Idealisti cristiani, anche pacifisti. I medici ammazzati in Afghanistan
Due oculisti, un dentista, una nutrizionista e un infermiere specializzato. Cinque americani morti ammazzati, ognuno con la propria storia e la stessa identità, quella cristiana, che li ha esposti al macello dei talebani. Avevano portato cure e soccorso in una valle dell'Afghanistan dimenticata da tutti, dove neppure i guerriglieri islamici si spingevano più.
Due oculisti, un dentista, una nutrizionista e un infermiere specializzato. Cinque americani morti ammazzati, ognuno con la propria storia e la stessa identità, quella cristiana, che li ha esposti al macello dei talebani. Avevano portato cure e soccorso in una valle dell'Afghanistan dimenticata da tutti, dove neppure i guerriglieri islamici si spingevano più. Molti erano lì da prima che arrivassero i talebani, che li hanno massacrati senza pietà, accusandoli di voler convertire gli afghani al “Dio dei cristiani”. “Abbiamo ucciso nove missionari cristiani. Portavano bibbie. Ed erano spie”. I loro corpi crivellati sono stati trovati da un pastore. Le altre due vittime sono di nazionalità inglese e tedesca.
Il dentista Thomas Grams lavorava per un'associazione che fornisce cure dentistiche nel Terzo mondo. Ha sede nel Colorado, uno stato americano ad alta percentuale di evangelici. Laurie Mathews, a capo del Global Dental Relief, dice che “Grams amava l'idea di assistere coloro che non avevano mai ricevuto una cura dentistica”. Grams era partito per l'Afghanistan per curare le vittime musulmane delle torture islamiste dopo aver sentito il discorso di un religioso afghano. Sebbene facesse parte del direttivo della ong, Grams voleva lavorare sul campo. Stava all'estero sei mesi all'anno. E in nove anni, il dentista ha curato 25 mila persone. Lo chiamavano tutti “Dottor Tom”. Ci rimetteva persino economicamente in quel lavoro di dentista al fronte. La ong gli pagava il biglietto aereo, tutto il resto era a suo carico. “Conosceva i rischi, ma voleva andare comunque”, dicono i colleghi. Amava la cultura afghana e voleva spingersi in zone remote del paese. Sapeva che questa ultima missione era molto rischiosa e che un'altra ong aveva rinunciato a partire. “I bambini non avevano mai visto spazzolini da denti e Tom gliene portò a migliaia”, dicono i colleghi dal Colorado.
Aveva trentadue anni la bellissima Cheryl Beckett, biologa nutrizionista, idealista figlia di un pastore del Tennessee. “Coloro che hanno commesso quest'atto di terrore devono provare il disgusto che l'umanità prova per loro”, fa sapere la famiglia. Beckett aveva già portato le sue cure in Honduras, Messico, Kenya e Zimbabwe. I genitori non chiamano alla vendetta, anzi, dicono che “la malvagità del terrorismo è piegata da atti quotidiani di pietà”.
Un'altra vittima, l'infermiere Glen Lapp, veniva dalla Pennsylvania, terra di quaccheri e mennoniti, i tronconi più pacifisti del protestantesimo americano, gente che attende la morte con il sorriso sulle labbra e in nome della fede vive senza musica, cinema, sigarette e cerniere lampo. Lapp era membro alla Mennonite Central Committee e aveva da poco scritto che “curare le persone con rispetto e amore è cercare di essere un piccolo pezzo di Cristo in questa parte di mondo”. Lapp era tutto tranne che il prototipo della “spia cristiana”, come hanno detto i talebani. Lapp si opponeva al servizio militare, professava un culto che fa a meno di luce, telefono, tv, radio e automobili. Era un figlio di quel terrificante bagno di sangue e pestilenze che fu la Guerra dei Trent'anni e da cui emerse la devastata geografia morale della Germania moderna: pietista e mennonita da una parte, prussiana dall'altra. Una setta cristiana quasi sempre perseguitata e costretta a fuggire, dalle zone originarie di Svizzera, Olanda e Germania verso Crimea, Polonia e infine in Russia. Ma quando la Russia nel 1870 introdusse il servizio militare obbligatorio, incompatibile con il loro pacifismo integralista, emigrarono in massa negli Stati Uniti, dove a tutt'oggi sono stabiliti, in piccole comunità locali autonome, distribuiti tra Canada e nord degli Stati Uniti.
Oculista era anche Tom Little da Delmar, nello stato di New York, storico frequentatore dell'Afghanistan da ben trent'anni, ucciso assieme all'amico Dan Terry. La moglie insegnante, Libby, alla Cnn ha detto che “Tom è morto nel posto che amava: offrendo cure oftalmiche in aree remote”. La coppia era arrivata nel paese per la prima volta negli anni Settanta. “Volevamo servire Dio: pensavamo di restare due anni, e sono diventati trentatré”. Una dedizione per il prossimo che li ha spinti a far crescere le loro figlie “in quello che era semplicemente l'inferno”. Il dottor Little sognava di “eliminare la cecità in Afghanistan entro il 2020” e a tal fine, dovunque andasse, cercava di insegnare il suo mestiere agli afghani così che potessero gestire cliniche oftalmiche da soli. Già in un'intervista del 2004, Little aveva parlato dei pic nic fuori Kabul che rischiavano di terminare in sequestri di persona da parte dei talebani. Cinque eroi che saranno ricordati come medici radicali e altruisti, cristiani idealisti che volevano guarire l'Afghanistan dalla malnutrizione, dalle carie dentarie e dalla cecità. Cinque pegni imperituri della guerra al terrore.
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