Musiche melense, mollette per capelli e troppe domande

Bassottina

Sono passati pochi giorni dall'inizio ma la cena per Tarantino di Uomo Vogue / Franca Sozzani brilla ancora solitaria come evento degno della Mostra del cinema. Unica nota bella è merito di Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica si è presentato puntualissimo alle 19 in Sala Grande per la cerimonia d'apertura, entrando senza fanfara da una porta laterale con la signora Clio, accolto con applausi entusiasti dalla folla di invitati in pompa.

    Sono passati pochi giorni dall'inizio ma la cena per Tarantino di Uomo Vogue / Franca Sozzani brilla ancora solitaria come evento degno della Mostra del cinema. Unica nota bella è merito di Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica si è presentato puntualissimo alle 19 in Sala Grande per la cerimonia d'apertura, entrando senza fanfara da una porta laterale con la signora Clio, accolto con applausi entusiasti dalla folla di invitati in pompa. Isabella Ragonese, madrina carina e disinvolta, ha fatto un discorsetto anodino, Baratta ha detto che la Mostra gode di buona salute, Mueller ha introdotto le giurie, e alle 19,30 spaccate è stata dichiarata aperta la 67° edizione ed è partito il film, senza i soliti, estenuanti ritardi. Presidente, per carità di patria, venga tutti gli anni! Né il film d'apertura né tantomeno la tradizionale cena inaugurale (quest'anno nella Sala degli Stucchi dell'Excelsior) hanno raggiunto la sufficienza. E pensare che il regista di “Black Swan”, Darren Aronofsky, ha vinto il Leone qualche anno fa con “The Wrestler”, rilanciando la carriera di uno splendido Mickey Rourke.

    Un regista può sbagliare un film; è meno giustificato per un festival che ha sempre offerto cene inaugurali sontuose e ben organizzate, sbagliare un buffet, crisi o non crisi. Dopo un rapido giro per i tavoli grondanti pietanze dall'aspetto repellente, indegne della scodella di una bassottina, siamo volati in cuccia, digiuni e felici per i fiumi di champagne. La visione di Natalia Aspesi, Vania Traxler, Lino Banfi, Adriana Chiesa e tutta l'enorme folla di vip pigiata cheek-to-cheek, per tentare di mangiare, bere e chiacchierare in piedi, tenendo in equilibrio come giocolieri, piatto, posate, bicchiere e pane era troppo avvilente, anzi umiliante. Il Gazzettino ha dato una botta all'abito di Afef, descritto come un Ferrè ammuffito da troppo tempo nell'armadio e con paillettes e lunghezza fuori moda; e poi il beige sull'incarnato olivastro fa tinta unita. Un punto luce letterale era la giacca di Luca Guadagnino (Io sono l'amore) color aragosta-evidenziatore; con il cappellino a scudiscio di Marina Ripa di Meana, le mise più spiritose della serata.