Il vescovo di New York contro il Nyt: "Perché non attacca neri e gay?"

Paolo Rodari

Certe cose, “giustamente, agli ebrei, ai neri, agli islamici o ai gay, non avrebbero mai pensato di farle”. E, invece, le fanno ai cattolici, “alla nostra sensibilità cattolica”. Così il combattivo arcivescovo di New York, Timothy Dolan, ha attaccato quest'oggi sul suo blog “The gospel in the digital age”, il suo grande nemico, il New York Times, col quale già aveva battagliato ai tempi delle accuse mosse contro Joseph Ratzinger per il caso di padre Lawrence C. Murphy, prete pedofilo della diocesi di Milwaukee.

    Certe cose, “giustamente, agli ebrei, ai neri, agli islamici o ai gay, non avrebbero mai pensato di farle”. E, invece, le fanno ai cattolici, “alla nostra sensibilità cattolica”. Così il combattivo arcivescovo di New York, Timothy Dolan, ha attaccato quest'oggi sul suo blog “The gospel in the digital age”, il suo grande nemico, il New York Times, col quale già aveva battagliato ai tempi delle accuse mosse contro Joseph Ratzinger per il caso di padre Lawrence C. Murphy, prete pedofilo della diocesi di Milwaukee.

    Dolan nel New York Times ha sempre avuto una grande nemica, la celebre columnist Maureen Dowd. Ma oramai il bersaglio è divenuto più ampio: il giornale nel suo insieme. “Lo so”, esordisce Dolan, “dovrei lasciar cadere la cosa. ‘Devi solo farci l'abitudine', mi hanno consigliato in tanti. Il New York Times ‘è sempre stato così'”. L'anticattolicesimo in loro “è così radicato che non sanno nemmeno ciò che stanno facendo. Quindi, dovrei lasciar stare”.

    Ma Dolan non ce l'ha fatta. E sul suo blog prima ha criticato una foto a pagina venti del giornale che a suo dire “insultava” una suora. E poi ha criticato un pezzo a pagina 29 dove si elogia una mostra promossa dal gruppo francese Act Up nella quale il cardinale John O'Connor è rappresentato della forma di un preservativo e descritto come “un sacco di merda”.