Benvenuti in Eurussia
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ricostruisce il triumvirato con i colleghi di Russia e Germania; il premier britannico, David Cameron, dice che Londra e Mosca dovrebbero avere rapporti migliori; il governo polacco apre a Gazprom, e quello italiano rafforza il legame con il Cremlino. C'è una tendenza comune che attraversa l'Europa da Parigi a Varsavia, senza grosse eccezioni: oggi i paesi del Vecchio continente preferiscono trattare i problemi e gli affari seduti al tavolo dei vicini orientali.
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ricostruisce il triumvirato con i colleghi di Russia e Germania; il premier britannico, David Cameron, dice che Londra e Mosca dovrebbero avere rapporti migliori; il governo polacco apre a Gazprom, e quello italiano rafforza il legame con il Cremlino. C'è una tendenza comune che attraversa l'Europa da Parigi a Varsavia, senza grosse eccezioni: oggi i paesi del Vecchio continente preferiscono trattare i problemi e gli affari seduti al tavolo dei vicini orientali. Il presidente americano, Barack Obama, cerca di fare lo stesso, ma i risultanti non sono così positivi.
Sarkozy ha organizzato un vertice con il collega russo, Dmitri Medvedev, e con il cancelliere tedesco, Angela Merkel. I tre si sono trovati a Deauville, sulle coste della Normandia, alla fine di ottobre, e hanno promesso che ripeteranno il vertice – più o meno quel che accadeva ai tempi di Chirac, Putin e Schröder. A Deauville si è discusso di energia e difesa. Parigi, Berlino e Mosca sono coinvolti in due grandi progetti come Nord Stream e South Stream, i gasdotti che dovrebbero collegare l'Europa ai giacimenti della Siberia. Il Cremlino vorrebbe allargare la cooperazione e chiedono di costruire un sistema di difesa comune. Da Sarkozy, Medvedev vorrebbe quattro navi di classe Mistral per ammodernare la flotta. Il contratto porterebbe nelle casse francesi un miliardo e mezzo di euro: secondo il generale Nikolai Makarov, le parti stanno discutendo i dettagli e il sì di Parigi arriverà “entro la fine dell'anno”. Con Mosca, l'Italia può vantare rapporti che il ministero degli Esteri russo definisce “storici”: oltre alla partnership fra Eni e Gazprom, c'è il lavoro di società come Todini e Finmeccanica – proprio ieri, a La Spezia, Fincantieri ha consegnato la nave Rossita, un vascello da 640 tonnellate che trasporterà rifiuti radioattivi.
Questa spinta riguarda persino la Polonia, che non ha mai avuto relazioni facili con il Cremlino. Il governo di Varsavia ha criticato per anni il progetto Nord Stream e lo ha paragonato al patto fra Ribbentrop e Molotov, ma ora firma accordi con Gazprom per costruire nuove centrali elettriche e per gestire lo snodo petrolifero di Danzica. Medvedev ha incontrato il presidente polacco, Bronislaw Komorowski, la scorsa settimana: “I tempi bui nei rapporti fra i nostri paesi sono ormai alle spalle”, ha commentato Komorowski, che è entrato in politica ai tempi di Solidarnosc.
La nuova fase nei rapporti con Mosca ha riportato il dibattito sull'Eurasia – ma sarebbe meglio chiamarla Eurussia – sui grandi quotidiani tedeschi. “L'Europa si dovrebbe convertire all'oriente”, dice un editoriale di Dimitrios Kisoudis pubblicato da Frankfurter Allgemeine Zeitung. Secondo l'opinionista, l'Ue deve abbandonare le pretese atlantiche per abbracciare la Russia: le due entità, sostiene, formano un solo “regno energetico”. Il pensiero di Kisoudis è vicino a quello di Alexandr Dugin, il politologo russo che parla di “Pax Eurasiatica” e vorrebbe unire Cadice a Vladivostok. Dugin è molto popolare fra i nazionalisti e fa parte del circolo di intellettuali vicini a Vladimir Putin – il suo libro più famoso, “I fondamenti della geopolitica”, è tenuto in considerazione anche dai generali dello stato maggiore.
Molti sostengono che la presenza di Obama alla Casa Bianca abbia favorito il processo di avvicinamento fra i governi europei e il Cremlino. Non è detto che i due eventi siano collegati. Il presidente americano cerca da mesi il “reset” con le autorità russe: ha invitato Medvedev nella Silicon Valley, lo ha portato gli ha presentato i manager migliori del paese e ha garantito il proprio sostegno alle riforme economiche che il Cremlino progetta, ma gli sforzi non hanno avuto grande successo, almeno dal punto di vista formale.
In aprile, i due presidenti hanno firmato un accordo per ridurre il numero di armi nucleari che ha raccolto grande scetticismo fra i repubblicani. Capitol Hill ha approvato l'inizio del dibattito soltanto ieri, con 66 voti a favore e 32 contrari. Per ratificare il testo ne serviranno 67. Al patto sulle armi nucleari è legato lo scudo spaziale, un sistema di radar e di basi missilistiche steso sull'Europa per fermare un attacco iraniano. Al Cremlino vivono il progetto come una minaccia: Obama ha raggiunto un'intesa di massima con Medvedev durante l'ultimo Vertice della Nato, che si è svolto a Lisbona alla fine di novembre, ma le differenze fra le parti sono sempre consistenti. Pochi giorni dopo le strette di mano portoghesi, il Wall Street Journal ha scritto che l'esercito russo stava riposizionando missili tattici e testate nucleari. L'esercito ha smentito la notizia, il governo ha preferito evitare i commenti. Le grandi manovre di Obama per avvicinare il Cremlino sono partite da tempo, ma non hanno ancora avuto ripercussioni importanti. Specie nel Vecchio continente.
“Il fatto è che non abbiamo mai avuto bisogno di fare un ‘reset' con paesi come l'Italia”, dice al Foglio un rappresentante del ministero degli Esteri russo. La versione trova molti consensi sia nel governo di Roma, sia alla Farnesina. Vittorio Surdo ha appena lasciato il posto di ambasciatore a Mosca – al suo posto è stato nominato Antonio Zanardi Landi, che prima era in servizio presso la Santa Sede. Nei quattro anni a Villa Berg, Surdo ha sostenuto l'integrazione della Russia nei principali organismi di cooperazione globale, e i suoi collaboratori hanno sempre pensato che il paese dovesse fare parte del Wto, nella Nato e dell'Unione europea. Anche nel periodo più difficile per i rapporti fra il Cremlino e l'occidente, quello che ha seguito l'invasione della Georgia del 2008. E' molto più di quanto Putin e Medvedev abbiano mai pensato di chiedere.
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