Tendenza Summers

Michele Arnese

Il teorema Summers irrompe in Italia e agita governo, imprenditori e parti sociali. Le politiche pro sviluppo invocate da Luca Cordero di Montezemolo attraverso la fondazione ItaliaFutura (nella strategia del ministro dell'Economia “non c'è nulla per la crescita ed è senza idee”, è scritto sul sito della fondazione) attirano la replica piccata del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che “all'oracolo Montezemolo” dice: “Un sito che si autodefinisce neutrale ha proprio deragliato”.

    Il teorema Summers irrompe in Italia e agita governo, imprenditori e parti sociali. Le politiche pro sviluppo invocate da Luca Cordero di Montezemolo attraverso la fondazione ItaliaFutura (nella strategia del ministro dell'Economia “non c'è nulla per la crescita ed è senza idee”, è scritto sul sito della fondazione) attirano la replica piccata del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che “all'oracolo Montezemolo” dice: “Un sito che si autodefinisce neutrale ha proprio deragliato”. A difendere Giulio Tremonti c'è anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che così si discosta dalla linea di LCdM: “Credo che, dopo una fase dove c'è stata una grande concentrazione sul rigore, oggi anche il ministro Tremonti stia guardando alla crescita. Stiamo lavorando in questa direzione con il ministro dell'Economia”.

    Si profila anche una declinazione europea del teorema Summers: far crescere l'economia con le infrastrutture senza gravare sui debiti statali. Lawrence Summers, ex consigliere di Barack Obama, ha indicato nelle grandi opere un fattore per invertire la rotta dello sviluppo, approfittando dei bassi tassi di interesse per costruire ponti, strade e grandi reti. Anche in Europa, specie in paesi come la Francia, l'Italia e la Russia, ci sono sostenitori del teorema Summers. Con una variante, però. A differenza degli Stati Uniti, che stampando moneta e con un dollaro debole possono permettersi (seppure senza eccedere troppo) di aumentare l'indebitamento, e di stati come la Cina e la Corea che hanno un ridotto rapporto debito-pil (in Cina è del 18 per cento), i paesi europei zavorrati da un moloch di titoli pubblici non hanno questa libertà di manovra.

    Anche per questo l'idea di Eurobond lanciata nel '93 da Jacques Delors non è considerata per il momento praticabile perché comporterebbe per gli stati europei un aggravio di titoli statali, oltre ad esserci ancora un veto dei tedeschi. Per tradurre in pratica il teorema Summers si fa largo ad esempio l'ipotesi del project bond, rilanciata dal presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Il fine è quello di incrementare l'emissione di titoli europei per finanziare investimenti strategici di lungo periodo. A ciò può pensarci la Bei (Banca europea per gli investimenti), da sola o attraverso il Marguerite network, cioè la rete di grandi Casse (Bei, la tedesca Kfw, la francese Cdc e l'italiana Cdp) che hanno creato il primo fondo per le infrastrutture. “L'Europa – dice al Foglio Franco Bassanini, presidente della Cdp – può raccogliere capitali a un costo più basso di qualunque altra entità pubblica o privata”. Oltre al fondo Marguerite, che fa solo interventi in equity, il circuito delle Casse europee insieme con Bruxelles pensa di importare dall'America – appunto – l'idea dei project bond promossi da Obama: “Stiamo discutendo di idee che sono indirizzate a progetti di interesse generale, come le infrastrutture nei trasporti, nell'energia, nelle tlc – aggiunge Bassanini – Obama ha introdotto i project bond fiscalmente agevolati per finanziare le infrastrutture”. Così lo stato rinuncia a una parte di gettito pur di attrarre il capitale dei privati in opere che lo stato stesso non è più in grado di finanziare.

    Si affianca infine un altro dossier al vaglio di Bruxelles. Il commissario per il mercato interno, Michel Barnier, s'appresta a un'opera di moral suasion nei confronti di banche centrali e istituzioni internazionali. Obiettivo? Rimuovere ostacoli e disincentivi normativi e contabili per favorire investimenti privati a lungo termine in settori strategici. Barnier ha l'appoggio della Francia e dell'Italia e una sponda russa. Il nodo resta la posizione tedesca.