Generazione Alaska
Non capita solo da queste parti di imbattersi in tipi imbarazzanti, convinti di essere molto furbi e gagliardi, perfino importanti in quanto, ad esempio, vagamente imparentati con personaggi politici, ragazzotti con lo sguardo di sfida e in tasca una risposta per tutto: “Lei non sa chi sono io”. Succede anche in Alaska, e perfino a Hollywood, dove ultimamente Levi Johnston, ex quasi genero di Sarah Palin, passa gran parte del suo tempo a cercare di diventare famoso.
Non capita solo da queste parti di imbattersi in tipi imbarazzanti, convinti di essere molto furbi e gagliardi, perfino importanti in quanto, ad esempio, vagamente imparentati con personaggi politici, ragazzotti con lo sguardo di sfida e in tasca una risposta per tutto: “Lei non sa chi sono io”. Succede anche in Alaska, e perfino a Hollywood, dove ultimamente Levi Johnston, ex quasi genero di Sarah Palin (il giovinastro che mise incinta la figlia Bristol poco prima che iniziasse la campagna elettorale americana, il padre di Tripp insomma), passa gran parte del suo tempo a cercare di diventare famoso.
Ha già posato nudo per Playgirl (sotto la doccia, e una lettrice ha commentato: “Per fortuna non ha mostrato la carota”), ha dato una lunga intervista, con foto senza camicia, a Vanity Fair americano, in cui sparla della suocera, accusandola di non cucinare, non apparecchiare, non leggere libri (lui, noto intellettuale, poteva sopportare tutto ma non questo) e guardare alla televisione solo gli show sui matrimoni (per la seconda o terza volta le nozze tra Levi e Bristol sono saltate e nessuno si è disperato), poi ha gironzolato per gli studi televisivi, ha fatto il lumacone con qualche ragazza e ha trovato un produttore disposto a lanciarlo in un reality show intitolato: “Loving Levi: The Road to Mayor's Office”.
Levi Johnston, ventenne tatuato a cui Sarah Palin fece tagliare i capelli lunghi dietro prima della convention repubblicana, vuole per sé il vecchio lavoro della Palin: diventare il sindaco di Wasilla, per cominciare (di certo anche Giancarlo Tulliani è convinto che sarebbe un grande presidente della Camera). Per fortuna al mondo c'è perfino gente normale e l'attuale sindaco di Wasilla, un signore sessantenne il cui mandato scade nel 2011, ha detto al Daily Beast: “Sono abbastanza vecchio per essere il nonno di Levi, quindi mi sento di dargli dei consigli: prendi il tuo diploma di scuola superiore e tieniti i vestiti addosso. E' un semplice consiglio da un ragazzo della mia età a un ragazzo della sua età”. Tra l'altro Levi non ha intenzione di starsene in Alaska a controllare i tombini e i bilanci, vorrebbe fare il sindaco dal suo BlackBerry a Hollywood (“Quasi tutti i politici trascorrono un po' di tempo a New York o a Hollywood e Levi non fa differenza”, l'ha difeso il produttore). Il prossimo passo del giovane Levi sarà un servizio fotografico senza veli in un autolavaggio del Principato di Monaco.
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