Gay, pedofilia, Shoah. Il documentario è questo

Le accuse infamanti che Channel 4 manderà in onda in attesa del Papa

Paolo Rodari

Mancano oramai pochi giorni all'arrivo del Papa in Inghilterra e Scozia (16-19 settembre) e a Channel 4 è tutto pronto per la messa in onda di un documentario esplosivo curato dal leader del movimento gay Peter Tatchell. Da giorni nel Regno Unito se ne parla parecchio. La domanda che molti si pongono è: cosa dirà Tatchell? Accuserà per l'ennesima volta il Vaticano di essere oscurantista con i gay?

    Mancano oramai pochi giorni all'arrivo del Papa in Inghilterra e Scozia (16-19 settembre) e a Channel 4 è tutto pronto per la messa in onda di un documentario esplosivo curato dal leader del movimento gay Peter Tatchell. Da giorni nel Regno Unito se ne parla parecchio. La domanda che molti si pongono è: cosa dirà Tatchell? Accuserà per l'ennesima volta il Vaticano di essere oscurantista con i gay? Ricorderà una volta ancora la leggenda tutta inglese secondo la quale il sacerdote che il Papa beatificherà a Birmingham, John Henry Newman, era un omosessuale? E infine: butterà addosso a Benedetto XVI l'illazione uscita non si sa da dove che lui stesso, Joseph Ratzinger, è in realtà un omosessuale che reprime la sua natura scagliando invettive contro i suoi simili?

    Quanto dirà Tatchell nessuno lo sa. Ciò che invece è noto sono i servizi che Tatchell ha preparato per Channel 4. Andranno in onda lunedì sera. E accompagneranno quanto il leader gay vorrà dire in diretta. “L'inizio – scrive Damian Thompson, giornalista del Telegraph – è incredibilmente sporco”. Perché? Ecco il motivo: una donna ripercorre ai microfoni dell'emittente le tappe di un abuso sessuale subìto decenni fa (Ratzinger non era ancora nemmeno vescovo) a opera di un sacerdote. “Stava bavoso sopra di me”, dice la donna. E ancora: “Mi sentivo qualcosa dentro di me”. Il messaggio è chiaro, volutamente lanciato in apertura di trasmissione: colui che atterra giovedì 16 settembre a Edimburgo è il capo di una chiesa piena di pedofili, una chiesa che per anni ha coperto schifezze di questo genere. La chiesa cattolica ha insabbiato per decenni la pedofilia del clero e anche Ratzinger è colpevole di questa situazione: ha guidato la Congregazione per la dottrina della fede nell'era wojtyliana ma non ha fatto nulla per opporsi allo status quo.

    Quindi ecco il secondo servizio. Si sente la voce di un uomo di nazionalità tedesca che chiede agli ascoltatori: “Volete fare parte di una chiesa che nega che l'Olocausto sia realmente accaduto? Volete essere membri di una chiesa che dice che l'eccidio di migliaia e migliaia di ebrei non si è mai verificato? Bene, aderite alla chiesa cattolica, fatene parte, ed entrerete all'interno di un gruppo antisemita”. Il riferimento è chiaro. Due anni fa  Benedetto XVI revocò la scomunica a quattro vescovi appartenenti alla Fraternità San Pio X fondata dall'ultra tradizionalista Marcel Lefebvre. Tra questi c'era monsignor Richard Williamson il quale, in un'intervista a una tv svedese, aveva negato l'esistenza della Shoah. Benedetto XVI revocò la scomunica senza sapere delle dichiarazioni di Williamson. Successivamente il Vaticano prese nettamente le distanze da quelle dichiarazioni così come da ogni altra posizione antisemita. E così fece direttamente il Pontefice. Ma per Channel 4, e soprattutto per Tatchell, questo non conta: la chiesa cattolica resta una chiesa antisemita e Benedetto XVI pure. Secondo Tatchell il Papa “ha commesso un errore enorme con Williamson, un errore che lede la sua autorità morale”. E per questo dovrebbe chiedere pubblicamente scusa.

    Altro tema “forte” della trasmissione è la posizione della chiesa sui preservativi quale mezzo per combattere l'aids. La posizione del Papa è nota, ribadita a chiare lettere un anno e mezzo fa, prima di partire per il viaggio in Africa: i preservativi non sono un metodo adeguato per combattere la malattia. Serve un'adeguata educazione sessuale. Tatchell cercherà di scardinare questa posizione. Del resto l'ha dichiarato lui stesso più volte in queste ore: “Il mio intento è mostrare le posizioni controverse assunte dal Papa in questi cinque anni di pontificato”. E poi una promessa che, visti i servizi che verranno trasmessi, pare uno scherzo: “Sarò imparziale”. Anche perché, ha detto, “nonostante io sappia che sarà molto improbabile, mi piacerebbe intervistare direttamente il Papa”.