Fini su Marchionne: "Parla più da canadese che da italiano"
Quale Fiat ha in testa Marchionne
L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, durante un'intervista ha detto: "Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia. Nemmeno un euro dei due miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 arriva dall'Italia. Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre".
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L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, durante un'intervista a "Che tempo che fa", ha detto: "Senza l'Italia la Fiat farebbe meglio. Nemmeno un euro dei due miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 arriva dall'Italia. Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre". Poi su una sua possibile entrata in politica: "Io in politica? Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori".
"Qualsiasi debito verso lo stato è stato ripagato, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria. La Fiat ha collaborato con il governo per costruire il futuro industriale del paese, e oggi ha collaborato con il governo statunitense per salvare Chrysler. La collaborazione stato-industria esiste in tutti i paesi del mondo, l'importante è ripagare i prestiti e che lo stato non diventi gestore delle società".
"La proposta che abbiamo fatto è dare alla rete industriale di Fiat la capacità di competere con i paesi vicini a noi, in cambio io sono disposto a portare il salario dei dipendenti a livello dei nostri paesi vicini. Il salario cambierà se cambierà il sistema di produzione in Italia, può darsi che sia un cambiamento difficile da sopportare, ma vogliamo migliorare i 1.200 euro di stipendio ai dipendenti. Serve un progetto condiviso, non posso accettare che tre persone mi blocchino un intero stabilimento, questa è anarchia non democrazia". Parlando poi delle organizzazioni sindacali, riferendosi alla Fiom Cgil, Marchionne ha spiegato che "meno della metà dei nostri dipendenti appartiene a una sigla sindacale". "A Pomigliano non abbiamo tolto il minimo diritto, abbiamo cercato di assegnare la responsabilità della gestione di uno stabilimento ai sindacati per gestire insieme a loro le anomalie. Quando il 50 per cento dei dipendenti si dichiara ammalato in un giorno specifico dell'anno, vuol dire che c'è una anomalia".
La replica di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: "Marchionne deve evitare di continuare a umiliare i lavoratori e il sindacato che si è assunto la responsabilità di gestire anche accordi difficili". Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom Nazionale: "Marchionne parla come se la Fiat fosse una multinazionale straniera che deve decidere se investire in Italia". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha detto: "L'Italia è un paese che già ha dimostrato l'attitudine ad evolvere verso una maggiore competitività nel rispetto dei diritti dei lavoratori incluso il diritto ad incrementi salariali legati a una maggiore produttività".
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Marchionne? Parla più da canadese che da italiano. Ha detto una cosa che sarebbe normale se detta da uno che non è un top manager italiano, ma è un po' paradossale che lo dica l'amministratore delegato della Fiat. Se il Lingotto è ancora un grande colosso è stato perché c'è stato il contribuente italiano a garantirlo. L'Italia non riuscirà mai a vincere se punterà solo sulla quantità e non sulla qualità''.
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