Con Berlusconi, oltre il berlusconismo. Ecco l'ultima offerta di Fini
“Non sarà e non deve essere un berlusconicidio”, dice al Foglio il direttore scientifico di FareFuturo Alessandro Campi. La proposta politica di un accordo di ricomposizione del fronte moderato avanzata domenica da Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi “non è tattica né strumentale. E' – dice Campi – la via di uscita politica da una crisi che, se non guidata, rischia di distruggere il centrodestra. L'obiettivo non è cancellare Berlusconi, ma semmai tentare di andare oltre il berlusconismo ‘assieme' a Berlusconi”.
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“Non sarà e non deve essere un berlusconicidio”, dice al Foglio il direttore scientifico di FareFuturo Alessandro Campi. La proposta politica di un accordo di ricomposizione del fronte moderato avanzata domenica da Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi “non è tattica né strumentale. E' – dice Campi – la via di uscita politica da una crisi che, se non guidata, rischia di distruggere il centrodestra. L'obiettivo non è cancellare Berlusconi, ma semmai tentare di andare oltre il berlusconismo ‘assieme' a Berlusconi”. Il presidente della Camera ha avanzato l'ipotesi di un nuovo governo, frutto di un accordo tra Fli, Pdl, Lega e Udc, che allarghi la compagine di governo a Pier Ferdinando Casini e conduca la legislatura a termine. “Si tratta di recuperare e rilanciare, aggiornandolo culturalmente, il centrodestra che il Cavaliere ha avuto il merito di costituire diciassette anni fa. Il patto serve ad avere la possibilità di arrivare al 2013 con uno schieramento ancora vivo e capace di diventare persino più dinamico e propositivo”.
Il premier ha fatto sapere, per vie informali, di essere indisponibile ad aprire una crisi di governo. Ma chissà. D'altra parte non sembra gli si stia proponendo una crisi “al buio”, ma un più complesso accordo che conduca morbidamente al superamento della sua leadership. Si arrivasse ad aprire un negoziato, “è certo che il candidato premier per la prossima legislatura non sarebbe Berlusconi” ma, azzarda il professor Campi, “il Cavaliere potrebbe trovare un adeguato compimento della sua eccezionale parabola politica arrivando a essere eletto al Quirinale”. La ricomposizione del fronte moderato è peraltro utile a Fini, il cui interesse è rimanere nel perimetro del centrodestra. Dice Campi: “Non è un caso se nel suo discorso non ha mai fatto riferimento a ipotesi di governi tecnici articolati con il centrosinistra”. Ricostruire lo schema della Cdl è l'operazione che più agilmente permetterebbe a Fini di recuperare il senso originario del suo ingresso nel Pdl: la costruzione di un contenitore capace di sopravvivere al Cav. e all'interno del quale giocarsi la successione.
“Fini lo ha detto con chiarezza, il Pdl non è un avversario e Silvio Berlusconi non è oggetto di un attacco aprioristico. Men che meno il Cavaliere è un obiettivo che si vuole distruggere”, dice il professor Alessandro Campi. “Aderire all'antiberlusconismo viscerale sarebbe un errore. L'antiberlusconismo ha distrutto la sinistra, e ora non deve macerare la nuova destra che sorge. Un'ultima possibilità di ricomporre per rilanciare il moderatismo c'è. Con il Pdl si deve costruire una interlocuzione. Il partito di Berlusconi è arretrato, sconta dei ritardi di elaborazione, ma è pur sempre un aggregato importante”. Fini, domenica a Perugia, ha detto di essere già “oltre” Berlusconi. “Questo è il punto”, dice Campi. “In Fli si pone una questione che riguarda il rilancio del fronte dei moderati. La questione non riguarda la persona di Berlusconi, che nessuno vuole vedere nella polvere. Il problema è che un ciclo è finito; e se non si vuole correre il rischio di perdere il centrodestra, cancellando i traguardi che si sono raggiunti in questi anni anche grazie a Berlusconi, è necessario un patto e un nuovo governo allargato a tutte le forze moderate. Un accordo che sia propedeutico a un necessario aggiornamento culturale del centrodestra”.
Si può davvero recuperare il dissidio di questi mesi attraverso una riarticolazione dei rapporti di coalizione? “Berlusconi, alla direzione nazionale del Pdl, aveva accettato l'idea di un rapporto organico con il partito di Fini. Il presidente della Camera, domenica scorsa, ha rilanciato: si allarghi la coalizione non soltanto a Fli ma anche all'Udc. E' la via maestra per ripartire”. Ma Berlusconi non sembra intenzionato a seguire questa strada e, forse, qualche ragione ce l'ha. Non si fida. “Non so cosa pensi Berlusconi, ma c'è da augurarsi che il suo entourage stia ragionando in termini politici. Sarebbe auspicabile che si crei una zona cuscinetto, capace di cogliere il senso politico delle parole di Fini. Sono certo che la classe dirigente del Pdl ha presente la questione. Si rischia il fallimento di un intero progetto politico”. Dovrebbe prevalere un sorta di istinto di sopravvivenza? “Non soltanto in termini di carriere personali che rischiano tutte di estinguersi precocemente. Sono in tanti ad avere investito sul centrodestra e ad averci creduto sinceramente. Tutto questo, questa storia che parte dal 1994, sarebbe meglio per l'Italia che non si perdesse”.
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