Se Montezemolo
Luca Cordero di Montezemolo premier garantirebbe un livello estetico assai competitivo con gli altri leader mondiali (nelle foto di gruppo Barack Obama non spiccherebbe più per portamento, Nicolas Sarkozy tenterebbe il suicidio dopo aver triplicato i tacchi interni delle scarpe, Carla Bruni saprebbe a chi sorridere, David Cameron farebbe la figura del garzone di salumeria). Dicono che stia aspettando sondaggi e riflettendo sulla possibilità di una discesa in campo per risollevare il paese.
Luca Cordero di Montezemolo premier garantirebbe un livello estetico assai competitivo con gli altri leader mondiali (nelle foto di gruppo Barack Obama non spiccherebbe più per portamento, Nicolas Sarkozy tenterebbe il suicidio dopo aver triplicato i tacchi interni delle scarpe, Carla Bruni saprebbe a chi sorridere, David Cameron farebbe la figura del garzone di salumeria). Dicono che stia aspettando sondaggi e riflettendo sulla possibilità di una discesa in campo per risollevare il paese da questo stato di triste ineleganza: Sergio Marchionne, con Montezemolo pensoso e impeccabile seduto accanto, ha appena detto che “qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti, è vergognoso”.
E' arrivato il momento dello charme in politica, forse, dei nodi di cravatta finalmente azzeccati, del garbo cosmopolita, della sostenibile leggerezza del governare. Certo qui può succedere di tutto, anche che il presidente della Ferrari, il gentiluomo che negli spostamenti informali usa l'elicottero, diventi leader del Partito democratico, ma lui ha fatto sapere che, nel caso “ipoteticissimo”, correrebbe da solo. Come quando, a cena a Trastevere, diede un passaggio in Panda a due turisti americani che non trovavano un taxi, e loro lo scambiarono per un attore, così Montezemolo sospirando fu costretto a esibire il biglietto da visita, per poi commentare: “Se ognuno di noi facesse la sua parte e tutti insieme facessimo squadra, questo paese non avrebbe rivali al mondo” (molti a quel punto, nella furia dell'immedesimazione, caricarono in macchina ogni genere di autostoppisti anche pericolosi, ma non assomigliavano mai all'ex modella di Gucci che Montezemolo accompagnò in albergo assieme al marito imprenditore). Era una prova di governo del fare.
Ora, Montezemolo è troppo bello e ben pettinato, ha perfino troppi capelli originali per mettersi a sudare in politica (Silvio Berlusconi non suda, è vero, e non gli cola nemmeno il trucco, è un mistero scientifico, forse usa il botox per paralizzare le ghiandole), ma sappia che, se davvero fa sul serio, se ha deciso di buttarsi, se si è già annoiato dei treni, ci sono alcune regole imprescindibili: a parte i canali televisivi, le barzellette, le liti con la magistratura, le alleanze con tizi con cognati scomodi, serve anche qualcosa di pesante e di solido, che oscuri le buone maniere, la pochette e la capacità unica (a parte David e Victoria Beckham) di uscire di casa cromaticamente abbinato alla bellissima moglie.
Serve poi la capacità di restituire colpi: Montezemolo in primavera prese il treno, si innervosì per il ritardo e lo dichiarò pubblicamente esaltando la necessità della concorrenza. Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie e sindacalista di lungo corso, lo freddò in un secondo, spiegando che un treno della società di Montezemolo aveva provocato, proprio il giorno prima, ritardi a trentasei convogli pieni di pendolari. Montezemolo non era preparato a tanta volgarità (la parola “pendolari”) e non ribatté nulla. La politica si impara, ma è abbrutente, polverosa, scalcinata, scurrile, gravosa. Il ruolo di bello può essere senza rimpianti lasciato a Pier Ferdinando Casini, Montezemolo potrebbe invece seguire l'illuminazione della modella autostoppista e fare l'attore.
Il Foglio sportivo - in corpore sano