La disfida d'Ampezzo

Marina Valensise

Anche quest'anno è calato il sipario sugli incontri di Cortina, la perla delle Dolomiti, approdo vacanziero della borghesia del fare, abbiente e consapevole di sé che ama il Kaiserschmarrn, le gite in Val Travenanzes e in Val Popena, ma anche libri e politica e i relativi dibattiti. La novità di quest'anno, però, è l'eco della disfida che contrappone Cortina InContra, frutto del sodalizio di ferro tra il giornalista Enrico Cisnetto e la moglie Iole.

    Anche quest'anno è calato il sipario sugli incontri di Cortina, la perla delle Dolomiti, approdo vacanziero della borghesia del fare, abbiente e consapevole di sé che ama il Kaiserschmarrn, le gite in Val Travenanzes e in Val Popena, ma anche libri e politica e i relativi dibattiti. La novità di quest'anno, però, è l'eco della disfida che contrappone Cortina InContra, frutto del sodalizio di ferro tra il giornalista Enrico Cisnetto e la moglie Iole, nato sui banchi dell'Istituto tecnico Einaudi di Genova, che da nove anni riunisce nella valle ampezzana il grosso della politica, della finanza e della gente che conta, e la neonata “Montagna di libri”, iniziativa di Francesco Chiamulera, venticinquenne studente cortinese affiancato dalla psicologa Vera Slepoj e dal giornalista Alberto Sinigaglia.
     

    Dopo l'intervento di Jas Gawronski allo show di Marco Travaglio, di fronte a seicento persone stipate nell'Alexander Halle, a Cortina ormai si parla solo di monopolio culturale, di abuso di posizione dominante, di legittimità dell'esclusiva. Dai camerieri del Posta ai commessi di Lovat, di fronte al successo pazzesco degli incontri di Cisnetto, sembrano tutti professori di antitrust. E' successo che il principe polacco, paladino della concorrenza e innamorato della località in cui da decenni passa estate e inverno, cimentandosi in ardite ferrate esclusive con partenze nottetempo, ha deciso di prendere pubblicamente le difese del giovane Chiamulera e della sua iniziativa. Gawronski ha elogiato l'aedo dei giustizialisti per aver sfidato i Cisnettos e la loro portentosa macchina organizzativa, accettando di esibirsi nella rivale Montagna di libri. E ha chiesto al sindaco Andrea Franceschi di dissociarsi da un comportamento che nonostante il grandissimo prestigio conquistato negli anni “è d'ostacolo all'emergere di altre iniziative”.

    Due settimane prima, Arrigo Petacco s'era visto infatti depennare il nome dalla presentazione di “La Resistenza tricolore”, l'ultimo libro scritto a quattro mani con Giancarlo Mazzuca, in programma il 13 agosto al Palaudi, già Palalexus e Palavolkswagen, che sarebbe il megatendone con palcoscenico, telecamere e mille sedie allestito in Piazza della Stazione che funge da cattedrale del Cortina InContra e che ogni anno cambia nome in ragione dello sponsor che mette a disposizione le auto blu. Petacco, agli occhi dei Cisnettos, aveva colpevolmente accettato di partecipare a un incontro della Montagna di libri, e infatti, il 21 agosto s'è trovato a parlare di un altro volume, “Il regno del nord” uscito in ottobre, contentandosi di una cinquantina di persone riunite nell'auletta al Palazzo delle Poste. A fronte dei Cisnettos, che contano su 52 sponsor fra i quali spiccano le grandi multinazionali Eni, Enel, Finmeccanica, il giovane Chiamulera, studente in storia alla Sapienza, ma cortinese doc figlio di un commerciante di vestiti con negozio in Corso Italia, dispone di un budget molto risicato.

    I suoi ospiti li va a prendere con la sua macchina
    per poi portarli a cena nei ristoranti vintage di Cortina, Villa Oretta, Leone e Anna, Pontejel, Ospitale. Dal comune ha una sovvenzione di 2.500 euro, mentre il Cristallo, storico albergo sotto il Faloria restaurato di recente, offre l'alloggio. Gli ospiti dei Cisnettos, invece, soggiornano al Miramonti, il grand hotel un po' decadente dopo la Baita Fraina, e la sera vengono contesi tra le più esclusive baite ampezzane dai Coin, dai Brion, dai Canossa, mandando tutti in visibilio: le padrone di casa per contenere l'entusiasmo s'infilano dentro i dirndl a fiorellini che arrivano al polpaccio; i mariti dissimulano l'understatement indossando pantaloni alla zuava. E nulla, nemmeno i casunziei di rape rosse, è più delizioso del contrasto tra l'artefatta semplicità ampezzana e la sprovvedutezza dell'ospite che spesso si presenta in espadrillas e pantaloni di lino.

    Quest'anno a Cortina InContra c'è stato il procuratore antimafia Piero Grasso, c'è stato Bruno Vespa, ormai cortinese doc dopo l'acquisto di una casa a Cianderies, e musa ispiratrice del format cisnettiano, che è un “Porta a porta” dal vivo; c'è stato Abraham Yehoshua spalleggiato da Gideon e Shamira Meir; naturalmente Vittorio Feltri, “un habitué qui fait salle comble” dice una franco-cortinese eccitatissima; ci sono stati Paolo Mieli, Enrico Mentana,  Ferruccio De Bortoli e Marcello Sorgi con il libro liparota sugli amori di Rossellini; c'è stata Lina Sotis e pure Luxuria e Candida Morvillo; non son mancati Stefano Dambruoso e Giorgio Mulé, l'ambasciatore Nelli Feroci e Enrico Letta, Antonio Galdo e la Santanchè, e Bertinotti onnipresente come Augias, Teodori e Alemanno, che oltre a essere un alpinista provetto è ormai, coi suoi cari, un fedelissimo dei Cisnetto d'Ampezzo. Ci sono stati persino il figlio di Ciancimino e Calogero Mannino e l'immancabile Boralevi che duettava con Antonio Monda di sesso e potere. Si è parlato di tango e di calcio, di Sordi e di Ciampi, di cricca e olimpiadi, di musica e memoria. In un mese 114 eventi e 80 mila presenze, insomma un record, favorito certamente anche dalla pioggia e dal brutto tempo. Eppure, fra tanto entusiasmo si sente pure qualche mugugno.

    “La stagione dei Cisnetto è stata un po' meno brillante che in passato” osserva un frequentatore storico, che si trincera dietro l'anonimato per il terrore che incute la potenza dei Cisnettos. “Non s'è visto Fini, che veniva sempre, e nemmeno il cardinale Scola, che pure aveva un libro fresco di stampa”. Il fatto è che “la politica ha un po' stufato”, spiega al Foglio lo stesso Enrico Cisnetto. “Quando mille persone vanno a sentire la Mazzucco che parla di Tintoretto significa che la tentazione di evadere è forte”. Sarà anche per questo, dunque, se lo scontro con la Montagna dei libri è feroce. Chiamulera, infatti, dice di aver puntato su “uno spazio di confronto più letterario dove protagonista tornasse a essere il libro, non le personalità”. Ha esordito lo scorso inverno invitando Mario Cervi, Antonia Arslan, Andrea Vitali, e poi Rosa Matteucci, Silvia Ronchey, Maurizio Molinari, che come Petacco hanno subìto il veto dei Cisnetto. “Eppure noi non siamo concorrenti” insiste il cortinese. “CortinaIncontra è una grande manifestazione che si occupa di attualità e politica, noi ci occupiamo solo di libri e di cultura. Petacco voleva partecipare a entrambe, ma non volendo esercitare lo ius primae noctis alla fine è venuto solo da noi. I veti contano più della sostanza, ma se guardiamo ai numeri siamo contenti. C'è spazio per tutti”.

    Contento invece Cisnetto non lo è affatto. “La concorrenza è molto positiva solo se è leale. Quando ho scoperto che questi invitavano a Cortina fingendo di essere noi, ho dovuto mandare una circolare a tutte le case editrici. Se investo tante risorse, è chiaro che devo porre come regola l'esclusiva, non sono mica un francescano”. Ma il libero mercato, la concorrenza? “Panebianco scrive sul Corriere e non può farlo su Repubblica” risponde Cisnetto, per neutralizzare le critiche. Eppure la critica perlomeno agli occhi del suo principale accusatore resta in piedi: “Come si fa a pretendere l'esclusiva di ospiti famosi, se poi Cortina InContra paga i suoi relatori col solo rimborso delle spese di viaggio e due notti in albergo?”, si domanda Jas Gawronski, unico ospite dei Cisnettos che sia riuscito a ottenere un compenso ad hoc e che perciò è finito sulla lista nera per non creare un precedente. “Cisnetto pretende l'esclusiva della mediazione” commenta un cortinese sensibile alla rottura del vecchio equilibrio. “All'inizio ha certamente dato una scossa. Poi però ha invertito l'ordine dei fattori: l'evento è diventato lo strumento per fare comunicazione; non è più la sponsorizzazione lo strumento per sostenere l'evento. Certo, si rende un servizio prezioso ai villeggianti. Ma le patate contano più del gulash e il contorno mondano e di comunicazione è diventato il piatto forte”.