Ntv trasmette, Medvedev licenzia. L'arma più micidiale di Russia è una tv

Luigi De Biase

S'intitola “Kryostny Batka”. In italiano suona un po' come “il padrino bielorusso”: è il documentario che i reporter di Ntv, una delle reti televisive più seguite in Russia, hanno dedicato all'uomo forte di Minsk, Alexandr Lukashenka. E' diviso in tre puntate e affronta tutti i guai del presidente, dai rapporti con gli oppositori alla crisi del suo modello economico. La prima parte è tornata sugli schermi martedì sera e ha catturato milioni di telespettatori. Lukashenko non l'ha presa bene.

Leggi la versione in lingua russa

    S'intitola “Kryostny Batka”. In italiano suona un po' come “il padrino bielorusso”: è il documentario che i reporter di Ntv, una delle reti televisive più seguite in Russia, hanno dedicato all'uomo forte di Minsk, Alexandr Lukashenka. E' diviso in tre puntate e affronta tutti i guai del presidente, dai rapporti con gli oppositori alla crisi del suo modello economico. La prima parte è tornata sugli schermi martedì sera e ha catturato milioni di telespettatori. Lukashenko non l'ha presa bene. Il problema non è il tono del reportage, perché uno che si è sentito chiamare “l'ultimo dittatore d'Europa” – così lo definì un segretario di stato americano, Condoleezza Rice, un paio d'anni fa – sa resistere ai giochetti della politica internazionale.

    La questione è un'altra: ogni volta che Ntv trasmette un documentario, un governatore passa giorni difficili. Basta domandare a Yuri Luzhkov, sindaco di Mosca per diciotto anni consecutivi e grande vittima dell'emittente. A settembre, Luzhkov ha criticato il capo del Cremlino, Dmitri Medvedev, e alcuni progetti del governo. Pochi giorni più tardi Ntv ha trasmesso un'inchiesta sulla vita del primo cittadino e su quella della moglie, Elena Baturina, la donna più ricca del paese. La popolarità di Luzhkov è crollata improvvisamente e Medvedev non ha potuto fare altro che licenziarlo. “La fiducia è finita”, diceva l'ultimo telegramma del presidente al suo sottoposto.

    Il documentario su Lukashenka
    era già stato trasmesso in giugno. Ntv ha deciso di riproporlo ora e non si tratta di una coincidenza: quest'anno la Bielorussia va alle urne per scegliere il nuovo leader, la campagna elettorale è già cominciata e il Cremlino gradirebbe un cambio nei palazzi di Minsk. Medvedev lo ha fatto capire domenica, criticando Lukashenka per alcune dichiarazioni che mettono in pericolo “i rapporti con Mosca”. Ntv ha ribadito il concetto due giorni più tardi. Il canale televisivo appartiene a Gazprom, l'agenzia energetica del Cremlino – prima di diventare presidente della Federazione, lo stesso Medvedev è stato a lungo il numero due del gruppo. Le sue inchieste hanno sempre fatto discutere, sin dagli anni Novanta, quando apparteneva al magnate Vladimir Gusinsky e trasmetteve decine di interviste  ai ribelli ceceni. Oggi le inchieste più popolari (e più riuscite, dal punto di vista politico) riguardano alcuni leader che hanno rotto con Medvedev e con il suo potente premier, Vladimir Putin.

    Prima degli attacchi a Luzhkov e Lukashenka, i giornalisti di Ntv si sono occupati di un altro caso eclatante, quello di Kurman Bakiyev e della sua corte. Bakiyev è diventato presidente del Kirghizistan nel 2005, con una rivolta sostenuta dai diplomatici americani e dagli studenti dell'Open Society. La sua epoca è finita la scorsa primavera, quando migliaia di manifestanti hanno occupato le strade della capitale, Bishkek, e hanno costretto il presidente alla fuga. La mischia è partita appena la televisione russa si è messa a indagare sui conti in banca di Bakiyev e sugli affari oscuri del figlio Maksim – un consigliere di famiglia, Eugene Gourevitch, è ricercato anche in Italia per una frode ai danni di Telecom.

    A Bishkek c'è un nuovo governo, ma molti pensano che la campagna di Ntv non sia finita: “Provate a guardare i servizi che continua a trasmettere, in particolare quelli contro i partiti dell'opposizione”, dice a Radio Free Europe Mars Sariev, un analista russo che si occupa di Asia centrale. Una volta fuggito dal Kirghizistan, Bakiyev ha trovato asilo proprio a Minsk, nel palazzo dell'amico Lukashenka. E' poco probabile che i due passino le serate sul divano, guardando la televisione con il cesto dei popcorn sulle ginocchia.

    Leggi la versione in lingua russa