Sarkozy "furibondo" contro la Ue sulla questione dei rom

Perché vogliono fare a Sarkozy quello che hanno già fatto al Cav.

Lanfranco Pace

Le polemiche sulla questione dei rom in Francia sono culminate in uno scontro verbale 'violento' tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente dell'esecutivo europeo Josè Manuel Barroso durante i lavori del vertice Ue in corso a Bruxelles. Lo ha riferito il primo ministro bulgaro, Boyko Borissov. Secondo quanto riportato da alcune agenzie di stampa, il presidente francese avrebbe pronunciato un discorso durissimo durante il pranzo con gli altri leader dell'Ue.

Leggi Il Cav.: "Sto con Sarkozy. I rom sono un problema europeo" - Leggi L'Europa si attacca a una circolare goffa per l'affondo anti Sarkozy

    Le polemiche sulla questione dei rom in Francia sono culminate in uno scontro verbale "violento" tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente dell'esecutivo europeo Josè Manuel Barroso durante i lavori del vertice Ue in corso a Bruxelles. Lo ha riferito il primo ministro bulgaro, Boyko Borissov. Secondo quanto riportato da alcune agenzie di stampa, il presidente francese avrebbe pronunciato un discorso durissimo durante il pranzo con gli altri leader dell'Ue, esigendo le scuse pubbliche della Commissione, che due giorni fa ha annunciato l'intenzione di avviare una procedura d'infrazione contro la Francia per l'espulsione dei rom. Durissimi, in particolare, i commenti sulle parole della commissaria alla Giustizia, Viviane Reding, che aveva paragonato l'espulsione dei Rom a situazioni già viste durante la Seconda guerra mondiale, parole per le quali la lussemburghese si è già scusata.

    Appena tornato dalle vacanze in Provenza per Nicolas Sarkozy si è fatto subito sera. Contestazioni e reprimende. Quotidiane, martellanti. La piazza scalpita contro il progetto di riforma delle pensioni. Gli intellettuali recitano sermoni contro usi e abusi del tema della insicurezza al centro. I vescovi e le associazioni a difesa dei diritti dell'uomo s'indignano per le espulsioni dei rom. Bruxelles tuona e minaccia sanzioni. La stampa, non ne parliamo nemmeno. E poi sempre le donne, anzi la donna più donna di tutte, la moglie, capace come pochi altri di far addensare nuvole e sarcasmi sul capo dell'augusto consorte, la seduttiva Carla Bruni in versione botox e una trentina di amanti citati lungamente in una biografia non autorizzata in libreria da ieri. Cresce l'insofferenza nei confronti di questa coppia presidenziale, troppo giovane, troppo glamour. E siccome lei è bella e intoccabile tutto si scarica su di lui: nei blog è nano quando va bene, sennò psico-nano.
    Anche il presidente francese dunque si ritrova solo, se non contro tutti, contro molti, proprio come il Silvio Berlusconi degli ultimi mesi. Un'empatia non sfuggita al Cav. che si è subito schierato con lui. Il prestigioso Economist che ebbe qualcosa a ridire anche sul premier italiano gli ha dedicato l'ultima copertina: “The incredible shrinking président”, il presidente rimpicciolito che nemmeno si vede, giusto un paio di gambette che spuntano da sotto il cappello di Napoleone all'altezza della rotula di lei, graziosamente di fianco, la fede nuziale ben in vista, sorridente come al solito, elegante come sempre, sofisticato spinato grigio senza maniche, foulard, borsa e scarpe aperte in punta e tacco più accennato del solito, ovviamente ton sur ton. L'uomo che voleva incarnare la nuova destra in Europa, ormai lo vedono come l'uomo che forse non più. Certo sono inglesi, si sa che sparano su chiunque possa essere una minaccia. 

     
    E' francese invece e pure fantasioso il gruppo di alpinisti salito fino alla Mer de Glace, sul versante francese del Monte Bianco, per elevarsi simbolicamente al di sopra “dei nauseabondi dibattiti” in corso, hanno detto. E per mettersi in posa come i rivoluzionari dipinti da Delacroix nella “Libertà che guida il popolo”, quadro simbolo della République, con una giovane Marianna in abito bianco, bandiera bianca rossa e blu, baionetta, berretto frigio e tette al vento di quota duemila. I giornali, che dovrebbero almeno riconoscere al presidente il merito di aver finalmente fatto la legge a protezione delle fonti d'informazione che reclamavano da tanto tempo, sembrano già schierati in ordine di battaglia in vista delle presidenziali del 2012. Quotidiani e settimanali accusano l'Eliseo di usare servizi segreti e apparati dello stato per dissimulare malefatte, impedire alla verità di farsi strada: Sarkozy vorrebbe mettere la mordacchia alla libertà di informare, insomma se non è regime poco ci manca. La relazione di reciproco interesse, ammiccante e quasi complice, nata quando era ministro dell'Interno e durata fino ai primi mesi del mandato presidenziale, si è fatta cotonosa, segue meandri oscuri, si tinge di paranoia.  Vero è che il presidente ci ha messo del suo. Ha fatto di tutto per stanare la talpa sospettata di aver contravvenuto all'obbligo di riservatezza cui sono tenuti i pubblici funzionari e di aver passato al Monde informazioni delicate sull'affare Bettencourt, la miliardaria vedova del fondatore dell'Oréal che avrebbe fatto generose donazioni in contanti al partito e alla campagna del presidente. Una volta scoperta l'ha spedita da un giorno all'altro alla Cayenna, un nome che è tutto un programma. Il Monde, che già non perdonava al presidente le manovre per fare entrare i suoi amici nel capitale del giornale, ha presentato denuncia contro ignoti per violazione della legge sulla libertà di stampa.

    Non è più nemmeno questione di popolarità, ovviamente scesa a picco. E' che quando deve andare storto, tutto va storto, anche le  cose giuste. La piazza non vuole sentir parlare di una riforma che porta l'età pensionabile da 60 a 62 anni per scaglioni entro il 2018 né dell'equiparazione del regime pubblico a quello meno vantaggioso del settore privato, riforma che tutti gli osservatori considerano ragionevole, equilibrata addirittura blanda.
    Lo smantellamento dei campi rom abusivi e l'espulsione di centinaia di clandestini gli hanno messo contro i vescovi e il volontariato di ogni ordine e grado. Viviane Reding commissaria nonché vicepresidente dell'Unione ha parlato di feroce discriminazione etnica che non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale e vorrebbe aprire la procedura d'infrazione per violazione delle regole comunitarie. Sarkozy, che non riesce evidentemente a tenersi una battuta che sia una, chiacchierando proprio ieri con persone presunte fidate in un luogo presunto sicuro è sbottato: se li prenda lei i rom e se li porti nel suo Lussemburgo natale. Una guasconata da condottiero stanco finita dritto dritto sulle agenzie: senza virgolettato, ma l'Eliseo dovrà dannarsi non poco per rendere credibile la smentita.
    Sarkozy messo dunque come Berlusconi dunque. E forse peggio. A differenza del premier italiano non ha nemmeno un Fini con cui prendersela. I suoi uomini non fanno polemiche pubbliche, stanno in riga, coperti dal manto della funzione presidenziale. Il primo ministro Fillon agisce dietro le quinte con discrezione, come un Letta d'oltralpe. Il ministro dell'Interno Hortefeux è noto per eseguire alla lettera le direttive presidenziali. Quello dell'Immigrazione messo davanti alla circolare che fissava come prioritarie le espulsioni dei rom in quanto tali, ha detto di non essere al corrente. Dissente Kouchner il ministro degli Esteri, ma alla domanda se non è d'accordo perché non si dimette ha risposto con un surreale  “dimettersi è disertare, significa accettare”. E' come se in sarkolandia fosse venuta alla luce una linea di faglia. Si direbbe che dall'Eliseo e dintorni si sprigioni lo stesso “parfum des écuries”, l'odore di stallatico che accompagnò la fine della presidenza Mitterrand. Solo che il socialista fece in tempo a restare in carica quattordici anni, sul declinare dell'esistenza. Il giovane energico Sarkozy è appena arrivato al quarto anno e sembra stanco.

    Leggi Il Cav.: "Sto con Sarkozy. I rom sono un problema europeo" - Leggi L'Europa si attacca a una circolare goffa per l'affondo anti Sarkozy

    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.