Lettere al Cav. /3

Ill.mo Presidente, fottere ha fottuto abbastanza. Ora provi a comandare

Stefano Di Michele

Ill.mo Sig. On. Pres. e Cav., vengo con questa mia sull'annosa questione del gran tramestìo notturno nell'avita Sua magione. Cribbio, un altro: e che scassamento di balle!, Lei potrebbe ben dire – ormai c'è più gente che vuole intrufolarsi nella Sua camera da letto di quella sulla metro nell'ora di punta. Però deve capire: non è che la sacralità del Suo giaciglio – agli atti e in bobina – risulti proprio la più saggiamente preservata.

Leggi la lettera di Giuliano FerraraLeggi la lettera di Andrea Marcenaro

    Ill.mo Sig. On. Pres. e Cav., vengo con questa mia sull'annosa questione del gran tramestìo notturno nell'avita Sua magione. Cribbio, un altro: e che scassamento di balle!, Lei potrebbe ben dire – ormai c'è più gente che vuole intrufolarsi nella Sua camera da letto di quella sulla metro nell'ora di punta. Però deve capire: non è che la sacralità del Suo giaciglio – agli atti e in bobina – risulti proprio la più saggiamente preservata. E tenga soprattutto conto che, a causa Sua, e proprio nei giorni freddi della merla, l'Ill.mo Sig. Dir. Ns. se ne sta, smanioso di far risalire le braghe, in mutandine di chiffon: condizione né climaticamente adeguata né esteticamente consigliata. Proviamo a mettere da parte, per un momento, le fameliche armate di chiappe solide e di tette all'erta che Le hanno invaso – debitamente invitate, s'intende, debitamente accolte e debitamente satollate – il villone: il sultanato trasferito in Brianza fa un po' ridere, ma pazienza.

    Il problema più urgente, al momento, sembra quello della Sua capacità di reazione. Chiaro che Lei è un uomo profondamente tormentato dal dubbio se comandare sia meglio che fottere, o fottere non sia meglio che stare al Consiglio dei ministri – e non dia retta ai più pensosi tra i suoi succedanei che Le mettono in testa di essere come JFK per ritrovarsi, alla fine, sempre e soltanto, come un Tino Scotti allupato. Perciò ascolti, Ill.mo Cav.: per fottere ha oggettivamente fottuto abbastanza, adesso provi, se Le riesce, a comandare. Cioé: decidere, battere i piedi, mollare qualche calcio, prendere la ramazza in mano, riporre i sanbitter in frigo, afferrare pubblicamente diverse orecchie, pulire la stalla, cacciare via, più ceffoni e meno pacche sulle spalle (e ovviamente, se ci vuole almeno provare, meno pacche pure altrove). Stia attento, Ill.mo Pres.: dal fottere è ora di passare al comandare, nient'altro. Resista alla tentazione di saltare il fosso per ritrovarsi nella comoda (e inconcludente) posizione del “chiagnere” e del continuare a fottere: lasci i giudici a fare il loro lavoro (casomai vada a dare una mano, se può, per aiutarli a sbrogliare la faccenda), non stia a dannarsi con i “comunisti” che hanno troppo da fare a massacrarsi tra di loro per occuparsi di Lei, si metta l'anima in pace con giornali e giornalisti – trovi consolazione in Signorini, Minzolini e Sallusti, e non stia ad intasare le linee telefoniche di tutti i programmi come una casalinga per i fagioli della Carrà.

    Mandi Ghedini, mandi Lupi, mandi Quagliariello: poi spenga lo schermo e si affidi alla Provvidenza. Tutt'altro dovrebbe fare, Ill.mo Cav.: provare a tirare fuori dal male di questa storiaccia – di cui porta la croce, ma anche parecchio demerito – il bene di un Capo che rinasce. Intanto piantarla con quei cupi messaggi registrati da Bin Laden dell'Olgettina: casomai vada direttamente in televisione, da Santoro e da Lerner, faccia muso a muso con D'Avanzo e Aspesi, si conceda “Ballarò” e pure Vespa (capace che Le fa trovare il plastico di Arcore). Prenda il telefono per chiamare certi direttori dei suoi tg quando sono in onda e sfancularli in diretta – cribbio!, via dalle palle! Eviti di chiamare “amici” personaggi che alla tavola di uno statista non dovrebbero avvicinarsi neanche per apparecchiare.

    Faccia pure scendere dagli sci qualche ministro: avendo avuto tanta attenzione per la “nipote”, non sarebbe male (causa interesse nazionale) tenere d'occhio cosa succede allo zio. E poi, ha visto la folla di disutili che così spesso La circonda e La blandisce? Certi basta sentirli urlare per avvertire una sensazione di sprofondamento. A Lei piace non poco essere paragonato al Re Sole: quello aveva le amanti, ma la corte ballava la sua musica. Invece qui c'è la sensazione che, per disordine e per ingordigia, la corte abbia preso in ostaggio il sovrano. Non si spaventi: un vecchio capo comunista che dirigeva l'Unità, per esortare i cronisti all'attacco, esordiva così: “Qui, compagni, ci vuole una risposta a cazzo sfoderato”. Ecco, avendo ben presenti le condizioni, Lei è certo in grado di porsi immediatamente all'opera – poi si ricomponga. Stavolta solo il Cav. può salvare Berlusconi.

    Leggi la lettera di Giuliano FerraraLeggi la lettera di Andrea Marcenaro