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Se non riduci i gas serra ti fanno esplodere
Un cortometraggio “esplosivo”, lo definisce il Guardian. E in effetti, il filmato “No pressure”, prodotto dal movimento 10:10 per galvanizzare l'opinione pubblica sul problema del riscaldamento globale, si basa sull'idea di una “soluzione finale” per tutti coloro che guardano con diffidenza alle follie degli ambientalisti. Una maestra, alla fine di una lezione sul global warming, chiede ai suoi alunni di una classe elementare chi di loro si impegnerà nella lotta alla riduzione delle emissioni dei gas serra.
Un cortometraggio “esplosivo”, lo definisce il Guardian. E in effetti, il filmato “No pressure”, prodotto dal movimento 10:10 per galvanizzare l'opinione pubblica sul problema del riscaldamento globale, si basa sull'idea di una “soluzione finale” per tutti coloro che guardano con diffidenza alle proposte degli ambientalisti. Una maestra, alla fine di una lezione sul global warming, chiede ai suoi alunni di una classe elementare chi di loro si impegnerà nella lotta alla riduzione delle emissioni dei gas serra. In una domanda, che nello spirito del film dovrebbe essere retorica, tutti i bambini alzano la mano, tranne due, quelli ritratti come i più goffi, annoiati e distratti. La maestra, allora, prima di congedarli, preme un bottone rosso e li fa letteralmente esplodere, con tanto di materiale organico e sangue che viene schizzato sulle pareti e sui compagni. A questo mini episodio, fanno seguito altri tre, tutti con la stessa sceneggiatura, tutti con i Radiohead di sottofondo, ma con soggetti diversi: che siano i dipendenti di un'azienda, l'attrice Gillian Anderson o l'ex calciatore David Ginola, chi non è d'accordo sulla riduzione dei gas serra, e non prende parte alla causa ecologista, viene fatto saltare in aria.
Il movimento 10:10, nato nel settembre 2009 con l'obiettivo di portare i paesi civilizzati a ridurre del 10 per cento ogni anno le emissioni di gas serra in modo da limitare quella che definiscono “la catastrofe climatica”, subito dopo la messa su Web del filmato, è stato subissato da lettere di protesta. Sospesa la pubblicazione on line (anche se su YouTube il filmato continua a circolare), e annullato anche l'accordo con alcuni cinema, dove il corto doveva essere proiettato prima dei film, ieri è apparso sul loro sito un messaggio di scuse da parte di Lizzie Gilet, direttore della campagna, e di tutto il team: “I cambiamenti climatici sono sempre più una minaccia, e i media ne parlano sempre meno”, si legge sul sito, “per questo abbiamo voluto trovare un modo per tirare fuori di nuovo il problema, facendo ridere la gente. Siamo stati contenti quando Richard Curtis ha deciso di scrivere un cortometraggio per noi. In molti hanno trovato il film estremamente divertente, ma purtroppo alcune persone si sono sentite offese dalle immagini e 10:10 si scusa con tutti loro”. La sceneggiatura splatter del corto è stata scritta dall'autore dei sentimentalissimi "Notthing Hill" e "Love Actually". Curtis, nel mezzo delle polemiche, si è giustificato: “Tentare di essere divertente su un argomento serio, è ovviamente rischioso. Spero che la gente a cui non piace il film sarà comunque attenta al problema dei cambiamenti climatici e cercherà di fare qualcosa al riguardo”.
Anche perché numerose organizzazioni no profit, dopo la pubblicazione del video, si sono dissociate dal movimento anti gas serra. Tra queste, l'Action Aid, che supporta il programma nelle scuole, e che ha definito il video “scioccante”. Ma l'intento dubbiamente educativo della campagna è stato espresso in maniera da Jamie Glover, uno dei bambini martorizzati nel film, che in una dichiarazione inquietante e al tempo stesso preoccupante, ha detto: “Io sono stato proprio contento di essermi fatto saltare in aria per salvare il mondo”.
Avvisiamo i lettori che alcune immagini del video potrebbero urtare i più sensibili.
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