La bassa società delle polemiche editoriali (mal)vista da Saint Tropez

Stefano Di Michele

La verità su questa vicenda l'ha raccontata a modo suo. Poi la racconterò io a modo mio”. Carlo Rossella, un occhio sulla spiaggia di Saint Tropez e uno sul catalogo di una mostra su Brigitte Bardot, non cita mai Eugenio Scalfari. Anzi, della faccenda proprio non vorrebbe parlare. E la faccenda è la seguente: intervenendo su Repubblica sull'annosa questione se uno scrittore democratico abbia da essere pure scrittore mondadoriano, Scalfari ha segnalato.

    La verità su questa vicenda l'ha raccontata a modo suo. Poi la racconterò io a modo mio”. Carlo Rossella, un occhio sulla spiaggia di Saint Tropez e uno sul catalogo di una mostra su Brigitte Bardot, non cita mai Eugenio Scalfari. Anzi, della faccenda proprio non vorrebbe parlare. E la faccenda è la seguente: intervenendo su Repubblica sull'annosa questione se uno scrittore democratico abbia da essere pure scrittore mondadoriano – essendo la Mondadori tra i possedimenti berlusconiani – Scalfari ha segnalato: a) che lui da quelle parti (in partibus Einaudi) si trova benissimo; b) che la Medusa film (stesso accasamento) un paio di anni fa lo informò che voleva fare un film tratto dal suo libro “La ruga sulla fronte”. Poi vide, racconta, il presidente della stessa, appunto Rossella, intervenire a “Ballarò” e a “Porta a porta” e “fece affermazioni molto gravi e a mio avviso faziose a favore di Berlusconi e si lasciò andare a veri e propri insulti contro i partiti di opposizione”. E dunque, Scalfari scrisse alla Medusa, “rescindendo il rapporto che avevo con lei”. Così il fondatore di Repubblica. Così il presidente della casa cinematografica: “Mi sembra una fiction”. E niente altro? “Finisco le vacanze, poi vado a Venezia al Festival del cinema. Vedo solo che qualcuno si è scoperto sul suo giornale prima di me. Lascio che continui ad occuparsene”.

    Magari vi incontrate a Venezia. “Spero che venga vestito di bianco, così lo vedo da lontano…”. Però, questa faccenda della Mondadori… “Non ci voglio entrare. Dico solo che è la casa editrice più libera d'Italia. Così Medusa, basta vedere il suo catalogo… Purtroppo questa estate è talmente avvelenata, che pure notizie laterali, che non sarebbero notizie neanche in Moldavia, finiscono sulla prima pagina…”. Rossella vorrebbe deserto e silenzio, dice, e intanto patisce lì a Saint Tropez dove ricconi russi si spruzzano addosso bottiglioni di champagne, “e te lo spruzzano addosso anche senza chiederti il permesso”, il nudo dilaga e il rischio incombe, “ho il diritto di non avere rotture di coglioni con cazzi tette culi e palle”, ed è estate di rumore più di altre estati, “happy hour ovunque, cafoneria dilagante, stagione senza regole: e poi vogliamo chiedere ai politici di avere delle regole, se per primi gli italiani non le hanno? Estate da dimenticare, da bassa più che da alta società, con tutte le pervertite in abiti striminziti, tette e culo, si vede tutto, si è passati dall'erotismo al mignottismo…”.

    Da dimenticare, la stagione, si capisce, pure per le pene patite dal Cav. “E comunque la protagonista è senz'altro la Tulliani, insieme al marito e alla famiglia… Un personaggio balzacchiano, ci vorrebbe un Balzac per raccontare tutto questo”. Ci vorrebbe Balzac pure per raccontare i patimenti governativi, però. “Quelli li ha creati Fini. Questo è il mio giudizio. Ho anche firmato l'appello contro di lui. L'idea che ci possa essere la crisi è assurda”. Beh, a proposito di cose chic: pure il fantastico partito dell'amore è finito tra lo “stronzo” e la “merda”… “Le parolacce sono purtroppo entrate nel lessico comune. Persino Togliatti, di raffinata cultura, voleva prendere a calci in culo De Gasperi… Per farsi capire dai giovani, ecco, la parola ‘stronzo' funziona. Del resto, anche i ‘medici in famiglia' dicono ormai ‘stronzo' in prima serata”. Cafonerie, appunto, così che i ricchi conosciuti passano lontano con le loro barche, annota desolato Rossella, mentre quelli sconosciuti fanno casino in spiaggia. “Il nostro presidente del Consiglio ha dato l'esempio, lavorando in estate senza risparmio. Io che sono un berlusconiano…”.

    Troppo, magari…
    “Non esiste il troppo in amicizia. Berlusconi fanno bene ad amarlo e dovrebbero amarlo di più…”. E invece, ingrati… “E' stata un'altra estate antiberlusconiana, c'è gente che in questa stagione pensa solo a come fare la guerra a Berlusconi… Lo sento spesso, e so come di questo sia dispiaciuto. Anche per lui, un'estate da dimenticare. Credo che pure Fini, in cuor suo, ormai sia pentito della scelta fatta…”. Assicura Rossella di aver passato l'estate con i lirici greci, poi con De Lillo, ora il catalogo di Brigitte. A proposito: ha per caso riletto “La ruga sulla fronte” in questi giorni? “Macché… Sa che le dico? Che tutte queste polemiche e questa estate antiberlusconiana mi hanno fatto venire a me una ruga sulle palle…”.