Autocoscienza

Annalena Benini

Da molti anni si celebra la fine degli uomini, ogni volta con crescente intensità. I maschi tradizionali (si radono con il coltello, non sparecchiano, non ascoltano, non hanno l'inconscio, egoisti, distratti, monosillabici, brutali, anche sporchi) lasciano il posto all'uomo moderno: dolce, conscio delle proprie fragilità, introspettivo, generoso, condiscendente, riflessivo, paziente, vulnerabile (sono gli aggettivi usati dalla filosofa Michela Marzano in una pagina su Repubblica).

    Da molti anni si celebra la fine degli uomini, ogni volta con crescente intensità. I maschi tradizionali (si radono con il coltello, non sparecchiano, non ascoltano, non hanno l'inconscio, egoisti, distratti, monosillabici, brutali, anche sporchi) lasciano il posto all'uomo moderno: dolce, conscio delle proprie fragilità, introspettivo, generoso, condiscendente, riflessivo, paziente, vulnerabile (sono gli aggettivi usati dalla filosofa Michela Marzano in una pagina su Repubblica intitolata: “La liberazione degli uomini, i modelli per sopravvivere alla fine del maschio”). Oltre ad avere accettato che nessun marito sia in grado di aggiustare lavandini che gocciolano, si deve anche sopportare un nevrotico logorroico, che vuole essere ascoltato, consolato e compreso (dopo che abbiamo aggiustato il lavandino), che parla di “interiorità”, ma in nome del ricordo della virilità è preda di crisi d'autostima se la fidanzata guadagna di più (l'erotismo è stato sostituito dalla busta paga).

    E' troppo: si deve insistere, anche per il loro bene e senza rimpianti, affinché questi nuovi uomini si fidanzino fra di loro. “Ribaltare l'ordine dei valori per promuovere la riflessività e l'autocoscienza”, è il consiglio filosofico di Michela Marzano (compito di ogni moglie moderna sarà chiedere al marito, la sera: oggi hai abbastanza promosso la tua riflessività?). La riflessività, comunque, potrebbe anche funzionare: rifletto prima di lasciare solo in casa con la finestra aperta il bambino di due anni, rifletto prima di portare il neonato nudo in spiaggia a mezzogiorno, rifletto prima di dargli una birra per dissetarsi, ma l'autocoscienza? L'autocoscienza maschile è stata magnificamente raccontata in “Ecce Bombo”, era il 1978, Nanni Moretti aveva ventiquattro anni ed era sempre in mutande: cinque amici, tutti maschi, si ritrovano per fare autocoscienza, “parlare per capirsi, far venire fuori le cose importanti di noi, parlare di noi, dei nostri rapporti con le donne, parlare di noi parlare di noi parlare di noi”.

    Esempio: “Sempre, se alla fine di una serata non si è scopato, l'uomo non è contento, ogni nostro atto o comportamento verso una donna è finalizzato a questo: scopare sempre e comunque” (Nanni Moretti aggiunge: “Sono per una sessualità espansa e sudaticcia”). Oppure: “Queste litigate sono positive, sono momenti di crescita, di verifica di quello che stiamo facendo”. A questo punto uno degli amici, sdraiato sul divano, comincia a urlare “Ecceee bomboooo”, un altro prende una sedia e la spacca e tutti cominciano a urlare dicendosi l'un l'altro: “Io ti do atto”, “No, io ti do atto”, “No, io ti do atto a te”, fino a che si sentono cresciuti e verificati. A volte, all'inizio delle sedute, potrà esserci qualche momento di imbarazzo, perché non è sempre facile trovare un argomento sul quale aprirsi con sincerità. “Qualcuno di noi potrebbe spiegare perché è scappato dal paese d'origine” (pausa speranzosa). “Ma se siamo tutti di Roma”. Oppure analizzarsi l'un l'altro in modo costruttivo: “Io sono triste, tristissimo, però sono teatrale, vitale: tu sei triste-squallido”. L'autocoscienza maschile raggiunge in “Ecce Bombo” il massimo livello di espressività quando uno degli amici, mentre Nanni Moretti inzuppa un Oro Saiwa nel tè, chiede: “Cosa fareste se io mi suicidassi?”. Parte, impetuoso e virile, un grande applauso collettivo.

     

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.