Un televoto per decidere se abortire o diventare genitori
E' anche probabile che sia una bufala colossale, ma la notizia è che all'indirizzo birthornot.com due sposi trentenni di Minneapolis, Pete e Alisha Arnold, mettono al televoto la loro possibilità di abortire. Perché, scrivono, l'America è un paese meraviglioso in cui si vota di tutto, “dal miglior cantante al prossimo leader del mondo libero”. E allora “non sarebbe bello dire la vostra e fare la differenza nel mondo reale?”.
E' anche probabile che sia una bufala colossale, ma la notizia è che all'indirizzo birthornot.com due sposi trentenni di Minneapolis, Pete e Alisha Arnold, mettono al televoto la loro possibilità di abortire. Perché, scrivono, l'America è un paese meraviglioso in cui si vota di tutto, “dal miglior cantante al prossimo leader del mondo libero”. E allora “non sarebbe bello dire la vostra e fare la differenza nel mondo reale?”. Per cliccare su “Dare alla luce” o “Abortire” i visitatori-votanti del sito hanno tempo fino al 7 dicembre: il sondaggio si chiude due giorni prima della scadenza dei termini per interrompere legalmente la gravidanza nel Minnesota, alla ventesima settimana di gravidanza.
Sul sito gli Arnold hanno pubblicato l'ecografia di loro figlio, per ora un bambino maschio sano di 17 settimane che i genitori hanno soprannominato “Wiggles”, “Che si muove”. Avevano aspettato tanto prima di decidere di avere un figlio (prima erano troppo giovani, poi lui si è deciso ma lei aveva appena trovato lavoro), e alla fine Alisha ne ha persi due in dieci mesi. Oggi non sono più tanto convinti di voler diventare genitori. Lui scrive che dopo dieci anni di matrimonio forse non hanno più davvero voglia di avere un figlio, e forse sono pure già troppo vecchi per farlo. Lei scrive che teme di pentirsi, non è certa di voler cambiare lo status quo di cui gode ora, ha paura che destreggiarsi fra maternità e carriera le faccia venire un esaurimento nervoso.
Giornali, tv e blog stanno rincorrendo questa storia (con i possibili futuri genitori che un po' parlano e un po' si negano e gli opinionisti che si azzuffano sulla vicenda), ma diversi credono che sia “uno scherzo pro-life” per stuzzicare l'opinione pubblica. Qualcuno ha scovato la data della registrazione del dominio: sarebbe antecedente al concepimento. Dalla pagina Facebook di lei si scopre che è metodista ed è una fan del superconservatore Glenn Beck. Lui, cattolico ma non praticante, in passato aveva espresso opinioni a favore di Bush. Quindi, nella logica di chi già fiuta l'imbroglio, sono in realtà una coppia di sfegatati antiabortisti. Al cliccatissimo Gawker hanno detto che stanno prendendo la cosa talmente seriamente (perché “questa non è una campagna prolife, crediamo nel diritto di scelta della donna”) che nel giorno del verdetto Pete, esperto informatico come Alisha, andrà a controllare che nessuno abbia barato o votato due volte. “E' un po' come al Congresso. Si può votare a favore di una cosa, ma il diritto di veto finale spetta al presidente”. Ma il loro referendum ricorda tanto un reality andato in onda su Internet, Bump+, in cui, puntata dopo puntata, toccava agli spettatori decidere se le protagoniste dovessero rinunciare al bambino che aspettavano.


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