Dove osano le colombe

Il Cav. rilancia la riforma della giustizia, ed è già baruffa in campo finiano

Salvatore Merlo

Silvio Berlusconi conferma che la riforma della giustizia sarà discussa dal prossimo Cdm e spiega di voler “cercare l'accordo con tutti”. Anche con Gianfranco Fini. Ma nel momento in cui l'area pacifista del Pdl sembra estendersi a tutta la ex FI e la coincidenza del primo voto su lodo Alfano con l'incontro tra Fini e il ministro della Giustizia fa intravedere la fisionomia di un accordo possibile tra i duellanti del centrodestra, si manifesta una divaricazione del gruppo di Fli.

    Silvio Berlusconi conferma che la riforma della giustizia sarà discussa dal prossimo Cdm e spiega di voler “cercare l'accordo con tutti”. Anche con Gianfranco Fini. Ma nel momento in cui l'area pacifista del Pdl sembra estendersi a tutta la ex FI e la coincidenza del primo voto su lodo Alfano con l'incontro tra Fini e il ministro della Giustizia fa intravedere la fisionomia di un accordo possibile tra i duellanti del centrodestra, si manifesta una divaricazione del gruppo di Fli. “Tra noi c'è chi vorrebbe imbrigliare Fini, cioè convincerlo che si possono riallacciare i fili di un rapporto di alleanza con il Pdl. Sarebbe un errore gravissimo”, dice al Foglio Fabio Granata.

    Si parla di un negoziato che, prendendo le mosse dallo scudo giudiziario per il premier, si trasformi in un accordo di legislatura e nell'offerta di un patto federativo per le elezioni (a partire, se possibile, dalle prossime amministrative) tra Pdl e Fli. L'ipotesi irenista è stata oggetto di dibattito, ieri sera, anche nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl; quando più di uno tra i dirigenti, Fabrizio Cicchitto ma anche Angelino Alfano, ha sollevato la questione dei rapporti con Fini suggerendo di imprimere una accelerazione al negoziato.

    Il refrain dei gruppi dirigenti è che “i veri falchi sono Fini e Berlusconi”, ma l'istinto di sopravvivenza politica dei rispettivi gruppi potrebbe anche tamponare gli umori dei leader. Fini sa che almeno diciotto dei suoi deputati non lo seguirebbero se fosse lui a provocare uno strappo con Berlusconi. A colloquio con il Foglio, il ministro finiano Andrea Ronchi spiega: “Il nostro obiettivo deve essere quello di rafforzare il centrodestra, siamo altro rispetto alla sinistra. La legislatura deve andare avanti”. Aggiunge Silvano Moffa: “Va tolto ogni alibi a chi si esercita nel disegnare improponibili scenari di governi tecnici o preferisce alimentare sospetti”. Eppure in Fli esiste pure una minoranza che teorizza altri orizzonti. Tocca a Fini sciogliere i dubbi. Ma l'ex leader di An potrà farlo soltanto dopo aver ricevuto una precisa offerta dal campo berlusconiano.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.