I rinfocolatori

Nel centrodestra scoppia la grana degli squadristi a caccia di Fini

Salvatore Merlo

Nel momento in cui il Cav. si è orientato verso una complicata tregua con l'ex leader di An, impegnandosi personalmente affinché la campagna di stampa sul presidente della Camera si ammorbidisca almeno un po', il sito finiano di Generazione Italia scrive: nel Pdl stanno organizzando per domenica a Mirabello una contestazione contro Fini, “guidata dalla Brambilla” (che smentisce e annuncia querela). Cosa c'è di vero?

    Nel momento in cui il Cav. si è orientato verso una complicata tregua con l'ex leader di An, impegnandosi personalmente affinché la campagna di stampa sul presidente della Camera si ammorbidisca almeno un po', il sito finiano di Generazione Italia scrive: nel Pdl stanno organizzando per domenica a Mirabello una contestazione contro Fini, “guidata dalla Brambilla” (che smentisce e annuncia querela). Cosa c'è di vero? Per prima cosa è vero che esiste un partito dei rinfocolatori e che costoro vanno cercati negli ambienti ex An sia interni al Pdl sia tra i finiani. Molte ore prima che ne scrivesse Generazione Italia, un finiano integrale raccontava al Foglio: “A Mirabello potrebbe finire a mazzate tra ex missini. Roba di vecchi rancori in occasione del ventennale del congresso di Rimini, quello dell'elezione di Rauti che si concluse a sediate in testa”. Difatti le contestazioni, domenica, potrebbero esserci sul serio, ma Brambilla non c'entra (pare).

    Il sito di Generazione Italia,
    l'associazione finiana fondata da Italo Bocchino, ha raccontato di una strana telefonata giunta per errore, a Napoli, a un ex di An rimasto con Fini. Qualcuno sbaglia e racconta al finiano: “Stiamo organizzando con la Brambilla una contestazione a Fini quando parlerà a Mirabello. Riesci a riempirmi un pullman? E' tutto a spese del partito”. Sulla veridicità di questo racconto grava più di qualche dubbio, sollevato persino all'interno del gruppo dei fedelissimi di Fini. In realtà pare che la vicenda delle minacciate contestazioni al presidente della Camera abbia una duplice provenienza, si tratta di due storie parallele. Vediamo la prima. La festa di Mirabello è stata storicamente la festa dei finiani dentro An. Il divorzio tra Berlusconi e Fini ha provocato microscissioni in tutto l'impero, anche in provincia di Ferrara, a Mirabello.

    E' lì, dove Almirante incoronò Fini, che i due storici organizzatori della manifestazione hanno cominciato a litigare: uno è rimasto con il vecchio capo, l'altro ha seguito Maurizio Gasparri e dunque il Cav. Così non è escluso che domenica prossima, per via di queste tensioni, si assista a una contestazione che in effetti un gruppo di ex An ferraresi ha pensato di inscenare sotto il palco del presidente della Camera. Ma questa storia, è chiaro, non c'entra nulla con Michela Vittoria Brambilla né con le vere, o presunte, intenzioni bellicose del Cav. Rimanda piuttosto ad antichi costumi del postfascismo. C'è chi ritiene, nelle province lontane, che contestare Fini possa far piacere agli ex colonnelli.

    Contemporaneamente, però, è vero pure che nelle settimane passate – sostengono le male lingue – Brambilla avesse fatto trapelare l'intenzione di raccogliere delle firme contro Fini. Negli ambienti berlusconiani, prima del contrordine pacifista, si era diffuso un rumoreggiare intorno a mascherate con fischietti e vuvuzelas. Tuttavia niente che avesse mai ricevuto un avallo ufficiale. Negli stessi ambienti del Pdl confessano: “Si trattava di una piccola spacconata situazionista. Da minacciare, non da mettere in pratica sul serio”. Il fatto è che di questo rumoreggiare si sono impadroniti quei finiani che vorrebbero spingere l'ex leader di An a dire “di più” a Mirabello. I falchi. Gli stessi che hanno voluto diffondere questa notizia un po' vera e un po' falsa rimbalzata su Internet e sui siti di tutti i quotidiani. Intorno al discorso e alle parole che Fini pronuncerà a Mirabello ci sono spinte contrapposte, un conflitto interno non privo di asperità. Fini riunirà tutti, duri e trattativisti, il 4 settembre. A quel punto si capirà di più.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.