Ti telefono con Google. Ovvero, comincia la guerra a Skype
Chi ha un indirizzo Gmail ora può telefonare direttamente dalla pagina della propria casella email, grazie alla tecnologia di Google Voice. Il servizio, disponibile per ora solo in Canada e Stati Uniti, permette di chiamare i cellulari e i numeri fissi del proprio paese gratuitamente – almeno fino alla fine dell'anno. La tariffa internazionale è comunque conveniente: due centesimi di dollaro al minuto.
Chi ha un indirizzo Gmail ora può telefonare direttamente dalla pagina della propria casella email, grazie alla tecnologia di Google Voice. Il servizio, disponibile per ora solo in Canada e Stati Uniti, permette di chiamare i cellulari e i numeri fissi del proprio paese gratuitamente – almeno fino alla fine dell'anno. La tariffa internazionale è comunque conveniente: due centesimi di dollaro al minuto. Una spallata a Skype e a tutti gli operatori telefonici tradizionali, i quali ora si troveranno spiazzati da un servizio che promette di semplificare le comunicazioni senza alleggerire il portafoglio. I numeri dicono che, in questo campo, non sarà facile: gli utenti registrati di Google sono duecento milioni, niente a che vedere con i 560 milioni di iscritti di Skype, che dal 2008 è l'operatore su cui si scambia il maggior numero di minuti al mondo. Alcuni analisti sostengono che, con la sua invasione di campo, Google intenda livellare questa disparità, facendo pagare a Skype la scelta di quotarsi in Borsa – un'operazione che, entro fine anno, dovrebbe fruttargli almeno 100 milioni di dollari.
Anche le compagnie telefoniche non devono avere salutato con entusiasmo la nuova strategia della compagnia di Mountain View, che ha scelto la strada dell'ostilità manifesta: installerà cabine telefoniche negli aeroporti e nelle principali università, offrendo a tutti il proprio servizio. Saranno una copia fedele (ed ecosostenibile) delle storiche cabine rosse londinesi, con tanto di cornetta anni Cinquanta, perché, spiega Jason Toff, capo del marketing di Google, “volevamo rendere tutto più fico e divertente, in qualche modo magico”.
Ci si chiede perché attaccare frontalmente compagnie come Verizon, con cui Google stava per concludere un accordo praticamente monopolistico, o che senso abbia spendere un miliardo di dollari ricablando mezza America per poi concedere telefonate gratis a tutti. La verità è che Google non ha alcun interesse a fare pagare il proprio servizio, né dovrebbe essere impensierita da Skype, che, paragonata coi volumi complessivi degli affari dell'azienda di Mountain View, si dimostra un concorrente marginale, circoscritto in un ambito singolo. Permettendo ai propri utenti di telefonare solo quando sono connessi alla loro casella di posta elettronica, Google dà loro una valida ragione per fermarsi a lungo sulle sue pagine web. Più restano connessi, più pubblicità si può vendere, e a prezzi sempre maggiori. Così, con una mossa spiazzante, Google ha trovato il modo per affrontare direttamente Facebook, sfruttando i suoi stessi metodi. Il magazine Wired l'ha detto chiaramente: “Il nuovo servizio di Gmail è la chiave con cui Google vuole scalzare Facebook dal centro di Internet”.
La pubblicità della compagnia di Mountain View ripercorre, dal suo punto di vista, l'evoluzione delle comunicazioni: 1000 a. C., due uomini preistorici che interagiscono lanciandosi sassi; 1876, l'invenzione del telefono; 2008, la chat da computer a computer tramite Gmail; 2010, si può telefonare dal proprio pc a un amico steso al sole in spiaggia. Così si resta sempre più connessi a Google, che potrà continuare a controllare i comportamenti dei propri utenti, offrendo in cambio una “personalizzazione istantanea” dell'uso di Internet. Chi teme per la propria riservatezza può restare su Skype. Per gli altri ci sono sempre meno ragioni per stare su Facebook.
Il Foglio sportivo - in corpore sano