Via da Cortina
Nel nuovo gioco del “Tu sì, tu no” inventato dai sindaci delle città turistiche (non soltanto Cortina: anche il Lido di Venezia e Capri stanno stilando una lista degli indesiderabili), il rischio è lasciarsi prendere la mano. Dall'ebbrezza dell'esclusione, dall'euforia della porta in faccia: l'amministratore, con piglio autoritario, preparerà lunghi elenchi di gente sgradita che perde la libertà di festeggiare san Silvestro andandosi a sdraiare su cuscini messi lì appositamente per prepararsi al Natale a Cortina.
Nel nuovo gioco del “Tu sì, tu no” inventato dai sindaci delle città turistiche (non soltanto Cortina: anche il Lido di Venezia e Capri stanno stilando una lista degli indesiderabili), il rischio è lasciarsi prendere la mano. Dall'ebbrezza dell'esclusione, dall'euforia della porta in faccia: l'amministratore, con piglio autoritario, preparerà lunghi elenchi di gente sgradita che perde la libertà di festeggiare san Silvestro andandosi a sdraiare su cuscini messi lì appositamente, stappando enormi bottiglie di champagne, circondandosi di gente che tutto l'anno soffre in palestra, dalla modista, dal chirurgo plastico, dal pellicciaio, per prepararsi al Natale a Cortina (madre di tutti i cinepanettoni, non esattamente Santiago de Compostela). La tentazione di cacciare i mostri è forte, e basta scrivere la parola “lelemora” per provare l'istinto fortissimo di chiudersi in casa a doppia mandata a leggere Roberto Calasso, ma decidere chi ha il diritto di entrare e chi deve restare fuori è complicato: cosa fare, ad esempio, delle finte bionde con grave accento romano mascherate da tirolesi? Lasciarle libere di scorrazzare con le gonne larghe e i corpetti o costruire hotel appositi dove rinchiuderle assieme ai mariti (quelli con pantaloni di pelle di daino al ginocchio) e costringerli a ballare danze tipiche? E le signore avvolte in diciotto code di marmotta e sedici musi di volpe, che tra l'altro spaventano i bambini?
Bisognerà ordinare loro di portare non più di un animale morto addosso o escluderle dal momento socializzante della spesa in Cooperativa? Se codice etico ed estetico deve essere (perché Cortina, ha detto il giovane sindaco Andrea Franceschi, “non deve svendersi per quattro soldi a chi rovina la sua immagine”), allora deve essere un serio codice di Hammurabi per cui a ogni deturpamento delle montagne immacolate corrisponda una punizione esemplare. Troppi mutamenti facciali, ad esempio, non devono essere più ammessi, per una questione di riconoscibilità e di sicurezza pubblica: quindi le esageratamente plastificate saranno costrette a girare con una foto segnaletica al collo che provi in maniera inconfutabile quali erano i lineamenti originari.
Si potrebbero organizzare anche turni di lavori dolomiticamente utili per riabilitarsi agli occhi della comunità: Costantino Vitagliano, prima di ottenere una stanza al Savoy, dovrà spalare tutta la neve lì intorno. Non è chiaro a questo punto se Fabrizio Corona, professionalmente e intimamente legato al signore bianchiccio, avrà il diritto di entrare a Cortina e di alzare il dito medio in direzione di chiunque, come abituale gesto di augurio per le feste. Il sindaco di Capri ha detto che non gli faranno i ponti d'oro, “a meno che non venga accompagnato da Belén Rodríguez”. In quel caso, il trash anche pregresso sarà perdonato. Ma se un giorno tutto il vippume o aspirante tale (quello che crede nel Capodanno al privé con pioggia di bollicine e tronismo selvaggio) decidesse, per uno scatto d'orgoglio eroico genere “La grande guerra”, di fuggire in massa da Cortina (dopo aver gridato proprio come Vittorio Gassman) e festeggiasse a casa propria, facendo la tombola con i fagioli, forse il buon nome sarebbe salvo ma il sindaco no.
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