A Roma occupato il Colosseo

Rinviato il voto sulla riforma universitaria, le proteste continuano

Giulia De Matteo

Il limbo in cui è ora la riforma non ha però affievolito le grida che il mondo accademico ha rivolto ai fautori del ddl. L'Unione degli Universitari afferma in una nota che “Se sarà approvata questa riforma toglierà la possibilità ai giovani che vogliono formarsi di crearsi un futuro”. Per Mattia Sogaro, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari, “le forme di certe proteste che sfociano in alcuni casi anche in episodi di violenza, sono gravi e inaccettabili".

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    Il ddl Gelmini, in gestazione alla Camera, sarà discusso martedì prossimo, dopo che la maggioranza è stata battuta su un emendamento presentato da Fli. Il Pd ha chiesto il ritorno del testo della riforma alla Commissione Bilancio, ma il governo non ritiene compromessa la copertura finanziaria. "Mi auguro che Fli non voti emendamenti il cui contenuto stravolga il senso della riforma, non sarebbe accettabile. Se così fosse come ministro mi vedrei costretta a ritirarla", ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Il Miur fa sapere che la discussione riprenderà “dalla norma su 'parentopoli', al quale sia il governo che la Commissione hanno dato parere positivo, per evitare episodi di nepotismo all'interno degli atenei”. Dopo la notizia del rinvio, presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha lanciato un appello per  “Chiedere a tutte le forze politiche di approvare il ddl 1905 nel più breve tempo possibile. Sarebbe veramente inaccettabile che per litigi interni cadesse. Questa è una riforma perfettibile ma introduce elementi importanti come premiare il merito e migliorare la governance”.

    Il limbo in cui è ora la riforma non ha però affievolito le grida che il mondo accademico ha rivolto ai fautori del ddl. L'Unione degli Universitari afferma in una nota che “Se sarà approvata questa riforma toglierà la possibilità ai giovani che vogliono formarsi di crearsi un futuro” – e aggiunge – “la protesta andrà avanti ad oltranza fino a quando non otterremo il ritiro del Ddl. Dopo la giornata di ieri la protesta sta crescendo, aumentano le iniziative e le occupazioni degli atenei". Proprio su alcune modalità di contestazione, è intervenuto questa mattina Mattia Sogaro, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari, che al sussidiario.net ha dichiarato: “Le forme di certe proteste che sfociano in alcuni casi anche in episodi di violenza, sono gravi e inaccettabili. La violenza non è mai, in nessun caso, una strada, ma sempre un vicolo cieco. Credo che le forze politiche non possano avallare o essere ammiccanti con simili forme di azione. Questi episodi – prosegue – sono il modo migliore per distogliere l'attenzione dal merito dei problemi”.

    Comincia anche a emergere l'insofferenza di quegli universitari che percepiscono come ingiusto l'essere privati della possibilità di andare a lezione o di accedere alle biblioteche. Al Politecnico di Torino, per esempio, diversi studenti hanno usato le uscite secondarie per entrare a lezione, dal momento che quella principale era bloccata dai manifestanti. Oggi sono in corso nuovi tentativi di boicottaggio dell'approvazione della riforma, le manifestazioni pervadono università, vie e piazze della maggior parte delle città italiane. Gli studenti della Sapienza, dopo aver manifestato ieri sotto il palazzo del Senato e tentato di espugnarlo, hanno deciso di spostarsi oggi sotto la Camera.

    A Napoli una cinquantina di ricercatori dell'ateneo "Federico II" ha occupato il rettorato dell'università in maniera pacifica. Gli studenti bolognesi, in corteo hanno cercato di entrare nella stazione centrale di Bologna con il probabile obiettivo di invadere i binari, ma sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. C'è stato un contatto, è volata qualche bottiglia di plastica e qualche uovo, ma la polizia è riuscita a evitare l'invasione della stazione. Il corteo degli studenti è quindi proseguito sui viali. Alcuni studenti piemontesi, a cui si sono uniti i giovani dei centri sociali, in mattinata hanno raggiunto in corteo la sede della regione Piemonte in Piazza Castello, a Torino. Dopo aver tentato di entrare ed essere stati respinti, hanno reagito con il lancio di uova, bottigliette d'acqua e fumogeni. I manifestanti dell'ateneo di Sassari hanno mutuato da Fazio e Saviano la modalità elenco e alcuni tra docenti e studenti hanno letto un “le cose che non ci piacciono della riforma”.

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