The king s-maker

Il ritorno dello scorpione. Così Bersani scopre che il suo D'Alema ha un piano per lanciare Casini

Claudio Cerasa

Almeno a parole, Massimo D'Alema non perde occasione per elogiare il suo amato segretario, Pier Luigi Bersani, e anche due giorni fa, intervistato alla festa del Pd dal direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta, ha ripetuto che lui no, per carità, non avrebbe alcun problema a votare l'attuale leader del Pd a capo di una possibile coalizione del centrosinistra.

    Almeno a parole, Massimo D'Alema non perde occasione per elogiare il suo amato segretario, Pier Luigi Bersani, e anche due giorni fa, intervistato alla festa del Pd dal direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta, ha ripetuto che lui no, per carità, non avrebbe alcun problema a votare l'attuale leader del Pd a capo di una possibile coalizione del centrosinistra. Ma chiunque abbia un po' di dimestichezza con gli intricatissimi ambienti del Partito democratico sa bene che nei rapporti tra il segretario e il suo più potente alleato qualcosa sembra essere cambiato. Soprattutto da quando il capo del Pd ha scoperto che colui che più degli altri lo aveva sponsorizzato durante le ultime primarie sta lavorando a un progetto che, diciamo così, non convince del tutto Bersani. Come raccontano al Foglio alcuni collaboratori dello stesso D'Alema, il presidente del Copasir crede che il modo migliore per conquistare l'elettorato centrista sia stringere una grande alleanza con l'Udc, offrendo il posto da premier non a Bersani, ma bensì a Pier Ferdinando Casini. D'Alema ha esposto il suo progetto allo stesso segretario: Bersani concorda con Max sul punto che l'unico modo che avrà il Pd di vincere le elezioni sarà quello di allearsi con l'Udc  (ieri lo ha detto in modo esplicito anche Rosy Bindi), ma la sua analisi diverge su un piccolo particolare: il miglior candidato per Bersani non è Casini, ma ovviamente Bersani.

    E si capisce come questa velenosa trasformazione di D'Alema da potente king maker di segretari a letale king s-maker di premier non stia esattamente entusiasmando il segretario del Pd. “Sì – ammette il deputato del Pd Stefano Esposito – l'idea di Casini candidato premier di una grande coalizione in cui si dia grande spazio all'Udc è congeniale a D'Alema, ma Bersani ha l'occasione di sottrarsi a quella che voi stessi avete ironicamente definito ‘la mossa dello scorpione'. Deve fare una cosa semplice il segretario: dire che chiunque lavori per una soluzione che non prevede Bersani candidato alla premiership lavora contro questo Pd”.

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.