Svuotare l'emergenza
Così il Cav. ha convinto le regioni a salvare Napoli
I rifiuti di Napoli saranno in parte smaltiti dalle altre regioni e in parte inviati a siti di stoccaggio provvisorio nella provincia del capoluogo. Questo l'accordo parziale raggiunto ieri nella Conferenza stato-regioni e che, oggi, sarà oggetto di un nuovo vertice tra i soli governatori. Il ministro Raffaele Fitto, che fa da raccordo tra governo ed enti locali, ieri ha avuto tre colloqui con Silvio Berlusconi, che, con Gianni Letta, segue direttamente la vicenda e ha messo in campo una mediazione con Umberto Bossi per superare alcune perplessità delle regioni del nord.
I rifiuti di Napoli saranno in parte smaltiti dalle altre regioni e in parte inviati a siti di stoccaggio provvisorio nella provincia del capoluogo. Questo l'accordo parziale raggiunto ieri nella Conferenza stato-regioni e che, oggi, sarà oggetto di un nuovo vertice tra i soli governatori. Il ministro Raffaele Fitto, che fa da raccordo tra governo ed enti locali, ieri ha avuto tre colloqui con Silvio Berlusconi, che, con Gianni Letta, segue direttamente la vicenda e ha messo in campo una mediazione con Umberto Bossi per superare alcune perplessità delle regioni del nord. Il ministro Fitto ha confermato al premier che “con la collaborazione di tutte le regioni sono sufficienti modesti invii di rifiuti per superare il problema. Una volta svuotate rapidamente le strade e gli impianti di Napoli il ciclo di smaltimento in Campania potrà riprendere regolarmente”. Ieri, nel corso della Conferenza stato-regioni, i presidenti del Lazio e della Toscana hanno manifestato una immediata disponibilità, così come non si esclude che anche la Lombardia (ieri non presente alla riunione), fatte le necessarie valutazioni, aderisca alle richieste del governatore campano Stefano Caldoro. Si tratta di una misura tampone, di urgenza, che si completerà in 10-15 giorni al massimo, con il trasferimento di 600-800 tonnellate di rifiuti al giorno.
Nel corso della Conferenza stato-regioni le perplessità dei governatori leghisti di Veneto e Piemonte sono emerse con chiarezza. Tuttavia non è escluso che anche Luca Zaia e Roberto Cota accettino l'accordo di solidarietà, peraltro previsto dall'articolo 192 del codice dell'ambiente. Si tratta, in realtà, più di un problema politico (d'immagine) che tecnico. Bossi, raggiunto da una telefonata del premier, ha detto: “Mi auguro che le altre regioni si accordino per ospitare i rifiuti. Ma c'è il rischio di malumori tra le popolazioni. La magistratura dovrebbe indagare su chi è responsabile, come il sindaco di Napoli”.
Oggi è previsto un nuovo incontro tra i soli governatori nel corso del quale il presidente della Campania, Caldoro, spiegherà ai colleghi “l'assoluta temporaneità dell'operazione”. Il timore di alcuni è che il trasferimento dei rifiuti si trasformi da misura straordinaria in prassi, ma non è questa l'intenzione né del governo né della regione Campania. “La cosiddetta ‘nuova emergenza rifiuti' è un fatto episodico, dovuto alla fragilità del nostro sistema di smaltimento, che comunque funziona”, spiega l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano. Alcuni osservatori sospettano che la diffidenza delle regioni governate dal centrosinistra, compresa la chiamata in causa del governo da parte di Vasco Errani (Pd), sia più una manovra politica nazionale che l'espressione di una sincera preoccupazione. Caldoro, che ieri ha incontrato a Roma i parlamentari campani siglando una tregua dopo le tensioni degli ultimi giorni, è in attesa che gli uffici tecnici della provincia di Napoli individuino due siti di stoccaggio provvisori che confermino alla Conferenza stato-regioni che, comunque vada, le operazioni di trasferimento extraregionale delle circa 10 mila tonnellate di rifiuti napoletani non dureranno più di un paio di settimane.
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