Mozioni di Settembre/ 6
Niente mediazioni, dica una cosa chiara. Tipo: colleghi, basta così
Fisco, federalismo, mezzogiorno, giustizia? Boh. Giscard d'Estaing disse una volta che di fronte al viluppo degli interessi di una democrazia complessa è praticamente impossibile fare una “grande” riforma. Figurarsi quattro. Spero perciò che il Cav. non faccia sul serio, che nel suo foro interiore abbia già messo i sigilli alla questione e stia solo cercando un pretesto per andare a nuove elezioni. Invece se davvero dovesse credere di trovare à la rentrée la cavigliera per ribaldi e dissidenti, il rimedio sarebbe peggiore del male.
Fisco, federalismo, mezzogiorno, giustizia? Boh. Giscard d'Estaing disse una volta che di fronte al viluppo degli interessi di una democrazia complessa è praticamente impossibile fare una “grande” riforma. Figurarsi quattro. Spero perciò che il Cav. non faccia sul serio, che nel suo foro interiore abbia già messo i sigilli alla questione e stia solo cercando un pretesto per andare a nuove elezioni. Invece se davvero dovesse credere di trovare à la rentrée la cavigliera per ribaldi e dissidenti, il rimedio sarebbe peggiore del male. Altro che tirarsi fuori dalla palude. Delle riforme si parlava già nel 2008 e prima ancora nel 2001 e a tutto oggi non esistono testi dettagliati, dirimenti e vincolanti, né è pensabile che esistano fra tre settimane.
Sembra già di vedere il dibattito in parlamento partire in tutte le direzioni, raggiungere vette di barocco mentre piove fango tra papi e tengo cognato, con frondisti d'ogni sorta pronti a mettersi a cuneo: non serve a nessuno l'ennesimo spettacolo di una politica che parte da ogni dove e sempre sbuca nel vuoto, angosciante come una geometria di Escher. Né si può contare troppo sul timore di elezioni anticipate che dicono abbastanza diffuso: non sempre la percezione di un pericolo fa fare la scelta giusta, spesso scatena pulsioni autodistruttive, di morte.
A mio irrilevante e irresponsabile avviso, il Cav. dovrebbe fare come il giocatore di scopone che se ne frega del Chitarrella e spariglia nonostante sia cartaio. Certo è rischioso, ma se si leggono bene le carte in mano agli avversari può essere la mossa vincente. Ora se è vero che il presidente del Consiglio è costretto a una maggioranza à la carte, gli altri, tutti gli altri messi insieme, non hanno in mano nulla, proprio nulla. Lasci stare dunque, caro Cav., una discussione asmatica e inevitabilmente superficiale, lasci fisco, mezzogiorno e federalismo all'intrapresa quotidiana e perciò fertile del lucido Tremonti. Lei è il leader e le cose le deve prendere dall'alto. Dica ai suoi che dopo il grido del predellino è tempo di un ben più corposo “Manifesto” e annunci ufficialmente la fine, non di una maggioranza che è pur sempre un epifenomeno nella storia, ma del patto sociale sancito dalla Costituzione che da sessanta anni regge la Repubblica. Dica che riscriverà la Carta fondamentale a cominciare da quel reperto vetero-socialista che è l'articolo Uno, a partire dall'idea di stato minimo e di un welfare che non penalizzi più le nuove generazioni e i lavoratori deboli, i giovani, le donne.
Dica che si prenderà la responsabilità, da solo, di portare tutto in Parlamento, di trovare lì la maggioranza e che sarà lei stesso a chiedere il referendum confermativo, quindi lo scioglimento delle Camere e nuove elezioni secondo le nuove regole. Siccome il coraggio non le manca, dica anche che chiederà, come vuole una nobile tradizione, un'amnistia larga e corposa perché nella nuova Italia tutti dovranno avere una seconda opportunità. Vedrà, vincerà davvero a mani basse, ritroverà i milioni di italiani che hanno creduto nella sua rivoluzione dolce e terribile e molti molti di più. Dica anche da buon signore che rimarrà per un tratto della nuova legislatura a vedere che le cose vadano per il verso giusto e che poi andrà al mare, il posto nella storia se l'è guadagnato. E se le interessa anche la piccola cronaca da teatrino, vedrà, si legherà Bossi se non per l'eternità quanto meno fino alla scadenza a cui lavora Don Verzé. Fini stramazzerà dal suo scranno, Bersani non avrà di meglio da fare che starsene un bel po' in America, a imparare. Quanto a Di Pietro non ne sentiremo più parlare. Pensi che goduria. Ci provi, caro Cav., lei che può.
Il Foglio sportivo - in corpore sano