Riprende oggi il processo a Jörg Kachelmann

Il meteorologo e la femminista

Andrea Affaticati

E' il processo dell'anno, quello apertosi il 6 settembre a Mannheim. Sul banco d'accusa il più famoso meteorologo del paese, Jörg Kachelmann, 52 anni. Contro di lui la denuncia dell'ex fidanzata, Sabine W., 37 anni, di averla percossa, violentata e minacciata di morte lo scorso febbraio dopo un litigio. Vere o false le accuse, certo si tratta di una storia come se ne possono leggere quotidianamente sui giornali.

    E'  il processo dell'anno, quello apertosi il 6 settembre a Mannheim. Sul banco d'accusa il più famoso meteorologo del paese, Jörg Kachelmann, 52 anni. Contro di lui la denuncia dell'ex fidanzata, Sabine W., 37 anni, di averla percossa, violentata e minacciata di morte lo scorso febbraio dopo un litigio. Vere o false le accuse, certo si tratta di una storia come se ne possono leggere quotidianamente sui giornali e normalmente testate come la Frankfurter Allgemeine o la Zeit non se ne occupano, lasciano la caccia al dettaglio torbido e alle notizie piccanti alla Bild Zeitung. Invece questa volta, complice magari lo sfinimento per una coalizione di governo paralizzata dai suoi contrasti interni, tutti si sono buttati sulla storia, schierandosi su due fronti opposti: dalla parte di lui e dalla parte di lei. Lui, Kachelmann, di ritorno dai giochi olimpici di Vancouver, è stato arrestato in marzo all'aeroporto di Francoforte e si è fatto quattro mesi di custodia cautelare per un possibile rischio di fuga. Kachelmann è infatti cittadino svizzero, anche se da oltre vent'anni racconta che tempo farà ai telespettatori tedeschi, condendo le previsioni meteo con gag e piccoli sketch. Di lei, la supposta vittima, si sa invece poco e nulla, eccetto la professione: conduttrice di un programma radiofonico di un'emittente privata. Il nome è stato cambiato, prima era Tanja W. e non Sabine. Il segreto sulla sua identità viene tuttora mantenuto, anche se lunedì scorso si è presentata in aula e la Bild Zeitung ne ha pubblicato la foto. Il processo Kachelmann dunque ha elettrizzato, come raramente prima, anche i giornali cosiddetti autorevoli.

    Chi però pensava che nel frattempo il circo mediatico avesse finito di sparare tutte le cartucce, il 6 settembre aprendo la Bild si è dovuto ricredere. Lì, annunciato già in prima pagina, si veniva a sapere che anche Alice Schwarzer, leader storica del movimento femminista tedesco, ha deciso di scendere nell'arena, di voler seguire personalmente tutte le fasi del processo, di assistervi, impegni permettendo, direttamente in aula e di darne conto puntualmente al lettore. Non a un lettore della Zeit, della Süddeutsche Zeitung o di Focus però, ma della Bild Zeitung. C'è  di che complimentarsi con il mefistofelico direttore del tabloid, Kai Diekmann (a lui, alle milioni di copie diffuse quotidianamente dal giornale, pare non saper resistere nessuno): il suo colpo da maestro ha fatto schiumare di rabbia soprattutto la stampa progressista. I quotidiani di Berlino Tagesspiegel e Taz (il manifesto tedesco) scrivevano all'unisono: proprio Schwarzer si è messa al soldo della Bild, proprio lei che negli anni Ottanta ci ha “fracassato l'anima” con la morale sulla pornografia e la campagna PorNo. Proprio lei che fustiga pure le minigonne e l'abbigliamento ammiccante e provocatorio scrive ora per il tabloid che ogni giorno ha in copertina una donna nuda, accompagnata da didascalie come quella che accompagnava la foto di lunedì, “Mara ama farsi spogliare”. Proprio dalle colonne del giornale che non ha mancato di frugare maniacalmente tra le lenzuola della coppia Kachelmann-Sabine W., Schwarzer punta il dito contro il voyeurismo mediatico. Proprio dal giornale che ha crocefisso prima lui e poi lei. Definendo lui un libertino incallito che mentre progettava, dopo undici anni di fidanzamento con Sabine, di convolare a giuste nozze prometteva lo stesso ad altre sei donne (tutte convocate al processo). Lei invece veniva liquidata come un'esperta di stalking, un'assetata di vendetta, una bugiarda che prima dice di non sapere nulla delle altre e poi ammette che sì lo sapeva; lei che mostra i lividi lasciati dal rapporto violento e poi dice di aver preso quel giorno dell'aspirina; lei che gli inquirenti sospettano di essersi fatta influenzare da un film trasmesso qualche giorno prima in tv, che raccontava una vicenda come la sua. “A ogni costo sotto la luce dei riflettori”, commentava il Tagesspiegel la nuova veste di cronista giudiziaria di Schwarzer, mentre la Taz ha lanciato addirittura l'appello: “Schwarzer si dimetta da femminista numero uno”.

    Ma questa agguerrita signora di ormai 67 anni, che ha lasciato a fine 2007 la direzione di Emma, il mensile da lei fondato, non ci pensa proprio a farsi da parte e sul tabloid spiega il perché della discesa in campo. Niente di politico: “Jörg Kachelmann? Mi è sempre stato simpatico. Più volte sono stata ospite della sua trasmissione. Una volta abbiamo anche ballato insieme un rock 'n roll. Live. Mi piaceva il suo modo di essere leggero e scanzonato”. Dunque non se ne sta occupando per partito preso. Ricorda che Emma al momento dell'arresto dedicò alla vicenda uno smilzo trafiletto, dicendo di voler attendere gli sviluppi, “al momento c'è la parola di lui contro quella di lei”. Ma, sottolinea, la presunzione di innocenza valida per lui non può trasformare la supposta vittima in preda. Invece è proprio quello che è successo, soprattutto grazie alla stampa. Kachelmann nega le accuse, il processo sarà lungo “e speriamo che il tribunale riesca ad appurare se la supposta violenza c'è stata veramente” scrive Schwarzer. “Per il momento siamo ancora di fronte alla parola di lei contro quella di lui. Quello che è certo però è che l'uomo seduto al banco dell'accusa ha profondamente umiliato e ferito la donna accusatrice”. La prima udienza si è chiusa nel giro di pochissimo tempo, sufficiente però a ispirare a Schwarzer il titolo: “Coraggiosa apparizione dell'ex fidanzata in tribunale”. Sabine W. infatti, pur non essendo richiesta la sua presenza, ha voluto esserci. “E' pallida ma l'espressione in viso è decisa. Alla sua destra, a poco più di otto metri di distanza c'è Jörg Kachelmann, con un completo grigio impeccabile e l'espressione contrita. Lei se ne sta seduta dritta, a testa alta. Il suo portamento segnala: non ho nulla da nascondere. Difenderò la mia credibilità”. Schwarzer avrà pane per i suoi denti.