Lettere rubate

Giuliano Ferrara

Il ritrovamento delle lettere di Peppino Calderisi a Silvio Berlusconi, documenti riservati e distrattamente lasciati a disposizione di uno stringer intraprendente, è un curioso, interessante segnale intorno al senso e ai modi della politica italiana. Il deputato Calderisi è una persona molto perbene per unanime giudizio di amici e avversari, la politica è la sua fissazione da quando aveva i calzoni corti.

    Il ritrovamento delle lettere di Peppino Calderisi a Silvio Berlusconi, documenti riservati e distrattamente lasciati a disposizione di uno stringer intraprendente, è un curioso, interessante segnale intorno al senso e ai modi della politica italiana. Il deputato Calderisi è una persona molto perbene per unanime giudizio di amici e avversari, la politica è la sua fissazione da quando aveva i calzoni corti, ha fatto molti errori come tutti ma, da radicale di quelli seri, è sempre rimasto fedele a un'idea non fanatica, rigorosa e liberale dell'azione parlamentare, istituzionale, civile. Nei testi che abbiamo pubblicato c'è, visto dall'altra parte del sipario che ci divide dal teatro o teatrino di palazzo, il ricettario della cucina di casa Berlusconi. Che non è un'agenda segreta, ma il trasparente e intricato problema di come si governi un paese come l'Italia una volta che si abbia ricevuto, per la via del consenso elettorale nel nuovo sistema maggioritario succeduto materialmente alla Repubblica dei partiti, il mandato a farlo.

    Il deputato suggerisce al Cav.
    di non farsi ingoiare dalla lite con Fini, nella lettera del 16 luglio, quando forse si era ancora in tempo a non mettersi nei pasticci. Invoca giustamente “un'iniziativa politica esterna”, e la individua in una proposta di riforma costituzionale che sia realistica ed efficace rispetto all'obiettivo di rendere effettivamente governabile il paese, a partire dalla questione dell'immunità contro la giustizia politicizzata ma senza fermarsi lì. Dopo la rottura, nella lettera del 3 agosto, ad alcune osservazioni ficcanti sulle modalità dello strappo con Fini, segue la proposta che è materia dell'agenda attuale: una mozione programmatica, a settembre, che proponga la scelta tra un piano di riforme condiviso o le elezioni politiche anticipate. Infine, nel terzo testo, una nota polemica su Fini: vuole lo scudo per Berlusconi, contro l'attivismo giudiziario fazioso, sì o no? E il deputato propone che sulla materia sia questo giornale, il Foglio, a fare campagna (caro Calderisi: già fatto, e da tempi non sospetti). Insomma, nella cucina del Cav. non si preparano polpette avvelenate (qualche polpettina acida magari sì) ma analisi, proposte e soluzioni che sono apertamente sotto lo scrutinio dell'opinione pubblica. Questa è una bella P3.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.