa Margherita dove si beve a prezzi impensabili in qualsiasi altra città del nord. Detto questo, “Fame un spritz” è canzone epocale e vengo a spiegare i motivi.

    1) Il gran tempismo ovvero l'uscita nell'anno del trionfo della Lega vernacolare; 2) la forza inclusiva che sgorga dall'incontro fra contenuto local e forma global (Sir Oliver all'anagrafe risulta Scardicchio, cognome nettamente pugliese; i suoi capelli rasta metterebbero in sospetto le ronde; la musica è meticcia, un travolgente reggae svelto quasi ska); 3) la perfetta poesia veneziana, lessico rima metrica pronuncia, a livelli compositivi non lontani dal sommo Giorgio Baffo suddito di San Marco e Monna Mona; 4) la natura di inno all'osteria veneta e alla sua impareggiabile socialità (“vecioti o studenti va tutti imbriaghi”). Da ascoltare bevendo uno spritz come tradizione comanda ossia acido e cattivo.

     

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).