C'è anche il “maestro” di Ratzinger tra i nuovi cardinali creati oggi

Paolo Rodari

Che Joseph Ratzinger sia un grande intenditore di musica classica e sacra è cosa assodata. Contro il loro degrado ha scritto parole di fuoco. Appena eletto Papa, pur di concedersi qualche minuto al piano, fuggiva dal palazzo apostolico fino al suo vecchio appartamento in piazza della Città Leonina dove suonava indisturbato qualche passaggio di Mozart.

Leggi La tentazione musicale di Papa Ratzinger per il prossimo concistoro

    Che Joseph Ratzinger sia un grande intenditore di musica classica e sacra è cosa assodata. Contro il loro degrado ha scritto parole di fuoco. Appena eletto Papa, pur di concedersi qualche minuto al piano, fuggiva dal palazzo apostolico fino al suo vecchio appartamento in piazza della Città Leonina dove suonava indisturbato qualche passaggio di Mozart. Quando partecipa a un concerto è solito al suo termine intrattenere la platea con discorsi che mostrano insieme competenza tecnica e conoscenza del compositore appena ascoltato.

    Così è capitato settimana scorsa quando,
    dopo aver ascoltato in Vaticano la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi offerta dal direttore d'orchestra e compositore Enoch zu Guttenberg, ha detto: “Il Requiem verdiano si apre con una frase in la minore, che sembra quasi scendere verso il silenzio – poche battute dei violoncelli, pianissimo, con sordina – e si conclude con la sommessa invocazione al Signore ‘Libera me'. Questa cattedrale musicale si rivela come descrizione del dramma spirituale dell'uomo al cospetto di Dio Onnipotente, dell'uomo che può non eludere l'eterno interrogativo sulla propria esistenza”.
    C'è un uomo in Vaticano che Benedetto XVI ha sempre ritenuto un faro nel complesso mondo della musica classica e sacra: Domenico Bartolucci. Nella sacre stanze lo chiamano “il maestro”. Seguace di Giovanni Pierluigi da Palestrina, nominato da Pio XII nel 1956 direttore “ad vitam” della Cappella Sistina, venne esautorato dai propri incarichi nel 1997. Per molti in Vaticano fu un colpo di mano ordito contro il volere di Papa Wojtyla dal cardinale Virgilio Noé e da monsignor Piero Marini, allora maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Per molti fu un'onta mai più riparata. Almeno fino a oggi. Già, perché è quest'oggi che Papa Ratzinger offre a Bartolucci il cardinalato, in segno di riconoscenza e, chissà, probabilmente anche come riparazione del torto subìto anni addietro. Ma non tutti oltre il Tevere sono contenti.

    La recente nomina del nuovo direttore
    della Cappella Sistina al posto di Giuseppe Liberto che nel 1997 prese le redini che erano di Bartolucci, spacca infatti in due il mondo vaticano degli intenditori di musica sacra. Il Papa ha nominato venerdì scorso il salesiano Massimo Palombella al posto di Liberto. Per molti si tratta di un'ulteriore onta. Scrive il vaticanista Sandro Magister che il successore migliore sarebbe il maestro Valentino Miserachs Grau, preside del Pontificio istituto di musica sacra e direttore del coro della basilica di Santa Maria Maggiore. Scrive Magister: “Don Palombella è un salesiano, come salesiano è il suo sponsor, il cardinale Tarcisio Bertone. Allievo di Miserachs Grau, non ne ha appreso la lezione e infine l'ha rinnegato. Nelle messe e nei concerti dà spazio a composizioni della scuola polifonica romana dal Cinquecento a oggi, cioè da Palestrina a Bartolucci, ma la qualità delle sue esecuzioni solleva severe critiche. Un conto è solfeggiare, un conto è dirigere”. Dicono coloro che in Palombella invece credono: “Palombella si rivelerà capace. A differenza di Liberto si è messo a studiare tutti gli spartiti di Bartolucci. A molti dà fastidio il fatto che è salesiano, e dunque protetto di Bertone. Ma dimostrerà il proprio valore”.

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