Fini chiede al Cav. di dimettersi, "o noi lasceremo il governo"

Giulia Pompili

"Nuova agenda, nuovo programma" e, soprattutto, Berlusconi "deve prendere la decisione di rassegnare le dimissioni". Lo ha detto Gianfranco Fini, nel passaggio chiave del suo discorso alla convention di Fli. "Il presidente Berlusconi deve mostrare il coraggio politico che in altri momenti ha mostrato, lui deve avere il colpo d'ala, deve salire al colle, dichiarare che la crisi è aperta di fatto e avviare fase in cui rapidamente si ridiscuta l'agenda e di verifichi la natura della coalizione", ha detto il leader di Fli.

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    "Nuova agenda, nuovo programma" e, soprattutto, Berlusconi "deve prendere la decisione di rassegnare le dimissioni". Lo ha detto Gianfranco Fini, nel passaggio chiave del suo discorso alla convention di Fli. "Il presidente Berlusconi deve mostrare il coraggio politico che in altri momenti ha mostrato, lui deve avere il colpo d'ala, deve salire al colle, dichiarare che la crisi è aperta di fatto e avviare fase in cui rapidamente si ridiscuta l'agenda e di verifichi la natura della coalizione", ha detto il leader di Fli. "Sarebbe una bella svolta del predellino, e noi non ci tireremo indietro", ha aggiunto Fini sollecitando Berlusconi a "mostrare per davvero il suo amore per l'Italia, il disinteresse". Fini ha aggiunto: "Berlusconi sa che è completamente fuori dalla logica delle cose possibili che il centrodestra si ricompatti a sostegno di un programma superato solo perché, bontà sua, ha riconosicuto la nostra esistenza". Così come, per Fini, non si può pensare che "una forza politica come l'Udc arrivi gaudente e dica: bene Berlusconi, ha fatto l'appello, anche noi sosteniamo il governo. E' una logica che non appartiene alla politica, una logica che appartiene all'attività mercantile".

    "Questo è solo l'appello che Fli rivolge a chi ci ha chiesto di fare chiarezza. Così non si può andare avanti. Berlusconi ha l'onore e l'onere di dire se si può andare avanti con una nuova agenda o invece tirare a campare per non tirare le cuoia. Qualsiasi decisione ci troverà con la coscienza a posto". Lo dice Fini chiudendo la kermesse umbra. "Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità e le elezioni non ci spaventano". Fini chiede dunque di "ridiscutere l'agenda, il programma e di verificare la composizione del governo". "Se Berlusconi avra questo coraggio non ci tireremo indietro, ma se questo colpo d'ala non ci sarà e il premier ascolterà ancora una vola i cattivi consiglieri, tutti si dovranno asumere le proprie responsabilita'". E a questo punto, avverte, "è evidente che Ronchi, Urso, Menia, Buonfiglio non rimarranno un minuto di più in quel governo". Invece, assicura, "i nostri gruppio continueranno a votare i provvedimenti che condividono e, così impostate le cose, non si potrà dire che partecipiamo al gioco del cerino o a sterili tatticismi". Cioè, l'annuncio dell'appoggio esterno.

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    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.