Italia-Serbia non è finita ieri sera
Dopo gli scontri di ieri avvenuti durante la partita Italia-Serbia, poi sospesa dal giudice di gara, allo stadio Marassi di Genova, il ministro dell'interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic, ha detto: "La polizia italiana, prima dell'incontro, non si è rivolta in nessun modo per chiedere aiuto, e neanche la Federcalcio serba non ha chiesto alcuna assistenza della polizia serba", criticando così l'operato della polizia italiana.
Leggi Chi sono e da dove arrivano gli ultras serbi che ieri hanno bloccato la partita
Dopo gli scontri di ieri avvenuti durante la partita Italia-Serbia, poi sospesa dal giudice di gara, allo stadio Marassi di Genova, il ministro dell'interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic, ha detto: "La polizia italiana, prima dell'incontro, non si è rivolta in nessun modo per chiedere aiuto, e neanche la Federcalcio serba non ha chiesto alcuna assistenza della polizia serba", criticando così l'operato della polizia italiana.
Anche Rob Faulkner, portavoce Uefa, ha detto: "Oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche la Federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell'incontro è responsabile". La Uefa comunque ha annunciato l'apertura di un'inchiesta sull'accaduto.
Ma il portavoce dell'osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale, Roberto Massucci, ha respinto le accuse dicendo che il rapporto dell'Interpol giunto alle autorità italiane relativo alla tifoseria serba non indicava il livello di pericolosità degli ultrà: "Il fax arrivato dalla Serbia è un rapporto dell'Interpol che parla dell'arrivo di circa 1.300 tifosi serbi, che poi erano 1.800, che avevano acquistato il biglietto tra i quali circa 180 che viaggiavano su alcuni autobus e minibus senza alcun tipo di segnalazione. Avevamo davanti dei veri criminali, e il fatto di non essere intervenuti subito dentro allo stadio ha evitato una strage: la decisione è stata appropriata ed opportuna perché un intervento nel settore ultras avrebbe potuto comportare conseguenze assai peggiori".
L'ambasciatrice serba a Roma, Sanda Raskovic-Ivic: "Questi teppisti non rappresentano i sentimenti nel comportamento del popolo serbo. Ci vergogniamo e ci scusiamo. Siamo sicuri che l'Italia sarà tra i primi a promuovere la nostra candidatura nel prossimo consiglio europeo del 25 ottobre".
Il bilancio di Genova è di 17 arresti (tra i quali un italiano diciottenne) e sedici feriti, tra i quali due carabinieri. Ivan «Coi» Bogdanov, l'ultrà serbo con il passamontagna che ha guidato gli scontri allo stadio, è stato identificato e arrestato. Sarebbe un leader del gruppo Ultra Boys della Stella Rossa di Belgrado.
Pd e Idv hanno chiesto al governo di riferire al Parlamento sugli incidenti di Genova. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso solidarietà a Maroni e alla polizia mentre l'Idv ha chiesto le dimissioni del ministro dell'Interno. Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi (Pd), ha detto che "la responsabilità di quanto accaduto è soprattutto di Maroni".
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