E' arrivato il 25 luglio del Cav.?/ 16
Siamo in pieno berluscomerkelismo. E un modo per resistere c'è
Mentre in Italia si discute se il berlusconismo sia finito, negli Stati Uniti sta montando l'alta marea popolare dei Tea Party, che esprime la nausea per gli interventismi neo keynesiani, per quelli ecologisti, per le spese della riforma sanitaria, per le redistribuzioni e in genere per il big government. Assieme a ciò, questo movimento esprime il disgusto per le ipocrisie della sinistra alleata ai grandi gruppi bancari, con la copertura tecnocratica degli intellettuali.
Leggi Gioia intensa e sguaiata, un grigio ritorno al passato. Scene di ucronia per il dopo Cav. di Lanfranco Pace - Leggi Il sistema costituzionale prevede un capo di governo l'anno, questo è il problema di Giuliano Ferrara
Mentre in Italia si discute se il berlusconismo sia finito, negli Stati Uniti sta montando l'alta marea popolare dei Tea Party, che esprime la nausea per gli interventismi neo keynesiani, per quelli ecologisti, per le spese della riforma sanitaria, per le redistribuzioni e in genere per il big government. Assieme a ciò, questo movimento esprime il disgusto per le ipocrisie della sinistra alleata ai grandi gruppi bancari, con la copertura tecnocratica degli intellettuali. In Italia, questa alta marea è all'inizio, ma già si intravede che essa sposterà l'asse verso la destra. E ciò segnerà il tramonto dell'abbraccio fra destra e sinistra, fra banchieri e Fiom e del sogno del nuovo patto sociale nazionale centripeto.
E pertanto se mai ci fosse un “governo di larghe intese” ovvero “di solidarietà nazionale” ribattezzato come “di unità nazionale” o “tecnico e riformista” – con l'agenda di Lisbona che piace a Mario Monti e l'agendina di Pier Luigi Bersani, passando per quella di Fabio Granata – esso durerebbe assai poco. Il berlusconismo è destinato a durare con Berlusconi sino a quando lui ne avrà voglia e in seguito con chi lo rappresenterà, essendo l'unico movimento liberale popolare e popolaresco omogeneo a tale tendenza. Con due avvertenze, Berlusconi si deve ricordare che è quello che ha tagliato l'Ici sulla proprietà della casa.
Ernesto Galli della Loggia erra nel sottovalutare questa riforma, che appartiene alla cultura Tea Party: non vogliamo essere tassati in casa nostra, e vogliamo meno stato. Le riduzioni fiscali sono anche simboli, un po' come i voti nei cda di piazza Cuccia che si contano, non si pesano. E Berlusconi deve togliere altre storture e torture fiscali e regolamentari e fare le “grandi opere”. La seconda avvertenza, valevole per le anime belle, è che questa è l'era del modello tedesco. Nel quale prima c'è il rigore, poi ci sono le cose “buone e belle”, tipo “agenda di Lisbona”. Questa è l'era del Berluscomerkelismo (colla k).
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