Finanza pubblica europea

Per la cultura si può spendere, dice il ministro tedesco

Andrea Affaticati

Chissà se oggi, durante l'incontro con il suo omologo Sandro Bondi a Roma, il responsabile per la cultura e i media (Bkm), Bernd Neumann, ripeterà la frase pronunciata un mese fa al Bundestag. In quell'occasione Neumann disse: “La bozza di bilancio 2011 riafferma una volta ancora che le spese per la cultura non sono sovvenzioni, ma investimenti per il futuro della nostra società”.

    Chissà se durante l'incontro con il suo omologo Sandro Bondi a Roma, il responsabile per la cultura e i media (Bkm), Bernd Neumann, ha ripetuto la frase pronunciata un mese fa al Bundestag. In quell'occasione Neumann disse: “La bozza di bilancio 2011 riafferma una volta ancora che le spese per la cultura non sono sovvenzioni, ma investimenti per il futuro della nostra società”. Tant'è che nonostante i tagli imposti dal ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, la cultura è stata risparmiata. Anche per il 2011 avrà 1,5 miliardi di euro. Una cifra considerevole, pur costituendo solo il 12 per cento della spesa totale del paese per la cultura. Il restante 88 per cento, 11 miliardi, come vuole la costituzione federale, è di competenza di Länder e comuni. “Sono loro i veri pilastri della promozione culturale in Germania”, spiega al Foglio Georg Knopp, direttore generale dei Goethe Institute. “Un paese che diversamente dalla Francia, centralizzata su Parigi, ha teatri lirici e orchestre ovunque. Un'eredità importante che dobbiamo ai principati di un tempo. L'ex teatro di corte del Principato di Sachsen Meiningen in Turingia ne è un esempio perfetto”.

    Per quanto colpite dalla crisi,
    Neumann esortava regioni e città a non falciare proprio questo settore: “Perché, a conti fatti, non saranno i nostri tagli a risanare i conti. La spesa di Länder e comuni per la cultura è pari all'1,9 per cento dei loro bilanci, mentre il contributo del governo federale è dell'1 per cento sul totale della spesa pubblica”. E poi non va dimenticato che il paese deve molto della sua immagine nel mondo ai suoi centocinquanta teatri, alle centoventi grandi orchestre, alle migliaia di musei, gallerie, luoghi espositivi. Tant'è che dalla sua nomina, nel 2005, Neumann è riuscito a farsi aumentare il budget del 7,8 per cento. Fondi con i quali finanzia strutture, eventi, istituzioni di importanza nazionale: la fondazione Preußischer Kulturbesitz (l'amministrazione del patrimonio artistico e culturale prussiano), la biblioteca nazionale, i grandi musei quali il Pergamon, il Bode, la Gemäldegalerie di Berlino, la Alte Pinakothek di Monaco, il Festival di Bayreuth e quello del cinema di Berlino. A questi si aggiungono istituzioni o eventi che vengono cofinanziati da Bund e regione o più regioni: per esempio il nuovo Museo della letteratura moderna a Marbach e il Fondo per la letteratura.

    “Il governo ha lanciato un segnale molto importante
    perché a tenere insieme una società è la cultura e in tempi di crisi c'è ancora più richiesta” ribadisce Knopp. Dal sito del governo federale si può scaricare il consuntivo spese 2010 del Bkm (pari a 1,150 miliardi di euro). Alcune voci che saltano all'occhio: per esempio, dopo i 272,8 milioni per le fondazioni, una delle voci più importanti è il cinema: 91,2 milioni, ai quali si aggiungono 4 milioni di euro per la digitalizzazione delle sale cinematografiche di provincia, evitandone così la chiusura. Altra voce significativa è “consapevolezza storica”: a enti e musei che si occupano della storia più recente sono andati 52 milioni.

    Qualcosa della spesa culturale tedesca arriva peraltro anche in Italia. Dei 3,5 milioni di euro del sostegno agli artisti (soggiorni studio all'estero) ben 2,4 milioni sono andati quest'anno a Villa Massimo a Roma, 335 mila euro a Villa Tarabya a Istanbul, mentre il restante al Centro studi di Venezia e a Villa Romana a Firenze. Se Neumann ha vinto a livello federale, a livello regionale e comunale non tutti possono invece cantare vittoria. Ad Amburgo, per esempio, per far quadrare i conti è stato imposto un taglio del 2 per cento anche alla cultura. Anche gli sponsor privati in Germania si mostrano generosi. “La Deutsche Bank, devolve qualcosa come 90 milioni di euro per eventi culturali” dice Knopp. “Anche Bosch, Siemens, Fondazione Mercator, Bmw per citarne solo alcuni, sono molto attivi e lo sono soprattutto nel finanziare i giovani artisti piuttosto che grandi eventi”. Diversamente che nelle questioni politiche ed economiche, i rapporti tra Bund e Länder, nel settore culturale, raramente conoscono scontri. “Il sistema federale favorisce indubbiamente una maggiore e specifica conoscenza del patrimonio culturale” conclude Knopp. “A volte però più centralizzazione non guasterebbe per ottimizzare le risorse”. Lo scriveva anche la Taz qualche mese fa, quando si chiedeva se i complessivi 300 milioni che da Bund e Länder confluiscono annualmente nel fondo per il cinema, arrivino poi veramente a giusta destinazione. Chi spera in un contributo, può rivolgersi, infatti, a tre interlocutori federali e venti regionali.