Questa non è la solita classifica di fine anno
Fu un ebreo a scrivere la canzone natalizia più famosa di tutti i tempi. Anzi, “White Christmas” è in assoluto la canzone più incisa e più venduta da quando esistono i dischi. La versione di Bing Crosby è il secondo disco più venduto in assoluto, con trenta milioni di copie contro le trentasette di “Candle in the Wind” di Elton John. La prima incisione del 1942 fu talmente usata che la Decca Records nel 1947 dovette convocare Bing Crosby una seconda volta.
Fu un ebreo a scrivere la canzone natalizia più famosa di tutti i tempi. Anzi, “White Christmas” è in assoluto la canzone più incisa e più venduta da quando esistono i dischi. La versione di Bing Crosby è il secondo disco più venduto in assoluto, con trenta milioni di copie contro le trentasette di “Candle in the Wind” di Elton John. La prima incisione del 1942 fu talmente usata che la Decca Records nel 1947 dovette convocare Bing Crosby una seconda volta: la seconda incisione (che è quella ancora usata) fu volutamente identica alla prima.
Se si considerano tutte le altre incisioni si arriva a oltre cinquecento interpreti e cento milioni di copie. Tra gli italiani, ricordiamo ad esempio la versione di Zucchero, in inglese, usata per un famoso spot pubblicitario. Tra le ventiquattro traduzioni in altrettante lingue c'è anche quella in italiano, fatta nel 1961 da Filibello col titolo di “Bianco Natale”, e la cui prima versione fu interpretata da Peppino di Capri. Tra i vari cantanti che l'hanno riproposta c'è anche nel 2008 Irene Grandi. “White Christmas” fu scritta da Israel Isidore Baline alias Irving Berlin, figlio di un macellaio rituale e cantore di sinagoga. Nato nel 1888 nel territorio dell'attuale Bielorussia e trasferito a New York all'età di cinque anni, è ispirata ai ricordi d'infanzia della cittadina natale di Mogilev, dove la neve scende “ancor lenta, per dare gioia a ogni cuor”.
Bing Crosby, che vanta tra i suoi antenati anche un passeggero del Mayflower, ha inciso anche un altro canto natalizio che sta in testa alla hit parade di tutti i tempi: “Silent Night”. La musica di Crosby con trenta milioni di copie condivide il secondo posto con “White Christmas”. L'originale di questa canzone, però, in realtà è in tedesco: “Stille Nacht”. Il testo, del 1816, è di Joseph Morr, sacerdote di Mariapfarr, nella regione di Salisburgo in Austria. La musica fu aggiunta nel 1818 da Franz Xaver Gruber, un organista al quale Morr chiese di arrangiare il pezzo per voce e chitarra. La tradizione dice che l'organo fosse rotto, ma “Stille Nacht” anticipò di un secolo e mezzo quella svolta del Concilio Vaticano II che sostituì le chitarre a organi e harmonium in gran parte delle liturgie. Curiosamente oggi è però quasi sempre eseguita con arrangiamenti di tipo diverso.
Almeno trecento gli artisti che l'hanno incisa, e quarantatré le lingue in cui è stata tradotta. Durante la famosa “tregua di Natale” fatta spontaneamente dai soldati in trincea nel 1914, fu cantata contemporaneamente in tedesco, inglese e francese. La versione inglese usata da Bing Crosby fu eseguita nel 1859 da John Freeman Young, vescovo episcopale in Florida. La versione italiana, composta nel 1937 dal sacerdote bergamasco Angelo Meli, si intitola “Astro del ciel” e in effetti non è una traduzione letterale, ma un nuovo testo sulla stessa musica. Una delle interpretazioni più famose è stata quella di Andrea Bocelli.
Con quindici milioni di copie al terzo posto di questa ideale hit parade natalizia è “Do They Know It's Christmas?”, scritta nel 1984 da Bob Gedolf e Midge Ure per raccogliere fondi per combattere la carestia in Etiopia, e incisa dal supergruppo di star anglo-irlandesi Band Aid. Per la verità, i dubbi sull'effettiva utilità dell'operazione e dell'approccio di Bob Gedolf al problema del sottosviluppo col tempo non hanno fatto che accrescersi. La canzone, comunque, è ormai un classico.
Quarta, con sette milioni di copie, è la versione del 1972 di “Amazing Grace” dei Royal Scots Dragoon Guards. La melodia è tra le prime apprese dai suonatori di cornamusa scozzese, ma in realtà la canzone fu scritta nel 1779 dal pastore anglicano inglese John Newton, e il suo testo è tra i più cantati nelle liturgie del mondo protestante. La tradizione dice che Newton, capitano di una nave negriera, avesse composto questa canzone dopo essersi pentito del suo favoreggiare la schiavitù. Lo storico Niall Ferguson ha però recentemente contestato questa tesi, rilevando come Newton abbia continuato a trasportare schiavi anche dopo aver scritto “Amazing Grace”. Con molteplici interpretazioni, non è stata però molto tradotta. In italiano la melodia è stata utilizzata per un testo dei Ricchi e Poveri col titolo “Amici miei”, ed ebbe anche una famosa interpretazione strumentale per sintetizzatore di Federico Monti Arduini, alias il Guardiano del Faro, col titolo “Il gabbiano infelice”.
Al quinto posto, con sei milioni di copie, torna Bing Crosby con la sua versione di “Jingle Bells”. In realtà non era in origine una canzone di Natale: James Lord Pierpont l'aveva scritta nel 1850 per la festa del Ringraziamento, ricorrenza tipica dell'identità americana. Ma divenne talmente popolare che gli americani continuarono a cantarla per un mese di fila, arrivando fino a Natale. Prima canzone cantata nel 1965 in una capsula spaziale, anch'essa eseguita da innumerevoli interpreti, è però meno ascoltata in traduzione, anche se ne esistono versioni in tedesco, francese, spagnolo e anche una recente in italiano di Cristina D'Avena. Ecco qui “Jingle Bells” eseguita da Bing Crosby assieme a Frank Sinatra.
Sesta, pure con sei milioni di copie, è la versione del 1958 della Harry Simeone Corale di “Little Drummer Boy”. La canzone fu scritta nel 1941 dalla statunitense Katherine Kennicott Davis che cercò all'origine di spacciarla per canto tradizionale ceco. La leggenda del bambino che suona un tamburo per celebrare la nascita di Gesù è in realtà francese, risale al XII secolo, e fu ripresa da un famoso racconto di Anatole France del 1892. Le versioni esistenti sono duecentoventi, cantate in sette lingue diverse. In italiano l'hanno cantata Al Bano e Romina Power, Antonella Ruggieri, Caterina Caselli e Rettore e Ivan Graziani.
Vi sono canzoni natalizie famose anche senza aver mai avuto una versione da vendite record. Nel mondo anglo-sassone, per esempio, la canzone più cantata al momento dei brindisi, sia a Natale che a Capodanno, è “Auld Lang Syne” qui cantata da Mariah Carey. La musica risale addirittura al '500 e sarebbe stata composta da Davide Rizzio: il musicista torinese favorito di Maria Stuarda, assassinato nel 1566 dal geloso marito di lei Lord Darnley. Nel 1792 Robert Burns, poeta nazionale scozzese, vi mise un testo in anglo-scozzese, il cui titolo si potrebbe rendere approssimativamente con “Bei giorni passati”. Se nel resto del mondo anglo-sassone ha un gusto festivo, in Scozia ha invece un retroterra campanilista, come si scopre da questa versione cantata dai deputati al Parlamento Scozzese.
La melodia è stata utilizzata per una ventina di versioni in altre lingue in altrettante modalità: in bengali vi hanno messo un testo del Nobel per la letteratura Rabindranath Tagore; in coreano è diventata l'inno nazionale; in polacco e ungherese è un inno degli scout; in greco e giapponese un inno studentesco… Scritta da un italiano, la melodia rimbalzò in Italia nel 1943 a firma Dumont-Larici-Mauri e fu trasformata in un pezzo ballabile: il “Valzer delle Candele”. Ecco qui una versione del 1969 di Michele.
Almeno al ‘500 risale pure la melodia tradizionale tedesca su cui nel 1824 l'organista di Lipsia Ernst Anschütz avrebbe composto la canzone “O Tannenbaum”, dedicata appunto all'Albero di Natale per eccellenza: l'abete. Anche qui vi sono varie versioni, tra cui quella in inglese “O Christmas Tree”. Esistono anche versioni italiane, come quella del Piccolo Coro dell'Antoniano, ma non particolarmente famose. Anche Aretha Franklin ha eseguito “O Tannenbaum” davanti alla famiglia Clinton, dopo uno spiritual, destreggiandosi tra i testi in tedesco e inglese.
Se la Germania ha dato al mondo la più famosa canzone sull'Albero di Natale, è italiana la più famosa canzone sul Presepe: “Tu scendi dalle stelle”, che fu composta nel 1754 addirittura da sant'Alfonso Maria de' Liguori. Ormai arrangiata in tutte le chiavi possibili e tradotta anche in inglese, “Tu scendi dalle stelle” ha però una melodia che viene quasi spontaneamente sulle dita quando si suonano i tipi di zampogna caratteristici dell'Italia centro-meridionale. Sant'Alfonso Maria de' Liguori fu uno dei più noti santi socialmente attivi, per il suo sforzo di difendere i poveri e adattarsi alla loro cultura. In effetti la stessa “Tu scendi dalle stelle” non è che la versione in italiano di un originale scritto dal santo in napoletano: “Quanno nascette ninno”. Composizione lunghissima, di oltre venti minuti, in cui si descrive lo stupore del mondo alla nascita del Bambino.
In latino è infine “Adeste fideles”, anche se con versioni in inglese e italiano. Il cattolico inglese John Francis Wade, esule in Francia per aver parteggiato con la rivolta giacobita, adattò il testo nel 1744 a una melodia irlandese scritta per un coro di esuli inglesi e irlandesi.
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