Go topless day
Questa estate ha segnato la fine del topless (è rimasta quasi solo Alba Parietti a spogliarsi in spiaggia, le altre hanno deciso che non conviene), intanto in molte città americane si celebra il “Go topless day”, manifestazione femminista in cui si marcia tette al vento in nome della parità dei diritti; i maschi femministi, infatti, partecipano con i pettorali, per chi li possiede, coperti da un discreto bikini a triangolo.
Questa estate ha segnato la fine del topless (è rimasta quasi solo Alba Parietti a spogliarsi in spiaggia, le altre hanno deciso che non conviene), intanto in molte città americane si celebra il “Go topless day”, manifestazione femminista in cui si marcia tette al vento in nome della parità dei diritti; i maschi femministi, infatti, partecipano con i pettorali, per chi li possiede, coperti da un discreto bikini a triangolo (è rischioso, potrebbero affezionarsi all'idea). A fine agosto 1920 le donne conquistarono il diritto di voto, “e anche nel Ventunesimo secolo le donne devono alzarsi e pretendere quell'uguaglianza nei fatti”, urlano nei magafoni signore senza reggiseno.
A New York hanno disegnato una statua della libertà in topless, a Venice Beach, in California, il pubblico maschile della manifestazione era particolarmente solidale e immortalava la scena sui telefonini, a Miami Beach una specie di modella maggiorata e soda girava in topless con un cartello: “La guerra è indecente, non le mie tette”. Da queste parti, dove ci si accapiglia per un paio di scarpe con i tacchi e dove le ragazze perdono tempo a odiarsi fra loro e ad accusarsi di cretinaggine, per non dire peggio, invece di approfittare del caos assoluto e prendere il potere, una marcia in topless in nome dell'uguaglianza segnerebbe l'inizio della guerra civile: quelle che gridano alla mercificazione, quelle che si scandalizzano per la lapidazione, quelle che denunciano il silicone, quelle che rispondono: il silicone logora chi non ce l'ha.
Comunque è molto difficile credere che “Tira fuori le tue tette per i tuoi diritti” possa diventare uno slogan esportabile (i calendari per camionisti diventerebbero documenti della lotta per l'uguaglianza, le ragazze cin cin eroine della libertà e Michela Marzano non saprebbe più cosa raccontare), proprio adesso, poi, che il topless neanche in Costa Azzurra si porta più. Però un'idea, una novità, per risollevare le ragazze ci vuole, per riappacificarle fra loro. Una cosa qualunque, una svolta solidale, in nome del famoso amore delle donne per le altre donne: Tulliani for president, tanto per cominciare.
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