TTB, golpismo morbido

Giuliano Ferrara

Tutto Tranne Berlusconi ovvero il tradimento della sovranità popolare, che per esercitarsi nelle forme e nei limiti della Costituzione deve pur essere presa sul serio, rispettata, deve esserci e legittimare il potere politico e i suoi titolari. Berlusconi può essere ottimo, pessimo, così così: non è questo il problema. Sta di fatto che ha vinto per la terza volta le elezioni due anni fa. Le ha vinte la sua coalizione, le hanno vinte le sue liste e i suoi programmi, le ha vinte il suo partito.

    Tutto Tranne Berlusconi ovvero il tradimento della sovranità popolare, che per esercitarsi nelle forme e nei limiti della Costituzione deve pur essere presa sul serio, rispettata, deve esserci e legittimare il potere politico e i suoi titolari. Berlusconi può essere ottimo, pessimo, così così: non è questo il problema. Sta di fatto che ha vinto per la terza volta le elezioni due anni fa. Le ha vinte la sua coalizione, le hanno vinte le sue liste e i suoi programmi, le ha vinte il suo partito, le ha vinte la sua leadership con il suo nome stampato nelle schede elettorali, al centro del simbolo votato, e il nome dell'avversario stampato sull'altro simbolo. Tutto questo non può essere degradato a Costituzione materiale, grezza e populistica deformazione della purezza di una Repubblica parlamentare. Il costituzionalista Andrea Manzella ha teorizzato ieri su Repubblica che il congelamento del calendario deciso da Giorgio Napolitano fino al 14 dicembre dimostra non tanto la sensibilità politica di un presidente preoccupato di approvare la legge di stabilità, ciò che è vero, quanto l'esercizio da parte sua di un potere di limitazione della sovranità nazionale “in vista soprattutto della prospettiva europea”; di qui ha dedotto altre conseguenze: si può fare un nuovo governo anche con le forze che hanno perso le elezioni, ma non una campagna elettorale che produrrebbe “un buco in cui ogni incertezza e ogni speculazione si infiltrerebbero” ai danni dell'euro. Manzella ha poi insultato il Parlamento che finge di rispettare e innalzare al di sopra della sua stessa legittimazione popolare, scrivendo che è fatto di “nominati” e che contro di esso è in atto “una rivolta di opinione”, e aggiungendo che legislativo ed esecutivo sono poteri in equilibrio sottoposti alla sorveglianza del presidente della Repubblica. Questa sì che è Costituzione materiale, e della specie più rozza, costituzione strumentale, presidenzialismo surrettizio. Il suo discorso si compie infine con la stupefacente affermazione che le Camere sono bacino per sondaggi, che la prima virtù di una Repubblica è la “flessibilità” manovriera del Parlamento e dei partiti. Insomma, tutto è lecito, ribaltoni, elezioni rinviate, governi senza vere maggioranze popolari alle spalle, Tutto Tranne Berlusconi.

    Il dramma infatti dei chierici che tradiscono la loro stessa vocazione e deontologia, la loro stessa cultura costituzionale, il dramma di questi golpisti morbidi incapaci di limitare la propria faziosità, è tutto nella consapevolezza: sanno, perché stupidi non sono, che le leadership antiberlusconiane, da Vendola a Bersani a Rutelli a Casini a Fini all'eventuale Montezemolo, sono un bouquet multicolore privo di coesione, di programmi, di un blocco sociale di sostegno, a parte la mancante legittimazione. Sanno che la preparazione di una alternativa è faticosa, lunga, che implica qualcosa di più corposo del rimbecillimento propagandistico di grandi pubblici televisivi delle prime serate, quelli che “vengono via con loro”. Ma non hanno tempo né pazienza né costanza, scelgono la via breve del golpismo morbido, ammantato di valori costituzionali che calpestano mentre li enunciano.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.