L'Italia ci riprova in Somalia: i carabinieri addestreranno la polizia di Mogadiscio
I carabinieri addestreranno le forze di polizia somale in una base militare vicino a Nairobi, capitale del Kenya. Lo ha rivelato a Il Foglio il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, che questa settimana ha compiuto una missione in Africa. Non solo: la diaspora somala in Occidente potrebbe nascondere “potenziali sacche di estremismo islamico” secondo le informazioni raccolte da Mantica durante i suoi incontri a Nairobi sulla sicurezza nel Corno d'Africa.
I carabinieri addestreranno le forze di polizia somale in una base militare vicino a Nairobi, capitale del Kenya. Lo ha rivelato a Il Foglio il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, che questa settimana ha compiuto una missione in Africa. Non solo: la diaspora somala in Occidente potrebbe nascondere “potenziali sacche di estremismo islamico” secondo le informazioni raccolte da Mantica durante i suoi incontri a Nairobi sulla sicurezza nel Corno d'Africa. Qualche decina di carabinieri dovrebbe cominciare da metà ottobre l'addestramento di 200 ufficiali, 200 sottufficiali ed un migliaio di agenti della polizia somala.
Un ulteriore tassello per rafforzare il traballante governo provvisorio a Mogadiscio contro l'avanzata degli al Shabaab, i talebani somali. “Ruanda e Sud Africa si occuperanno della preselezione del personale di polizia – spiega Mantica al Foglio – Poi i carabinieri cominceranno l'addestramento”. Il governo ha messo a disposizione anche la Guardia costiera per i pattugliamenti anti pirateria delle coste somale. "L'impegno dell'Italia prosegue ininterrotto - ha spiegato il sottosegretario - con il sostegno finanziario alle istituzioni somale, alle forze di sicurezza, a Radio Mogadiscio e con nuove iniziative di cooperazione per un totale di 5,2 milioni di euro''.
Americani e italiani già garantiscono la paga a ottomila soldati del neonato esercito somalo, ma ci sono forti dubbi sulla reale efficacia di queste unità. Per questo motivo punteremo di più sulla polizia.
A Nairobi Mantica ha incontrato il vicecomandante della missione di pace dell'Unione africana (Amisom) in Somalia, il ministro per la sicurezza del Kenya, George Kinuthia Saitoti, il nuovo rappresentante dell'Onu per il Corno d'Africa, Augustine Mahiga e l'ambasciatore americano Michael Rannerberger.
“Dopo gli attentati di Kampala (per la finale dei mondiali, nda) la comunità internazionale è preoccupata dell'esportazione del conflitto somalo” osserva Mantica. Gli americani hanno lanciato l'allarme rosso sulla capacità degli al Shabaab di colpire al di fuori dei loro confini e di reclutare volontari della guerra santa nella vasta diaspora all'estero. “Somali nati negli Stati Uniti sono andati a combattere a fianco degli al Shabaab ed uno si è fatto saltare in aria come kamikaze – sottolinea Mantica – Dall'Italia, dove la stragrande maggioranza dei somali è moderata, non abbiamo segnalazioni del genere, ma la diaspora, anche in Europa, può covare sacche potenziali di estremismo islamico”. Di ritorno a Roma Mantica segnalerà al ministro degli Interni il pericolo con l'obiettivo “di aumentare il livello di attenzione”.
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