A lottare per la distruzione completa della Sacra Rota si rischia il naso

Camillo Langone

Non faccio in tempo a scendere dal palco del teatro di Canneto sull'Oglio che l'Avvocata mi azzanna sul collo, nonostante sia protetto dal dolcevita riesce a praticare un varco e infilarci i canini. “Sono delusa, disgustata, offesa dalle sue parole sulla Sacra Rota!”. Dovete sapere che da qualche tempo il mio nome è Langone il Censore e ogni volta che ho a disposizione una tribuna, qualunque sia il tema (a Canneto era l'architettura contemporanea), concludo il mio intervento con un “Delenda Sacra Rota”.

    Non faccio in tempo a scendere dal palco del teatro di Canneto sull'Oglio che l'Avvocata mi azzanna sul collo, nonostante sia protetto dal dolcevita riesce a praticare un varco e infilarci i canini. “Sono delusa, disgustata, offesa dalle sue parole sulla Sacra Rota!”. Dovete sapere che da qualche tempo il mio nome è Langone il Censore e ogni volta che ho a disposizione una tribuna, qualunque sia il tema (a Canneto era l'architettura contemporanea), concludo il mio intervento con un “Delenda Sacra Rota”. “Sono turbata, scioccata, sconvolta!”. “Vuoi stare calma e smetterla di gridare?”. “Sono inorridita, esterrefatta, sbigottita per le sue gravi imprecisioni!”. Il tu non ha sortito alcun effetto, la belva continua ad addentarmi dandomi del lei. Ho un'illuminazione: “Lavorerai per caso nei tribunali ecclesiastici?”. “Sì!”. “E al mattino quando ti guardi allo specchio non ti viene da vomitare?”. A questo punto barcolla perché nessuno le aveva mai detto che fa vomitare, e che fa vomitare per il semplice motivo che esercita un mestiere vomitevole: nei suoi occhi scorgo lo stesso stupore che vedemmo in televisione negli occhi di Elena Ceausescu quando per la prima volta il marito venne fischiato in pubblico. Che stiano per finire impunità e pacchia? Che presto arrivi qualcuno a presentarci il conto? Quasi mi dispiace vederla così turbata ma non posso permettermi sentimentalismi, in bocca ha ancora “denti come quelli dei leoni”, presentandosi l'occasione li affonderà di nuovo. Sta meditando su come lavare l'affronto alla sudata laurea che tanto orgoglio suscitò nei genitori, e agli studi ulteriori per i quali è invidiata dalle amiche e grazie ai quali può presentarsi davanti a un prete spiacente a Cristo per dimostrare a forza di cavilli che vent'anni di matrimonio non sono mai esistiti. Allora gioco di anticipo: “Voi della Sacra Rota siete la zavorra della chiesa, siete la vergogna di noi cristiani, dovete soltanto mettervi una pietra al collo e buttarvi di sotto”. “Fondamentalista!”. La parola mi piace, mi esalta. “Certo che sono fondamentalista, io fondo il mio pensiero sul Vangelo, non sui gesuiti del Cinquecento come fate voi: l'uomo non separi quello che Dio ha unito!”. “Musulmano!”. Musulmano? Musulmano non me l'aveva mai detto nessuno, le parole di Gesù sono ormai talmente sconosciute che vengono scambiate per quelle di Maometto. Dopo decenni di cattoprotestantesimo, di idolatria della pace e della coscienza, un Dio prescrittivo sembra di un'altra religione.
    Il bel teatrino all'italiana di Canneto si sta svuotando, non so come ma sono riuscito a riempirlo parlando di Gaudì e Bontempi, c'era pure il sindaco di Mantova, voglia il Cielo che l'abbia convinto a segare gli artigli di Fuksas prima che comincino a dilaniare Palazzo Canossa. Ma forse i teatri si riempirebbero ancora di più per serate indissolubiliste che reclamino l'abolizione della Sacra Rota in campo ecclesiastico e la tassazione del divorzio (come si ipotizza in Inghilterra) in campo civile. “Vedi cara, io mi impegnerò strenuamente non per la riforma della Rota romana e delle Rotine regionali, che non si può riformare un tumore, non c'è riuscito nemmeno Papa Giovanni Paolo II che ha provato mille volte a ricondurvi alla decenza ma voi ve ne siete fregati come amplissimamente ve ne fregate di Papa Benedetto che ci ha provato pure lui con esito nullo, io mi batterò per l'estirpazione completa, chissà che un giorno tu debba cercarti un lavoro utile alla società”. L'Avvocata freme a dieci centimetri dalla mia faccia, vorrebbe mordermi il naso, strapparlo o almeno farlo sanguinare, ma arriva un uomo, forse il marito, la tira per il braccio e se la porta via. Naso salvato.

    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).