Summa Haeresium

Camillo Langone

Se io fossi Papa dovrei sopportare anche Luigi Maria Verzè (così si firma sul Corriere), invece come cristiano semplice mi è consentito mostrare tutto il mio disgusto verso la Summa Haeresium che il fondatore del San Raffaele ci ha propinato ieri sullo stesso giornalone gnostico-borghese sul quale, poche pagine dopo, Emanuele Severino e Armando Torno hanno annunciato che “Dio è d'accordo con il serpente”.

    Se io fossi Papa dovrei sopportare anche Luigi Maria Verzè (così si firma sul Corriere), invece come cristiano semplice mi è consentito mostrare tutto il mio disgusto verso la Summa Haeresium che il fondatore del San Raffaele ci ha propinato ieri sullo stesso giornalone gnostico-borghese sul quale, poche pagine dopo, Emanuele Severino e Armando Torno hanno annunciato che “Dio è d'accordo con il serpente”. Non ho capito se Verzè ha sbroccato definitivamente oppure se sta citando Giorgio Gaber e quindi se dobbiamo attenderci una prossima pagina intitolata “Io se fossi Dio”. Intanto si immagina Papa, questo prete che tanto per cominciare veste come un amministratore delegato fottendosene della preghiera che un Papa vero, Giovanni Paolo II, pronunciò un giorno ahinoi ormai lontano: “Fa' che non rattristiamo il tuo Spirito con la volontà di nascondere il sacerdozio davanti agli uomini e di evitarne ogni segno esterno”.

    Verzè si attacca ai versetti evangelici come un ubriaco ai lampioni, buono il primo che capita, e per un paio di colonne mi ricorda il povero Milingo farfugliante che prova a far convivere Gesù Cristo, il reverendo Moon, la moglie coreana e le ospitate da Chiambretti. Ma è ancora abbastanza lucido da centrare l'omelia eresiarchica sulla menata del “potere” e del “carrierismo” che inquinerebbero la chiesa: non c'è di meglio per cattivarsi il grande gregge degli invidiosi. Poi scomunica la scomunica, istituto previsto dal Fondatore e formalizzato da san Paolo: quindi la pagina anziché “Se io fossi Papa” bisognava intitolarla “Se io fossi il Messia e l'Apostolo delle genti”.

    Verzè conosce la storia non meglio del Vangelo e pertanto addebita la secolarizzazione d'Europa alla “verticalizzazione” ecclesiastica (come se il cristianesimo non fosse venuto meno soprattutto nelle nazioni del luteranesimo orizzontale) e l'afflizione dell'Africa ai “cristiani suoi secolari oppressori” (come se lo schiavismo non fosse intrinsecamente pagano e maomettano e perciò precedente e successivo agli europei). L'unica frase giusta nello zibaldone di fregnacce messo insieme dall'imprenditore ospedaliero col vezzo del sacerdozio è l'ultima: “Papa non lo sarò mai”. Certo, perché va bene l'ignoranza ma perfino lui conosce esistenza e significato di Matteo 16, 18: “Le porte degli inferi non prevarranno”.

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).