Filo rosso filo blu

Il Cremlino non vuole la bomba iraniana, per questo resta a Bushehr

Luigi De Biase

Dopo mesi di problemi misteriosi e di incidenti sospetti, i tecnici iraniani hanno caricato ieri il primo rifornimento di uranio nella centrale atomica di Bushehr. E' la nuova fase di un processo lungo e tormentato che permetterà al paese di produrre energia nucleare. La guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei, ha ricevuto complimenti e benedizioni dal Parlamento di Teheran.

Leggi la versione in lingua russa

    Dopo mesi di problemi misteriosi e di incidenti sospetti, i tecnici iraniani hanno caricato ieri il primo rifornimento di uranio nella centrale atomica di Bushehr. E' la nuova fase di un processo lungo e tormentato che permetterà al paese di produrre energia nucleare. La guida suprema della Repubblica islamica, l'ayatollah Ali Khamenei, ha ricevuto complimenti e benedizioni dal Parlamento di Teheran: “Gli Stati Uniti e alcuni paesi europei hanno cercato di fermarci, ma siamo riusciti ugualmente a concludere la nostra politica di sviluppo”, ha detto il capo della commissione Affari esteri, Alaeddin Boroujerdi. La comunità internazionale nutre pesanti sospetti sul programma iraniano. L'intelligence americana dice che Teheran sta costruendo armi di distruzione di massa, un'ipotesi confermata da alcuni rapporti dell'agenzia dell'Onu per l'atomo (Aiea). Il responsabile della centrale di Bushehr, Ali Akbar Salehi, ha detto ieri all'agenzia Fars che le operazioni “termineranno in 55 giorni” e che l'impianto sarà collegato al resto della rete “entro febbraio”.

    L'uranio di Bushehr arriva dalla Russia: gli uomini del Cremlino hanno collaborato per anni alla nascita del sito ed erano presenti alla grande cerimonia di inaugurazione organizzata lo scorso agosto dal regime islamico. Ma il ruolo di Mosca in questa partita non è univoco: il presidente, Dmitri Medvedev, ha cancellato di recente un accordo che avrebbe permesso all'Iran di acquistare il sistema di difesa S300; a settembre, quando un virus informatico ha bloccato i computer di Bushehr, alcuni analisti hanno ipotizzato un sabotaggio messo in pratica dai servizi segreti russi. Secondo fonti del Foglio vicine al Cremlino, il passaggio di ieri dimostra che la collaborazione energetica con Teheran “procede naturalmente e senza problemi”. Una delegazione dell'Aiea era ieri in Russia per incontrare esponenti del governo, e in agenda c'era anche lo status del programma atomico degli ayatollah. “Nessuno vuole la bomba iraniana – dicono da Mosca – Quelli più vicini al pericolo siamo proprio noi”.

    Leggi la versione in lingua russa