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Arriva l'attesissimo Blair a consolare le doglie del New Labour
Dopo molte settimane di attesa, oggi l'Inghilterra assiste a due eventi speciali per il Partito laburista. L'autobiografia dell'ex premier Tony Blair arriva nelle librerie e gli elettori di tre collegi sono chiamati a votare per scegliere il loro nuovo leader. I dettagli di “Tony Blair: a journey” sono rimasti top secret grazie a una campagna promozionale senza sbavature, ma i pensieri e le proposte politiche dei cinque candidati alla poltrona che un tempo apparteneva a Blair sono stati sulle prime pagine dei quotidiani fino alla nausea.
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Dopo molte settimane di attesa, oggi l'Inghilterra assiste a due eventi speciali per il Partito laburista. L'autobiografia dell'ex premier Tony Blair arriva nelle librerie e gli elettori di tre collegi sono chiamati a votare per scegliere il loro nuovo leader. I dettagli di “Tony Blair: a journey” sono rimasti top secret grazie a una campagna promozionale senza sbavature, ma i pensieri e le proposte politiche dei cinque candidati alla poltrona che un tempo apparteneva a Blair sono stati sulle prime pagine dei quotidiani fino alla nausea. Nonostante quattro dei cinque contendenti debbano tutta la loro carriera politica alla protezione e all'incoraggiamento di Blair (David Miliband e Andy Burnham) o del suo amico, rivale e successore Gordon Brown (Ed Balls ed Ed Miliband), ognuno di loro si è distinto per aver preso le distanze dai dioscuri della parabola decennale del New Labour. A questo esercizio si è dedicato anche il candidato numero cinque, Diane Abbott, esponente di estrema sinistra e simbolo della presenza delle donne e delle minoranze etniche.
Gli umori del partito (e degli elettori) laburista sono molto negativi sia nei confronti di Blair (soprattutto per la guerra in Iraq, per le amicizie inconfessabili e per la fortuna accumulata dopo il ritiro dalla vita politica), sia nei confronti di Brown (a lui rinfacciano la crisi economica e il cattivo carattere). I capricci dell'elettorato sono una cosa legittima e fisiologica, ma quanto conviene ai più giovani colleghi di partito celebrare una specie di parricidio collettivo, dal vago sapore freudiano, per di più in pubblica piazza? Le colpe di Brown sembrano tali da non poterlo nominare, ma criticare le politiche e persino le scelte personali di Tony Blair è diventato ormai l'attività principale dei laburisti. Al governo osservano divertiti, dato che il premier dei conservatori, David Cameron, vive una specie di luna di miele con il suo vice Lib-Dem, Nick Clegg. A difendere Blair resta soltanto lo spin doctor Peter Mandelson: ieri ha ricordato a Ed Miliband, il delfino dei sindacati e improbabile nostalgico del veterosocialismo d'antan, che “ritornare a una fase pre New Labour significa offendere i milioni di elettori middle class che ci hanno dato tre vittorie di seguito”. Ed Miliband e l'ex leader Lord Neil Kinnock hanno replicato invitando l'ineffabile Mandy a togliersi definitivamente dalla scena. Ancora più esplicita Diane Abbott, per la quale Mandelson e Blair (per non nominare l'innominabile Brown) sono “relitti di un passato che è meglio dimenticare”. Le sue chance sono inesistenti, ma intanto può vantare il favore dell'anziana mamma dei fratelli Miliband, che ha deciso di votarla per non fare un torto a uno dei figli. David Miliband è indicato come probabile vincitore, nonostante la vicinanza a Blair mostrata in passato.
Sensibile come non mai agli umori nazionali, l'ex premier non è in Inghilterra per il lancio dell'attesissimo libro. Sarà alla Casa Bianca, assieme all'altrettanto vituperata moglie Cherie, per una cena in suo onore. Si tratta di un'assenza diplomatica e politica di squisita sensibilità. Tanto, come nella formula morettiana, l'assenza di Blair farà discutere più della sua presenza, mentre un'esclusivissima intervista con il decano politico della Bbc, Andrew Marr, dovrebbe rivelare, per chi non avrà tempo di leggersi l'imponente tomo, quello che l'ex premier pensava realmente dell'ex amico-rivale Gordon Brown, per non parlare dei vari protetti che ora fanno a gara a dissociarsi pubblicamente da lui. Le librerie del regno prevedono un successo strepitoso per “A journey”: un'apoteosi editoriale, per stabilire le giuste proporzioni della principale figura del partito laburista degli ultimi quindici anni.
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