La buona giornata del Cav.
I pm d'assalto non mollano, e se va avanti così protagonisti e custodi del sistema liberaldemocratico capiranno che è il loro accanimento irresponsabile la radice della crisi politico-istituzionale di questo paese. Nell'attesa Berlusconi, tornato a fare politica a pieno regime, incassa qualche non magro risultato. Le chiassate di piazza e la virulenza tribunizia di Repubblica e del Fatto, ormai giornali gemelli, sembrano invecchiare almeno un po' di fronte alle novità derivanti da un uso significativo e lucido della leva politica e istituzionale da parte di Palazzo Chigi.
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I pm d'assalto non mollano, e se va avanti così protagonisti e custodi del sistema liberaldemocratico capiranno che è il loro accanimento irresponsabile la radice della crisi politico-istituzionale di questo paese. Nell'attesa Berlusconi, tornato a fare politica a pieno regime, incassa qualche non magro risultato. Le chiassate di piazza e la virulenza tribunizia di Repubblica e del Fatto, ormai giornali gemelli, sembrano invecchiare almeno un po' di fronte alle novità derivanti da un uso significativo e lucido della leva politica e istituzionale da parte di Palazzo Chigi. Un Cav. che non si comporti solo da indagato o da imputato in uno scontro frontale dagli effetti paralizzanti con le procure, e che non solo sia ma appaia anche il capo di un governo che ha iniziativa politica, risulta efficace, e non potrebbe essere altrimenti. La sua buona giornata, ieri, lo ha ricollocato in un ambito di centralità e protagonismo politico. Ha legittimamente e impeccabilmente concordato con parole di buon senso istituzionale pronunciate da Napolitano, che non entra nelle questioni politiche ma ci tiene al funzionamento del sistema e all'interruzione della spirale ritorsiva infinita tra le forze politiche; il suo appoggio Berlusconi lo ha recato con una dichiarazione misurata, anche riconoscendo torti suoi e della sua parte politica nella costruzione di un clima repubblicano censurabile. Questo solo fatto ha scatenato anime belle e politici ricchi di cinismo in una corsa sfrenata a tentare di delegittimare il Cav., accusato di ipocrisia e di mancanza di ritegno. Ma si vedeva che il mondo dei suoi avversari meno lucidi era andato, come si dice nella capitale, “in puzza”, e di nuovo si sentiva spiazzato. Berlusconi ha anche incamerato la dichiarazione della sera precedente in cui Bersani, che a tutta prima faceva la faccia feroce, ha detto in tv che certamente discuterà in Parlamento il piano nazionale per la crescita con il governo e gli uomini di cui chiede le dimissioni praticamente ogni due ore. Fisiologico, giusto, e utile a tutti (anche al Cav.). L'incontro con Giulio Tremonti è andato bene. Il titolare dell'Economia è preoccupato della parola “defiscalizzazioni” sul lavoro nel sud, e da sempre fa del controllo del deficit un vincolo europeo imprescindibile, il che non poteva non trovare d'accordo anche Berlusconi, che scelse Tremonti e ha avallato fino a ora con coraggio anche le sue strategie di rigore finanziario. Insomma, il prossimo Consiglio dei ministri sarà il luogo di un rilancio programmatico e di una svolta politica. Consolidamento della maggioranza alla Camera, rimpasto, definizione di argini antigiustizialisti, tutto troverà nel tempo il suo posto, aggregandosi alle priorità di interesse generale che sono la sostanza del governare. Un leale Luca Cordero di Montezemolo ha fornito un sostegno politico al piano nazionale per la crescita che ha confortato, s'immagina, imprenditori e seguito culturale e politico del presidente di Italia Futura, forse scontentando un po' terzopolisti in affanno e altri manovratori di Palazzo.
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