L'afflizione dei finiani nel dover distinguere il premier dal “tiranno”
Gianfranco Fini parlerà questa mattina attraverso Internet. Si prevede un discorso duro intorno alla questione Montecarlo, dopo che ieri il ministro della Giustizia di Santa Lucia ha confermato che la casa monegasca sarebbe di proprietà del cognato del presidente della Camera. Nell'entourage del premier attendono. Il Cavaliere finirà con il modulare il proprio intervento del 29 settembre in Parlamento sulla base dei toni e dei contenuti del video messaggio del suo ex alleato.
Gianfranco Fini parlerà questa mattina attraverso Internet. Si prevede un discorso duro intorno alla questione Montecarlo, dopo che ieri il ministro della Giustizia di Santa Lucia ha confermato che la casa monegasca sarebbe di proprietà del cognato del presidente della Camera. Nell'entourage del premier attendono. Il Cavaliere finirà con il modulare il proprio intervento del 29 settembre in Parlamento sulla base dei toni e dei contenuti del video messaggio del suo ex alleato. Nel corso di un vertice con lo stato maggiore della ex FI, ieri Berlusconi ha più volte pronunciato la parola “elezioni” ipotizzando una visita al Quirinale per il 29, nel caso in cui Fini dovesse far mancare i voti alla maggioranza. D'altra parte la situazione appare a tutti paradossale.
Come spiegano nella cerchia del Cav.: i finiani si trovano nella assurda circostanza di promettere la fiducia a un governo guidato da un uomo da loro stessi indicato come “produttore di dossier” e “pericoloso per la democrazia”. Condizione speculare, tuttavia, a quella di Berlusconi, che il 29 potrebbe chiedere i voti di chi lo osteggia apertamente. “Non è paradossale. E' una situazione drammatica”, dice al Foglio il vicecapogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova. “Voteremo la fiducia al premier soltanto per senso di responsabilità nei confronti degli elettori e del paese. Le elezioni non possono tenersi in un clima quasi da guerra civile”. Chissà. Da parte finiana, peraltro, si nota con preoccupazione il silenzio del presidente Napolitano su un conflitto istituzionale che, come dice Della Vedova, “ha superato, e di molto, la soglia della fisiologia”. Fino a ieri la sensazione diffusa era che le urne adesso non convenissero a nessuno. Da oggi potrebbe essere diverso. Lo scioglimento forse si avvicina. A meno che i duellanti non continuino a rimpallarsi la responsabilità di una crisi che nessuno dei due ha il coraggio di aprire formalmente.
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