Il male è "XY"
L'orrore appare una mattina in mezzo alla neve e sotto un albero ghiacciato, che per l'occasione è diventato rosso, completamente intriso di sangue. Bello, pensa per un attimo il prete del paesino di San Giuda, come se qualcuno l'avesse colorato di proposito. Sarà quello l'ultimo pensiero ingenuo di tutta la sua vita, perché d'ora in avanti bisogna pensare al Male. Trovare le parole per dirlo, ma non esistono parole del genere.
L'orrore appare una mattina in mezzo alla neve e sotto un albero ghiacciato, che per l'occasione è diventato rosso, completamente intriso di sangue. Bello, pensa per un attimo il prete del paesino di San Giuda, come se qualcuno l'avesse colorato di proposito. Sarà quello l'ultimo pensiero ingenuo di tutta la sua vita, perché d'ora in avanti bisogna pensare al Male. Trovare le parole per dirlo, ma non esistono parole del genere. Trovare il modo di andare avanti, ed è forse questa l'unica cosa che conta: la reazione (Sandro Veronesi ha detto domenica sera a Fabio Fazio che quando Gregor Samsa si ritrova trasformato in un enorme scarafaggio, la domanda che prende il sopravvento è: e adesso che farà? – anche se qui si ricorda soprattutto l'angoscia per il come diavolo è possibile addormentarsi commesso viaggiatore e svegliarsi insetto, oltre alla paura delle mele lanciate dal padre).
“XY”, l'ultimo romanzo di Veronesi (Fandango), racconta di una slitta vuota che annuncia una cosa terrificante. E' meglio non raccontarla perché è necessario leggerla nel libro, ma si possono mettere insieme tutte le cose terrificanti lette sui giornali, quelle davanti alle quali si è distolto lo sguardo e quelle che non si riusciva a smettere di cercare. Quelle per cui c'è bisogno, per staccarsene, di una spiegazione (anche privata, segreta, una qualunque intuizione o bugia o confessione) che plachi la paura. In questo libro ci sono un prete, che cerca di non perdersi, e una giovane psichiatra che si era già persa, una ragazza che sa quello che è bene e continua a fare male: come quando sa che deve cercare il coltello giusto per affettare il pane e invece “Oh, al diavolo”, pensa, usa quello sbagliato e si stacca un dito.
“Cioè, la scienza, o la ragione, o la logica, chiamala come ti pare, non è che non riesca a trovare una risposta alle domande: la trova sempre, ma è sempre così scientificamente e logicamente incongrua da risultare umiliante”. Come si può andare avanti senza una spiegazione razionale? Non impazzire, farcela lo stesso, vacillare soltanto, poi ricominciare a vivere nonostante “la sovrumana prova di forza che era stata data in quel bosco”. Come si può accettare il male, anche quello che era stato sepolto, anche quello che si era cercato di dimenticare? Perché quando accade una cosa terrificante, a poco a poco escono le altre cose terrificanti che erano solo addormentate: sta succedendo anche in questi giorni, con il delitto che ha salvato lo share di tutte le trasmissioni, e sono cose che riguardano soprattutto le reazioni, cioè cosa si decide di fare dopo l'orrore. Cosa decide di fare la sorella di Gregor Samsa, cosa dirà la madre, cosa farà la serva, cosa ne sarà dei segreti di tutti.
“XY” non si può raccontare senza rovinare tutto, ma ognuno, dopo aver superato il fastidio per il titolo (Veronesi rimase catturato dal titolo provvisorio, “XY” appunto, di un romanzo di Alessandro Baricco), potrà scegliere la propria ossessione e soprattutto la propria reazione al male (mentire è un modo per andare avanti; credere alle bugie, anche), e avrà bisogno di arrivare in fondo per capire se ci si può salvare.
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