Sbuffi e martello

Marianna Rizzini

“Riaprire la partita” e non “un partito”, hanno detto gli uomini di Nichi Vendola per presentare il congresso fondativo di Sinistra, ecologia e libertà (Sel) che si apre oggi a Firenze al grido di “contaminare tutti i luoghi” con la buona politica. Ed è un Nichi Vendola liquido quello che dice “primarie” e sfida Pier Luigi Bersani con la frase “mi candido, ma se vince sono il suo sponsor” (ancora più chiara la frase: “Il nostro obiettivo non è il 5 o il 6 per cento. Nasciamo come un seme e i semi, quelli buoni, muoiono”).

    “Riaprire la partita” e non “un partito”, hanno detto gli uomini di Nichi Vendola per presentare il congresso fondativo di Sinistra, ecologia e libertà (Sel) che si apre oggi a Firenze al grido di “contaminare tutti i luoghi” con la buona politica. Ed è un Nichi Vendola liquido quello che dice “primarie” e sfida Pier Luigi Bersani con la frase “mi candido, ma se vince sono il suo sponsor” (ancora più chiara la frase: “Il nostro obiettivo non è il 5 o il 6 per cento. Nasciamo come un seme e i semi, quelli buoni, muoiono”). Liquido, cioè un po' all'americana, un po' alla veltroniana, un po' alla berlusconiana. Di fatto Nichi e i suoi fedelissimi si mostrano pronti a disfarsi di vecchi apparati, vecchie abitudini e vecchi miti (per esempio quello di una sinistra che non si sporca le mani) in nome di una contesa con il Pd sul campo del Pd (e forse in futuro “dentro” un Pd contenitore e non collettore di sigle).

    E però questo Vendola liquido, pur sorretto dall'appoggio incondizionato di Fabio Mussi, Gennaro Migliore e Claudio Fava, non è del tutto gradito alla base del soggetto politico che, sognando la liaison tra piazze Fiom e salotti radical chic, rinasce dalle ceneri rifondarole, ecologiste e pacifiste. I dubbi serpeggiano. Un ex esponente bertinottiano, vicino al mondo antagonista della capitale, dice che “l'atteggiamento di Nichi rischia di allontanarci dalle ragioni per cui non ci siamo arresi dopo la nostra scomparsa dal Parlamento: portare il centrosinistra sul nostro terreno, farlo tornare a parlare di lavoro, di diritti, di welfare. Ibridandosi si dovrà per forza cedere anche sui contenuti. E chi voterà Sel se Sel non è diversa dal Pd?”.

    Da Milano un frequentatore di “Fabbrica di Nichi” si preoccupa: “Partito è parola nobile, e noi che facciamo? La nascondiamo sotto al tappeto per fare gli obamiani?”. Non va meglio nel mondo universitario: alcuni studenti romani di area Sel, già attivi con l'Onda, stanno preparando un documento “da presentare on line”, dice uno di loro: “Una sorta di promemoria per Nichi, per dirgli: attento a non buttarti al centro che il centro ti si magna”.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.