Money League/22

Il calcio scozzese in mutande (e reggicalze)

Francesco Caremani

Hanno nomi intriganti, come Bernadette, Debbie, Jacqui, Hayley e Mhairi, lingerie sexy e lo sguardo di chi non sa con precisione dove si trova e perché. Sono alcune delle mogli e fidanzate dei giocatori del Dundee United FC, gloriosa squadra della Scottish Premier League, conosciuta ai più per la semifinale di Coppa dei Campioni giocata e persa nell'84 contro la Roma.

    Hanno nomi intriganti, come Bernadette, Debbie, Jacqui, Hayley e Mhairi, lingerie sexy e lo sguardo di chi non sa con precisione dove si trova e perché. Sono alcune delle mogli e fidanzate dei giocatori del Dundee United FC, gloriosa squadra della Scottish Premier League, conosciuta ai più per la semifinale di Coppa dei Campioni giocata e persa nell'84 contro la Roma. Il Sun scozzese ha intinto il pennino nella facile ironia ribattezzando al femminile il nome del club e accostando alle immagini succinte le facce dei rispettivi compagni che digrignano i denti sul campo. Ma c'è poco da ridere se otto wags hanno deciso di posare per un calendario il cui ricavato dovrebbe aiutare il Dundee a coprire il buco di circa 500.000 euro (420.000 sterline), debito che rischia di cancellarlo dal panorama calcistico scozzese ed europeo.

    Le ragazze sono carine e troveranno di che titillare il tifoso più o meno giovane, che potrà scusarsi con la dolce metà dichiarando che lo fa solo per aiutare la squadra del cuore. Scusa che funzionerà certamente visto che dopo Eddie Thompson, presidente e azionista di maggioranza, la seconda quota societaria appartiene all'ArabTRUST, ovvero i sostenitori degli arancioneri. Una composizione che non ha impedito al club di finire in amministrazione controllata due volte nel giro di sette anni, rischiando continuamente la bancarotta. Storie di ordinaria periferia del calcio continentale, fuori dal circuito della Champions League, nonostante il Dundee abbia all'attivo più di 100 partite nelle coppe europee, e da qualsiasi possibilità di vincere il titolo, appannaggio quasi esclusivo di Celtic e Rangers, con qualche eccezione ogni cinque sei lustri, quella dello United risale alla stagione '82-83.

    Il club, tanto per farsi un'idea più precisa, negli ultimi otto anni ha speso in campagna acquisti 1.810.000 euro (fonte transfermarkt.de), incassando poco più di 4 milioni grazie alla cessione dei migliori giocatori alle due squadre di Glasgow o in Inghilterra. Il campionato in corso è il frutto di alcuni scambi a parametro zero. Il calcio scozzese ha perso molto del suo appeal, non avendo la forza e i numeri di quello inglese. I movimenti di mercato lo testimoniano senza pietà. Nelle ultime cinque stagioni le entrate delle dodici squadre della Scottish Premier League hanno raggiunto il picco di 59.955.000 euro nel 2007-08 e il minimo l'anno successivo con poco meno di 20 milioni, nel 2008-09 le uscite hanno raggiunto i 35.780.000 euro contro i 15.694.000 del 2009-10.

    Cifre assolutamente risibili se confrontate con i cinque maggiori tornei d'Europa e il resto viene di conseguenza. Il Tannadice Park di Dundee può ospitare poco più di 14.000 spettatori e solo nel 2005-06 ha raggiunto una media di 8.197. Adesso che non c'è nemmeno il derby contro il Dundee FC si aspettano i match contro Celtic e Rangers per fare il pienone, ma evidentemente non basta più. Sarà anche per questo che i due club di Glasgow stanno pensando da tempo di migrare nella Premier League, andando a riscuotere quote maggiori di diritti televisivi, di incassi al botteghino e di partecipazioni alle coppe europee, tra lo schifo dei puristi e la speranza dei tifosi stanchi di giocarsi un'intera stagione sull'Old Firm. I diritti televisivi della Scottish Premier League sono al tredicesimo posto in Europa, dopo Grecia, Polonia e Romania, 75 milioni di euro totali per cinque stagioni, pagando anche il fallimento di Setanta che aveva stipulato un contratto per lo stesso periodo di 157 milioni (fonte futebolfinance.com).

    Nei suoi 101 anni di vita il Dundee United ha vinto un campionato, due coppe di Scozia e due di Lega. Ma la tradizione e la storia di uno dei più importanti club scozzesi non conta di fronte ai debiti e alle difficoltà finanziarie di un mercato pallonaro che premia solo il calcio patinato delle grandi ribalte. Così i Terrors sono stati costretti a mandare in avanscoperta (è proprio il caso di dirlo) le proprie compagne cercando di alzare il morale dei tifosi e quello delle casse societarie. Dieci euro a calendario, dieci euro per sbirciare nel talamo dei propri beniamini, dieci fottuti euro per continuare a sopravvivere.