Fuori dal raccordo
L'antidoto del Pdl contro Fini è di destra e si chiama Alemanno
Gianni Alemanno si candida a essere l'antidoto, di destra, e sociale, che Silvio Berlusconi potrebbe presto promuovere contro Gianfranco Fini. Ieri il sindaco della Capitale ha partecipato assieme ai vertici del Pdl, alla pari con ministri e capigruppo, a un conciliabolo ufficioso dei generali berlusconiani alla Camera. Ha suonato le trombe del “voto subito”, Alemanno, sconfessando alcune manovre sghembe dei mesi passati e proponendosi come leader naturale di ciò che resta di An.
Gianni Alemanno si candida a essere l'antidoto, di destra, e sociale, che Silvio Berlusconi potrebbe presto promuovere contro Gianfranco Fini. Ieri il sindaco della Capitale ha partecipato assieme ai vertici del Pdl, alla pari con ministri e capigruppo, a un conciliabolo ufficioso dei generali berlusconiani alla Camera. Ha suonato le trombe del “voto subito”, Alemanno, sconfessando alcune manovre sghembe dei mesi passati e proponendosi come leader naturale di ciò che resta di An, della sua classe dirigente e della sua ancora cospicua riserva elettorale.
Alemanno sa che non ha senso spendersi lì dove già lavorano figure come Daniela Santanchè. Lei recupera deputati di Fli al Pdl e coltiva l'ambizione di incarnare, in virtù di una tosta ortodossia berlusconiana, l'ala dura “e di destra” del partito. Gianni Alemanno, invece, si sottrae a manovre di sottobosco parlamentare e adesso immagina un percorso di elaborazione politica che sia la risposta del Pdl ad alcune agili intuizioni dell'area che fa riferimento a Fini. La sostanza è più o meno questa: sarebbe un errore sottovalutare le potenzialità di Fli, un soggetto politico autonomo, di centrodestra, alternativo al Pdl e guidato da un leader sorretto da alcune idee discutibili, ma popolari.
Se elezioni saranno, ma anche nel caso in cui il governo dovesse in qualche modo tirare avanti, il sindaco di Roma dovrebbe apparire agli occhi del premier come l'erede della tradizione di An e della cultura più identitaria all'interno del suo partito. Alemanno è pronto, si prepara a redigere un manifesto dei valori della destra che potrebbe suonare come una risposta al manifesto futurista degli intellettuali finiani. In più, con la propria fondazione Nuova Italia, ha pianificato una strategia di azione culturale, un progetto articolato per tappe, lungo tutto il 2011. Chi altri – si comincia a pensare nel Pdl – può rappresentare un contraltare spendibile nei confronti dell'offerta politica incarnata dal presidente della Camera? Si desume che Berlusconi stia per mettere il sigillo sulla strategia di Alemanno? Non ancora. Ma il sindaco, che pure non vuole abbandonare Roma, intende inserirsi come e più degli altri pretendenti nel novero degli astri pidiellini.
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